2025-08-10
Paolo Bellavite: «Io sono uno scienziato, chi mi attacca no»
Paolo Bellavite (Imagoeconomica)
Il professore: «Durante il Covid c’è stata un’ossessione per l’informazione e la politica ha prevalso sul dibattito tra esperti. Nel gruppo tecnico sui vaccini non ci saranno fazioni, proporrò di verificare quanti sono già immuni alla malattie infettive».Da quando il ministro della salute, Orazio Schillaci, l’ha nominato componente del Nitag, il gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni, il professor Paolo Bellavite è diventato bersaglio di critiche. Contestato è anche un altro medico, il pediatra Eugenio Serravalle. Con livore, invidia, molto pregiudizio e notevole assenza di rispetto deontologico, una pletora di sanitari ha inveito contro la scelta ministeriale. Veronese, classe 1952, medico chirurgo, specialista in ematologia, un master in biotecnologia presso l’Università di Cranfield nel Regno Unito, dal 1984 al 2017 Bellavite ha insegnato Patologia generale all’Università di Verona e ora è docente di fisiopatologia alla Scuola di medicina omeopatica di Verona, riconosciuta dalla Regione.Il Patto trasversale per la scienza (Pts) chiede con forza la revoca immediata della nomina sua e del dottor Serravalle. Hanno promosso anche una raccolta firme, superando al momento quasi 8.000 sottoscrittori. Tra le accuse, aver «pubblicato e promosso contenuti pseudoscientifici» e aver sostenuto «teorie prive di fondamento». Professore, lei sarebbe un ciarlatano e il ministro della Salute avrebbe preso un abbaglio?«Sono un medico scienziato, che ha studiato per tutta la vita patologia generale e immunofarmacologia. Mi sono specializzato soprattutto negli effetti dell’infiammazione. Negli ultimi dieci anni ho compiuto molti studi nel campo dei vaccini e quando nel 2017 la Regione Veneto fece ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge Lorenzin che introduceva l’obbligo vaccinale per l’accesso a scuola, venni nominato tra i consulenti che dovevano produrre il dossier. La mia documentazione scientifica è inconfutabile. Raccolsi il materiale anche in un libro dal titolo Vaccini sì, obblighi no. Le vaccinazioni pediatriche tra evidenze scientifiche e diritti previsti nella costituzione italiana. La materia la conosco molto bene». Guarda caso, il Patto è nato su iniziativa sostenuta dai medici Roberto Burioni, nota virostar e Guido Silvestri, l’immunologo convinto della necessità di vaccinare contro il Covid bambini tra 5 e 11 anni. Obiettivo del Patto, «promuovere l’informazione scientifica corretta e combattere bufale e fake news». Durante la pandemia c’è stata informazione scientifica?«C’è stata un’infodemia, un’ossessione di informazione e la politica ha prevalso sul dibattito scientifico, stroncando con violenza i medici. Venivano finanziate le ricerche solo di coloro che parlavano bene dei vaccini. Voce in capitolo l’avevano non scienziati ma scientisti, che sostenendo le politiche governative si sono scagliati contro chi professava libertà di pensiero. Nel mondo scientifico in senso stretto, intanto, avvenivano grandi sviluppi di conoscenza su Covid ed effetti avversi della vaccinazione, però al pubblico arrivava solo il messaggio che i vaccini salvano la vita. Sono stato espulso dall’università unicamente perché ho osato mettere in dubbio la farmacovigilanza in Italia, che è praticamente inesistente».«Vedere in questo gruppo ministeriale alcune figure ideologicamente contro i vaccini e a favore dell’omeopatia, credo che rappresenti uno dei punti più bassi mai toccati nella salute pubblica italiana». Così affida ai social il suo pensiero l’infettivologo Matteo Bassetti. L’omeopatia ancora una volta additata come pratica da maghi e fattucchieri?