2025-07-12
Il Pd esulta: allora è il partito di Bibbiano?
Stefano Bonaccini (Imagoeconomica)
Dopo aver sempre respinto le accuse di destra e 5 stelle nell’inchiesta sui bimbi sottratti alle famiglie nel Comune «rosso», all’improvviso i dem si sentono coinvolti. E celebrano le 11 assoluzioni in primo grado. Perché farlo se non c’entravano niente?Adesso, all’improvviso, si sentono tutti coinvolti, persino orgogliosi. Prendono le difese della «loro» parte, rivendicano le «loro» scelte politiche. E puntano il dito contro gli altri, cioè i perfidi sovranisti che avrebbero inventato bugie su Bibbiano per orrendi fini elettorali. Eppure fino all’altro ieri sono rimasti zitti e muti, hanno evitato con tutte le forze di parlare di quanto accaduto in provincia di Reggio Emilia ormai parecchi anni fa. All’epoca, quando qualcuno accostava i nomi dei progressisti all’operato dei servizi sociali bibbianesi, partivano le querele. I vertici del Partito democratico sono rimasti in silenzio anche quando, agli inizi di giugno di quest’anno, l’ex sindaco di Bibbiano Andrea Carletti ha ripreso la tessera del partito. Carletti era una figura marginale nel processo, come abbiamo sempre scritto poteva avere semmai alcune responsabilità politiche. In ogni caso era accusato di abuso di ufficio, reato oggi cancellato, dunque è stato assolto. Da subito, all’esplodere dell’inchiesta, fu totalmente isolato dai suoi compagni di alto livello: solo gli esponenti locali lo difesero. E fu Stefano Marazzi, che nel 2020 era segretario dem di Bibbiano, a manifestare disappunto per l’accordo fra il Pd e quei 5stelle che gridavano contro «il partito di Bibbiano». «La pancia mi direbbe una cosa ma la testa mi impone di non escludere nessuna ipotesi», disse Marazzi. E qualche tempo dopo aggiunse: «L’accordo tra il Partito democratico e il Movimento 5 stelle che prevederebbe il ritiro delle denunce presentate anche a seguito delle gravi e diffamatorie affermazioni nei confronti del cosiddetto Partito di Bibbiano nel pieno della vicenda giudiziaria che vede coinvolti i servizi sociali della Val d’Enza non ci lascia indifferenti. [...] Mai vorremmo, infatti, che si giungesse a questo accordo prima che una delle parti in gioco avesse pubblicamente riconosciuto di avere esagerato nell’esprimere alcune affermazioni e dietro presentazione di formali scuse alla nostra comunità ferita. La dignità non è per noi un valore negoziabile». Sempre Marazzi dichiarò anche che le scuse del grillino Vito Crimi non bastavano a sanare la ferita. Ora però è tutto cambiato. Il processo Angeli e demoni si è concluso in primo grado con tre condanne tutto sommato lievi e undici assoluzioni, quindi il Pd e tutti i media di area dem si sentono in diritto di cantare vittoria, rivendicano la vicinanza ai bibbianesi che in precedenza avevano sempre negato. E hanno pure la faccia tosta di fare i furbetti. «Adesso parlateci voi di Bibbiano», dice Stefano Bonaccini, ex governatore emiliano, che pure negli anni passati invocò la formulazione di «norme più cogenti» sugli affidi. «Parlateci di Bibbiano», ghigna Michele Serra sulla prima pagina di Repubblica, rivolgendosi a Lega, Fdi e ai (pochi) giornalisti che seguirono la vicenda e scrissero che qualcosa, nella gestione dei minori della Val d’Enza, non andava. Ecco Serra: «“Parlateci di Bibbiano”, scrivevano sulle loro magliette i linciatori assortiti: politici, giornalisti, popolino sempre aizzabile, piccola folla manzoniana ridotta a format di Retequattro. Parlatecene voi, adesso, di Bibbiano, viene da dire dopo che la Cassazione ha messo la parola fine a una gazzarra feroce, che trasformò alcune decisioni molto discutibili (non criminali: discutibili) di un paio di operatori sociali in un abominevole traffico di bambini, per la serie “l’Emilia rossa ruba i figli alle famiglie e li vende al miglior offerente”. Ma non illudiamoci, nessuno chiederà scusa per Bibbiano. Non si scuseranno i politici che ci si buttarono sopra (destre e cinquestelle: il fronte ampio dei non garantisti), non i giornali e le trasmissioni tivù che quando sentono odore di manette si eccitano, ma solo se gli ammanettati sono avversari politici». In realtà, la Cassazione non ha messo fine proprio a niente, perché si è espressa la Corte d’Assise (Serra, nel pomeriggio di ieri, ha dovuto umilmente scusarsi per l’errore nell'edizione online di Repubblica) e si tratta di un primo grado di giudizio, vedremo se la Procura farà appello. Il tribunale di Reggio Emilia ha emesso una sentenza, che non discutiamo e accettiamo. Ci permettiamo tuttavia qualche osservazione. Per prima cosa, non ci risulta che la sinistra, negli ultimi decenni, abbia