2024-03-01
Spingono il vaccino anti papilloma virus. Ma lo regalano solo ai gay maschi
Il siero contro l’Hpv è gratuito per tutti gli «uomini che fanno sesso con uomini». Alle donne over 26, invece, tocca pagarselo.Il carcinoma della cervice uterina è, dopo il tumore della mammella, il tumore più diagnosticato nelle donne. Questo emerge dal report «i numeri del cancro in Italia 2023», un censimento dedicato a diagnosi e mortalità dei tumori nel nostro Paese a cura dell’Iss. Nel dettaglio le stime del 2023 non sono presenti nel documento, sono disponibili invece quelle del 2022 che registrano circa 2.500 nuove diagnosi in un anno. Secondo lo studio «questa neoplasia è più frequente nella fascia giovanile». Fondamentale sapere che questo tipo di tumore è scatenato da un agente virale: il virus Hpv, meglio conosciuto come papilloma virus e secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità, è alla base del 2 - 5 per cento di tutte le diagnosi di cancro che si registrano in Europa. Il papilloma virus è anche alla base dell’insorgenza di tutti i cancri dell’utero, del pene e dell’ano. Nel documento si legge ancora che «è importante considerare che per questo tumore esiste una prevenzione primaria rappresentata dai vaccini anti Hpv, offerti gratuitamente a uomini e donne dai 12 ai 26 anni, ma con dati di efficacia anche in donne fino a 45 anni di età e in chi ha già ricevuto trattamenti per lesioni pre-neoplastiche». Fortunatamente la scienza quindi ha scoperto un modo efficace per prevenire questi tipi di tumore che come più volte sottolineato, interessano maggiormente le giovani donne. Purtroppo la gratuità del vaccino non prevede la copertura nelle donne che hanno superato i 26 anni, incredibilmente per gli uomini omosessuali invece sì. La circolare ministeriale recepita da molte Asl d’Italia inserisce nelle gratuità della somministrazione anche i soggetti a rischio tra cui «uomini che hanno rapporti sessuali con uomini». Naturalmente l’omosessualità non va provata, basta dichiararla ed ecco che per qualsiasi uomo è possibile farsi somministrare un vaccino che per le donne over 26 )costerà in media circa 215 euro a seconda della Regione di appartenenza. Una beffa insomma, una facile prevenzione contro il secondo tumore più diffuso nelle donne è assicurato gratuitamente più agli uomini che alle donne. Come già detto, questo succede in molte Regioni d’Italia essendo un regolamento ministeriale. Nel Lazio, ad esempio, il vaccino è offerto gratuitamente a maschi e femmine al compimento degli 11 anni fino ai 26 anni; a tutte le venticinquenni non vaccinate, in occasione della chiamata attiva per l’offerta dello screening per la diagnosi precoce del carcinoma della cervice uterina; a tutte le donne già trattate per lesioni pre-cancerose; infine ai soggetti a rischio per determinati comportamenti o condizioni, includendo gli uomini che fanno sesso con uomini, ai soggetti immunocompromessi e a coloro che devono iniziare una terapia con immunomodulatori e immunosoppressori.Questo elenco è presente anche in molte altre Regioni, come la Liguria. Curioso il caso di La Spezia. Una donna di 38 anni nel giugno dello scorso anno ha chiesto di effettuare il vaccino per il papilloma virus gratuitamente pensando di rientrare nelle categorie a rischio in quanto omosessuale. Durante il colloquio preliminare il medico le spiega che vengono considerati soggetti a rischio solo gli «uomini che fanno sesso con uomini» e non le donne. Del caso si interessa l’associazione GiustItalia, secondo cui la disposizione applicata dalla Regione Liguria nelle sue Asl è «illegittima in relazione ai criteri di eguaglianza sanciti nella nostra Costituzione e appare come una disposizione sessista ed omofoba». Diventa in sostanza una gara tra chi ha più diritti da rivendicare in quanto non eterosessuale. Privilegi richiesti e per alcuni ottenuti grazie al proprio orientamento sessuale, quando il criterio principale dovrebbe essere privilegiare chi soffre di più delle possibili conseguenze della contrazione del virus, ovvero le donne. In quel caso la Asl 5 della Spezia «fa presente di aver recepito e applicato le linee ministeriali espresse nel vigente Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2017/19, (approvato durante il mandato al ministero della Salute di Beatrice Lorenzin, del Pd, ndr). Secondo il documento, infatti, la signora non aveva diritto alla gratuità della prestazione, in quanto si consiglia l’effettuazione del vaccino per l’Hpv solo agli «uomini che fanno sesso con uomini» indicando questa come unica categoria a rischio per la quale non è prevista alcuna spesa». E mentre si discute di presunta omofobia, nel report dell’Iss si spiega bene quali sono i fattori di rischio del tumore alla cervice uterina: il basso livello socioeconomico (con scarso accesso alla prevenzione), il numero di partner, la giovane età di inizio dell’attività sessuale. Insomma una donna sessualmente attiva e giovane (ma non abbastanza), con un basso livello socioeconomico viene considerata a rischio. Peccato che le sue condizioni difficilmente le permetteranno di spendere 215 euro per effettuare un vaccino che potrebbe impedirle di contrarre il secondo tumore più diagnosticato nelle donne. Nel 2022 in Italia sono state stimate 2.500 morti complessive per tutti i tumori dell’utero.