«Troppi parlano senza sapere e come se l’omeopatia fosse disdicevole, non di interesse per la società. Con il mio gruppo abbiamo pubblicato una quarantina di articoli scientifici, accreditati nella letteratura mondiale. Coloro che screditano l’omeopatia esercitata da un medico, agiscono perché la confondono con le male pratiche. Parlano per sentito dire e senza averne competenza».La vostra nomina «svilisce la scienza e legittima la disinformazione», tuona il gastroenterologo Nino Cartabellotta meglio noto come presidente della fondazione Gimbe. Professore, qual è il suo H-Index, indicatore di qualità della produzione scientifica, rispetto al sanitario siciliano?«Il mio è 56, quello di Roberto Burioni è 38. Temo che per Cartabellotta non ci sia un numero che racchiuda sia la sua produttività, sia l’impatto della sua produzione scientifica basato sulle citazioni ricevute».Infatti non ha H-index, non figura nella Top italian scientists. «Di vaccini si è occupato zero e non è uno scienziato».La senatrice dem Sandra Zampa, in epoca Covid sottosegretario alla Salute dell’allora ministro Roberto Speranza, ha postato: «Ministro Schillaci ma che vergogna è mai questa? Come si fa a nominare nel Nitag medici no-vax? Ma lei è un medico laureato dove? In quale Università? Il giuramento di Ippocrate le dice qualcosa?». Sull’osservanza di quel giuramento durante la pandemia, molti medici dovrebbero rispondere di violazione del codice deontologico, è d’accordo?«Ippocrate mette al centro il paziente rispetto alle terapie, e il medico è indipendente dal potere. Il consenso informato un tempo era cardine della medicina, durante la pandemia gli Ordini professionali si sono piegati alla politica. È stata una catastrofe».Quale sarà il suo apporto all’interno del Nitag?«Vogliono far credere che Serravalle ed io saremo due contro tutti. Sbagliatissimo, non ci saranno due fazioni. Nel gruppo tecnico ci sono persone validissime ed esperti dell’Istituto superiore di Sanità con i quali vorrei collaborare, per esempio per valutare il numero della popolazione italiana già immune alle malattie infettive, che ancora non si conosce. Confido in discussioni aperte alle diverse posizioni, richiesta mai accolta quando ministro era Speranza».
(Totaleu)
Lo ha detto la vicepresidente del Parlamento europeo, Antonella Sberna (FdI), a margine dell'inaugurazione della Half Marathon Città dei Papi.
Silvio Berlusconi e Claudio Lotito al Senato in una foto del 13 ottobre 2022 (Getty Images)
Nel giorno in cui Silvio Berlusconi avrebbe compiuto 89 anni, Claudio Lotito gli dedica una lettera affettuosa: «Il modo in cui hai amato gli italiani continua a sostenerci. Hai realizzato tutti i tuoi sogni, rendendo l’Italia riconoscibile nel mondo».
«Caro Presidente, caro Silvio, auguri. Oggi compi gli anni, e anche se non sei fisicamente presente non è un problema. Potrà sembrare poco ortodosso usare questa espressione, ma il modo e l’intensità con cui hai amato gli italiani, così tanto e così profondamente, continuano a sostenerci anche se tu non ci sei più. È una cosa che è rimasta in ognuno di coloro che hanno capito che il tuo valore, come politico e come uomo, dipendevano anzitutto dalla maniera in cui i tuoi sentimenti, i tuoi pensieri e le tue azioni contribuivano allo sviluppo dell’esistenza degli altri individui. Credo che muoia lentamente chi non vive le proprie passioni, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle ‘i’ piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi. Caro Presidente, caro Silvio, il mondo è nelle mani di coloro che hanno il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni. E tu hai vissuto tutti i tuoi sogni: da imprenditore, da uomo di sport e da politico, tutti realizzati rendendo l’Italia riconoscibile al mondo. Auguri Presidente! Auguri Silvio!». Lo dichiara il senatore Claudio Lotito.
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