accettato tutte le decisioni dei tribunali come verità assoluta (il caso di Silvio Berlusconi è emblematico). Del resto, la verità processuale è appunto processuale e non esaurisce ogni aspetto della realtà. In ogni caso, anche focalizzandosi soltanto sulle verità giudiziarie, viene da dire che c’è ben poco da festeggiare. Come dicevamo, ci sono undici assoluzioni ma pure tre condanne: due anni a Federica Anghinolfi (per due capi di imputazione), ex responsabile dei Servizi sociali della Val d’Enza; un anno e otto mesi all’assistente sociale Francesco Monopoli; cinque mesi a Flaviana Murru (pena sospesa per tutti). Qualcuno scrive che si tratta di condanne per reati amministrativi. Già, peccato che questi atti amministrativi fossero fondamentali per decidere della sorte di minorenni tolti alle famiglie e affidati ad altri. In più, si dimentica che in questa storia c’è pure una persona che ha confessato. Parliamo di Cinzia Magnarelli, assistente sociale, che ha patteggiato un anno e otto mesi per frode processuale e per aver attestato il falso in una relazione del 29 agosto 2015 riguardante l’allontanamento di due bambini africani. Scrisse che la casa in cui vivevano i due piccini era degradata, ma in quell’abitazione non era mai entrata: «Fu Federica Anghinolfi a riferirmi questi particolari», ha detto in tribunale. Il padre dei piccoli fu accusato di abusi sessuali dalla madre, che però aveva problemi psichici, tanto che l’indagine fu archiviata nel 2017. Repubblica, per la penna di Paolo Berizzi, festeggia la ritrovata dignità del «paese finito alla gogna». E la dignità di chi fu accusato ingiustamente e dei bambini tolti ai genitori che fine fa? Sarà pure vero che undici persone - quelle che avevano ruoli marginali nella vicenda - sono state assolte. Ma è anche vero che il tribunale dei minorenni ha deciso già da anni di rimandare a casa i nove bambini sottratti ai genitori da cui tutto iniziò. Non è forse questa una verità stabilita in aula da una corte? Sembra però che tutti tendano a dimenticarla. Il fatto è che coloro che adesso fanno battute e sghignazzano all’indirizzo delle destre non hanno probabilmente letto le carte di Angeli e demoni, non hanno seguito le indagini e il processo. Non hanno parlato con i genitori a cui furono tolti i figli, non hanno sentito le loro preghiere disperate. Non conoscono alcuni dei casi emersi dai verbali e che sono verità, al di là di ogni sentenza. Ad esempio quello del bambino che fu tolto a mamma e papà accusati di avere masturbato lui e i fratelli. Fu mandato in affido, il piccolo, per un abuso che non esisteva. Nella casa degli affidatari fu stuprato da un ragazzo di 17 anni. Dalle carte giudiziarie sappiamo quale fu il commento dell’assistente sociale Francesco Monopoli: «Chissà che segnali avrà mandato a questo ragazzo perché fosse predabile». Festeggiamo anche per questo?Michele Serra, che stupido non è, riconosce nella sua Amaca che gli affidamenti fatti a Bibbiano erano discutibili, magari non criminali, ma discutibili. Ed è esattamente quello che noi abbiamo sempre provato a fare: discutere del sistema operante in Val d’Enza. Potrà anche non essere un reato, ma rimane appunto molto discutibile che dei bambini potessero essere affidati a una coppia composta dall’ex compagna o amica della responsabile dei servizi sociali Federica Anghinolfi e da un’altra donna. Viene per lo meno il sospetto che ci potesse essere poca imparzialità nella valutazione, soprattutto se si tiene conto che sia la Anghinolfi sia la sua ex erano molto attive nella promozione degli affidi arcobaleno. A Bibbiano esisteva una strana commistione di ideologia, politica, rapporti personali e professionali. Non era illegale? Bene: resta poco trasparente e decisamente criticabile, anche perché in virtù di questa commistione si decideva sulla vita di bambini fragili. Riepilogando: c’è una assistente sociale che ha patteggiato denunciando pressioni sulle psicologhe che si occupavano degli affidi e ammettendo di aver falsificato una relazione. Ci sono tre condannati. C’è la decisione del tribunale dei minori che ha rimandato a casa tutti i bambini coinvolti. Ci sono episodi agghiaccianti di cui le carte danno notizia e di chi nessuno ha potuto negare la veridicità. Questa è la grande vittoria che la sinistra e i giornali di corte oggi sbandierano, questa è la grande vittoria che i dem usano per esibire superiorità morale e pretendere scuse. Non ci scusiamo certo per aver fatto il nostro mestiere, ma possiamo notare, non senza sorpresa, che oggi, dopo anni, il Pd appare fierissimo di essere il partito di Bibbiano.
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