2020-04-21
Partono sui gommoni con in tasca il numero del servizio migranti degli avvocati italiani
Danilo Campailla/SOPA Images/LightRocket via Getty Images
C'è una rete di legali pronti a inoltrare ricorsi alla Corte europea dei diritti dell'uomo mentre i loro assistiti sono ancora in mare.Ha ricevuto l'incarico di presentare un ricorso alla Corte europea dei diritti umani dal mare. Da un barcone che di lì a poco sarebbe andato alla deriva. Una drammatica disavventura che si è conclusa, dopo giorni trascorsi a largo di Malta, con un ritorno sulla costa dalla quale i migranti erano partiti: la Libia. Non senza lasciare in acqua qualche morto. Due di loro, prima che la loro traversata finisse in un nulla di fatto, sono riusciti in tempi da record ad avanzare precise richieste a Strasburgo. Come? Tramite un soccorso legale italiano che i migranti sono stati in grado di contattare alla vigilia di Pasqua, ovvero dal momento in cui hanno lanciato l'Sos raccolto ad Alarm Phone. Sui documenti che la Verità ha potuto consultare ci sono impressi i nomi dei due ricorrenti: Abdel Wahab Mohamed, 28 anni, sudanese, e Naseneva Diabj, 21 anni, ivoriana. I due, dopo aver dato incarico telefonico al legale, hanno poi mantenuto i contatti e aggiornato il loro avvocato durante tutte le tappe della traversata. Fino al momento peggiore, quello della deriva. Le telefonate sono state registrate e, fa sapere l'avvocato nel ricorso, sono a disposizione della Corte. «I richiedenti», è scritto nel documento, «sono al momento a bordo di un gommone bianco e grigio che ha lasciato la Libia da Al Khoms durante la notte tra l'8 e il 9 aprile 2020». Ovvero pochi giorni prima di Pasqua. A bordo, si attesta nell'atto giudiziario, ci sono 47 passeggeri (provenienti da Sudan, Egitto, Tunisia, Bangladesh, Costa d'Avorio e Mali), inclusa una donna incinta e due bambini. Si scoprirà in seguito che erano 63. Il 10 aprile arriva la chiamata ad Alarm Phone, che ha allertato le autorità maltesi e italiane informandole sulla precisa posizione del gommone. L'11 aprile viene comunicato che il gommone stava per finire il carburante e che le persone a bordo non avevano più acqua. Poi, con un altro messaggio, viene fatto sapere che alle 11.56 della vigilia di Pasqua il gommone ha cominciato a imbarcare acqua. Nel pomeriggio alcuni migranti hanno lamentato malori per l'eccessiva esposizione al sole. Nel pomeriggio, e precisamente alle 17.11, Alarm Phone fa presente che il gommone è alla deriva. Alle 22.24 Malta individua la posizione e dirama un messaggio: «Tutte le navi devono controllare e assistere, se necessario. Malta non è nella posizione di procurare un porto sicuro». Con questo messaggio, si sottolinea nel ricorso, «si è scoraggiato l'arrivo di soccorsi». Non solo: Malta e l'Italia non avrebbero rispettato i loro obblighi, lasciando la barca alla deriva. Alla fine del documento c'è la richiesta dell'avvocato: «Venga immediatamente mandato un vascello per recuperare i migranti, offrendo un porto sicuro». Il giorno di Pasquetta, con un secondo atto notificato via fax alla Corte europea dei diritti dell'uomo, l'avvocato aggiorna i giudici. Il gommone è ancora tra Lampedusa e Malta. Il meteo sta anche peggiorando. E cresce la preoccupazione. L'elenco delle asserite violazioni di carte internazionali e di diritti umani occupa diverse righe dei due documenti trasmessi a Strasburgo e firmati da Lucia Gennari, avvocato che si occupa di diritto dell'immigrazione e di diritto d'asilo. «Come avvocato e come attivista». Si presenta così sul sito dello studio legale con il quale collabora: Antartide. Non solo: è la referente per il Lazio dell'Asgi, Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione, che ha uno sportello di supporto legale per stranieri a Roma. I due migranti dal mar Mediterraneo, senza acqua da bere e col mare grosso che rischiava di ucciderli, insomma, sono riusciti a individuare un esperto in Italia che fa parte di un gruppo di professionisti specializzati nel diritto alla protezione internazionale e nel diritto alla cittadinanza italiana, nel rigetto dei visti di ingresso, nell'applicazione del Testo unico sull'immigrazione, e nelle problematiche legate ai minori stranieri non accompagnati. Esiste un soccorso legale, insomma, per i migranti in difficoltà. Che, come dimostra il ricorso alla Corte europea dei diritti umani presentato nel periodo pasquale, parte già dalle ultime miglia di mare. E forse anche da prima. I migranti, insomma, come si sospetta da tempo, potrebbero essere partiti con i numeri giusti da contattare già in tasca. Come è finita questa storia? Un peschereccio ha tirato su i migranti e li ha riportati in Libia. E siccome era in acque maltesi, sotto il coordinamento delle autorità della Valletta, il ricorso contro l'Italia pare sia stato ritirato. Contro Malta, invece, è ancora puntato l'indice di Alarm Phone e delle Ong Sea watch e Mediterranea saving humans.
La leggendaria bacchetta svela le ragioni che l’hanno portato a fondare una vera e propria Accademia per direttori d’orchestra, che dal 2015 gira il mondo per non disperdere quel patrimonio di conoscenze sul repertorio operistico che ha ereditato dai giganti della scuola italiana.
Ll’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti (Ansa). Nel riquadro la copertina del numero di «Panorama» da oggi in edicola