2025-05-08
Le Pen testardo, Limonov trasandato: gli incontri ribelli nei quaderni di Venner
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Ėduard Limonov. A sinistra la copertina di «Pagine Ribelli» di Dominique Venner (Getty Images)
Pubblicato in Italia il terzo volume di Pagine ribelli, la raccolta di appunti e quaderni privati del grande storico che si è dato la morte nella basilica di Notre Dame.Continua la pubblicazione, da parte dell’editore Passaggio al bosco, delle Pagine ribelli di Dominique Venner, pubblicate in Italia in parallelo con quanto sta avvenendo in Francia. Si tratta di diari e quaderni di appunti lasciato dallo storico e scrittore francese che si è dato la morte nel 2013 come testimonianza contro la decadenza della civiltà europea. Quello appena uscito è il terzo volume. Come nei precedenti, vi si trova un Venner impegnato ora in penetranti riflessioni sulla civiltà, ora in resoconti dei suoi incontri e delle sue letture, ora in considerazioni quotidiane più o meno profonde.Diverse le curiosità di notevole interesse. Tutto da gustare, per esempio, è il racconto di un pranzo con Jean-Marie Le Pen, in cui «una bimbetta bionda gironzola (quattro o cinque anni), figlia di una delle figlie di Le Pen» (che fosse Marion?). Franz-Olivier Giesbert apostrofa il capo dell’allora Front national: «Perché non fate ciò che ci si aspetta da voi? Perché v’intestardite?». Risposta: «Perché mi rifiuto di piegarmi!». Venner chiosa: «È proprio questo che è degno di ammirazione in quest’uomo, malgrado tutti i suoi difetti caratteriali. Non si è mai prostrato. La più sfolgorante carriera politica gli si sarebbe schiusa davanti, se non si fosse “intestardito”. Se non fosse rimasto fedele». Venner, freddo e analitico, è distante dall’istrionico leader populista, ma non nasconde comunque la sua stima: «Fenomeno più unico che raro, nella nostra epoca, quello della coincidenza in un unico uomo delle qualità di un poderoso animale politico e di una fedeltà a convinzioni che lo condannano alla marginalità... A meno che...».In un’altra occasione, Venner commenta un altro pranzo, stavolta avvenuto in sua assenza, all’Eliseo, tra François Mitterrand ed Ernst Jünger in occasione del suo 98° compleanno dello scrittore. «Le ragioni di Jünger per accettare un simile invito», commenta Venner, «sono poco misteriose. L’uomo è, beninteso, indifferente alle dispute politiche dei francesi. Essere ricevuto da un capo di Stato che si picca d’intendersi di letteratura, si è sempre voluto europeo, tornare a Parigi, che ha sempre amato, da ospite ufficiale (o ufficioso) del presidente non poteva non essere per lui cosa gradita. Senza dimenticare l’immutabile curiosità del viaggiatore, benché conosca già i luoghi per esservi stato ricevuto all’inizio del primo settennato. L’ospite lo aveva già incontrato almeno due volte. In questa prima occasione, e poi in occasione di una cerimonia di riconciliazione franco-tedesca... Le ragioni di Mitterrand sono più complesse e più interessanti. La figura (la “sagoma”) di Jünger non è esattamente di quelle che suscitano l’entusiasmo degli amici del presidente. Donde la sorpresa e la curiosità. Passione per uno scrittore “di destra”, e questo lo sapevamo. Ma passione anche – attrazione – per il mistero sulfureo di questo personaggio “prussiano” e ieratico».Simpatico anche il ricordo dell’incontro tra Venner e lo scrittore russo nazionalbolscevico Ėduard Limonov: «L’ho incontrato di sfuggita, a fine maggio 1993 (chiusura di Enquête sur l’histoire, n. 7). Veniva a place de la Chapel a portare a Catherine un articolo e delle foto apparse su Le Choc du mois del giugno 1993. Aspetto da teppista, giubbotto di tessuto sintetico nero, pantaloni pure, anfibi coordinati, odore acre di traspirazione... L’uomo tiene coperte le proprie carte dietro a questa tenuta. Secondo Catherine, che ha trascorso qualche giorno a Mosca con lui (cena del 17 giugno) la sua popolarità laggiù è immensa. Sgomitano per avere un autografo da lui... Personaggio più interessante di quanto la sua tenuta, che pare indossi per tutto l’anno, non lasci supporre».
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)
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