2025-10-22
Massimo Bochicchio, il tribunale certifica: investimenti falsi
True
Massimo Bochicchio (Ansa)
La fiduciaria Sifir condannata a risarcire 362.700 euro: le azioni Facebook non furono mai acquistate. Mentre sul fronte penale la truffa– che coinvolse decine di vip e continua a essere archiviata dopo la morte del broker – resta senza colpevoli, il civile inizia a ricostruire le responsabilità residue.La lama della giustizia civile è arrivata dove quella penale si è fermata. Con una sentenza depositata nei mesi scorsi, il Tribunale di Modena – giudice Michele Cifarelli – ha condannato la società fiduciaria Sifir Srl a risarcire 362.700 euro a Barbara Prampolini, giornalista e avvocato (difesa dei legali Sido Bonfatti ed Elisa Parenti), che nel 2011 aveva affidato 400 mila euro alla fiduciaria per partecipare, tramite il veicolo londinese Kidman Asset Management, alla prestigiosa operazione “pre-Ipo” di azioni Facebook. Quelle azioni, oggi lo riconosce un tribunale italiano, non sono mai state acquistate.La vicenda è complessa e simbolica. Nel luglio 2011 Prampolini versa a Sifir la somma di 400 mila euro. Sifir a sua volta gira l’importo a Kidman e sottoscrive un mandato fiduciario che prevede la gestione delle azioni Facebook in vista della futura quotazione in Borsa. A operazione conclusa, la fiduciaria comunica all’investitrice che sono state acquistate 15.015 azioni per un controvalore di 400 mila euro, e che i titoli risultano intestati su un conto fiduciario a Londra. In realtà, quelle azioni non esistevano.Anni dopo, nel 2020, la donna scopre la verità: nessun titolo, nessuna registrazione, nessuna traccia reale dell’investimento. Tutto era passato per Kidman Asset Management, la società riconducibile a Massimo Bochicchio, il sedicente finanziere capace di attrarre milioni di euro da professionisti, manager, calciatori e imprenditori, promettendo accesso a circuiti finanziari esclusivi e rendimenti elevati.Il Tribunale di Modena entra con precisione nel cuore della questione. Sifir, spiega la sentenza, aveva piena facoltà di servirsi di un intermediario estero, ma doveva farlo “vigilando sul suo operato” e garantendo che l’acquisto fosse realmente eseguito. In base all’articolo 1717 del Codice civile, quando il mandatario sostituisce altri a sé stesso, “risponde se è in colpa nella scelta o nella vigilanza del sostituto”. Peccato che la fiduciaria non abbia dimostrato di aver adempiuto a tale dovere.Il giudice osserva che “senza l’acquisto, il mandato fiduciario è privo di oggetto”. Poiché non è mai stata fornita la prova dell’acquisto delle azioni, la fiduciaria risulta inadempiente. E poiché la scelta di Kidman – oggi riconosciuta come società di facciata – è stata esclusiva di SIFIR, la responsabilità ricade interamente su di essa.Il danno patrimoniale, calcolato come mancato investimento, è stato determinato nel valore originario di 400 mila euro, rivalutato a oggi in 487.200 euro. Da tale somma il giudice ha sottratto 150 mila euro che la donna aveva ricevuto da Kidman tra il 2017 e il 2019 come “anticipi” o “affidamenti”, somme che il tribunale interpreta come pagamenti volti a mascherare l’inadempimento. Il danno residuo – 310 mila euro – è stato ulteriormente maggiorato di 52.700 euro per interessi e rivalutazione, portando il totale a 362.700 euro.Il nome Kidman Asset Management riporta alla più grande truffa finanziaria italiana degli ultimi anni. Bochicchio, ex broker londinese di origini napoletane, aveva costruito un impero fittizio promettendo investimenti ad alto rendimento attraverso conti intestati a società offshore. Nel suo circuito finirono decine di persone note: l’ex allenatore della Nazionale Antonio Conte, il calciatore Stephan El Shaarawy, l’ambasciatore Raffaele Trombetta, imprenditori e professionisti con patrimoni all’estero. Secondo le stime dei legali che li assistono, il totale delle somme svanite o mai restituite sfiora i 300 milioni di euro.Bochicchio muore nel giugno 2022, schiantandosi in moto all’Eur, a Roma, pochi giorni prima di un’udienza cruciale nel processo che lo vedeva imputato per truffa aggravata. Con la sua morte il procedimento si estingue e il fronte penale si spegne. Nello stesso fascicolo erano state sfiorate anche la moglie Arianna Iacomelli e il commercialista Sebastiano Zampa, coinvolti per verificare eventuali passaggi di denaro e movimentazioni bancarie: l’inchiesta romana è stata archiviata, senza alcun addebito. Ma tra i tanti presunti truffati c’è chi vuole presentare opposizione. Il caso modenese mostra la cesura fra i due binari della giustizia. Sul piano penale, la morte del principale imputato sta determinando l’archiviazione e la chiusura dei fascicoli. Sul piano civile, invece, i giudici iniziano a ricostruire le responsabilità residue delle strutture italiane che fecero da tramite, come Sifir, condannandole per negligenza nella scelta e nel controllo del soggetto estero.È un meccanismo noto nelle grandi frodi finanziarie: quando l’autore materiale sparisce, i risparmiatori tentano la via del diritto civile, puntando su intermediari, fiduciari o banche depositarie. È ciò che sta accadendo anche nel circuito Bochicchio-Kidman, dove alcuni investitori hanno avviato cause a Londra per tentare di recuperare parte dei capitali dispersi tra conti offshore e società di comodo.La sentenza modenese è articolata, quasi didattica. Il giudice spiega che il “mandato fiduciario” non si esaurisce nel trasferimento del denaro, ma comporta un obbligo di risultato: l’acquisto dei titoli e la prova della loro esistenza. Richiama la giurisprudenza della Corte di Cassazione, secondo cui il mandatario è tenuto non solo a eseguire l’incarico ma anche a dimostrare che esso sia stato completato e portato a conoscenza del mandante. Una piccola luce nella misteriosa vicenda che gira ancora intorno alla morte di Bochicchio.
Ecco #DimmiLaVerità del 22 ottobre 2025. Ospite la presidente di Sud Chiama Nord Laura Castelli. L'argomento del giorno è: "Le strategie del mio partito e le difficoltà dei miei ex colleghi del M5s".