
Parla l’autore del podcast «Veleno»: «L’assoluzione di Foti non cambia nulla, non ho bisogno delle sentenze per farmi un’idea. In certi servizi sociali c’è ideologia».Pablo Trincia autore, giornalista e volto noto di trasmissioni come Chi l’ha visto su Rai3 e soprattutto Le iene di Italia 1. Smarco subito la domanda scontata e inutile a una settimana dalla morte di Silvio Berlusconi. Lo hai mai incontrato di persona?«No!».Sintetico«E mai votato!».Non mi sorprende. Hai prodotto un podcast di successo intitolato Veleno. Ci definisci cosa è Bibbiano?«Alla base c’è una teoria del complotto antiscientifica. Un’ideologia dentro l’universo dei servizi sociali e che permea il loro operato. Comunque di alcune di queste realtà. Il mondo sarebbe pieno di pedofili e sette sataniche nascoste. Potenti ed abili nello sfuggire ai controlli. Con agganci nella politica, nella magistratura e nella polizia. Questo viene fuori chiaramente dalla lettura degli atti dei processi e dei messaggi intercettati».Suggestione collettiva o malafede? «Scorrette entrambe le interpretazioni. La suggestione collettiva è il contagio psicologico che talvolta investe i genitori di alunni che credono - in buona fede - che i loro figli siano vittime di violenze nella loro scuola. Qui invece c’è un modo di lavorare di operatori del settore animati da un pregiudizio. Il presupposto è sempre quello: “Sono avvenute delle violenze”. È un pregiudizio comune. Quando c’è un bambino in situazioni difficili - dove probabilmente ha subito soprusi o violenze fisiche ma non sessuali -gli addetti ai lavori che interrogano i bambini dovrebbero adottare cautele ben descritte nel protocollo conosciuto come Carta di Noto. Nel caso di Bibbiano, e molti altri purtroppo, queste linee guida sono state completamente disattese. È relativamente facile estorcere la confessione che si ha in animo di ottenere con un adulto. Figurarsi con un bambino».Chiaro…«In un’intercettazione relativa a Bibbiano, l’assistente sociale si soffermava ossessivamente sul sesso interrogando un bimbo che non ne parlava assolutamente. L’ideologia di questi operatori postula cioè che il numero di bambini oggetto di violenze sessuali sia infinitamente superiore a ciò che noi possiamo percepire. Numeri e statistiche dati a caso. C’è un’altra assurdità: che i segni degli abusi siano rinvenibili in ogni atto del bambino. Come ad esempio un semplice disegno. E qui la comunità scientifica inorridisce. Non esistono affatto segni grafici sintomatici di abusi».Quindi malafede!«Credo proprio di no. Non credo che questi operatori si sveglino con l’intenzione di strappare un bimbo alla loro famiglia per motivazioni economiche. Siamo, ripeto, in presenza di un chiaro pregiudizio».Ne discende però che in queste situazioni la relazione dell’esperto diventa sentenza«In realtà no. Non sempre queste opinioni influenzano i giudici. Si pensi al caso dell’asilo di Rignano Flaminio. Nel frattempo però gli esperti informano i servizi sociali; che a loro volta notificano il tutto al tribunale per i minorenni ed i figli vengono allontanati. Traumi pazzeschi. In questi esperti c’è una presunzione di colpevolezza “a prescindere ed immediata”. E se i bambini non parlano affatto di violenze sessuali, il riflesso condizionato è che non ne parlano proprio perché si vergognano. E se dicono invece cose talmente inverosimili e non suffragate dai fatti, anche queste sono interpretate come conseguenze di uno stato di disordine psicologico dovuto a violenze sessuali».Un corto circuito. Non se ne esce. Ma una famiglia qualunque come ci finisce in questo tritacarne?«Sono soprattutto le separazioni. Leggevo una statistica in proposito. Nell’80% dei casi la madre accusa ingiustamente il partner da cui si è separato. Sia chiaro non stiamo parlando di famiglie da Mulino Bianco. Situazioni di povertà. Non solo economica ma anche intellettuale. Famiglie straniere. Mentalità all’antica. Oppure genitori tossicodipendenti. Violenze fisiche sui bambini. Certo. Ma non sessuali. Falsi sospetti. Falsi ricordi. Questa è la bomba atomica che distrugge come un cancro le famiglie».Con l’assoluzione in appello di Claudio Foti, che commento ti senti di fare?«Si parla di un singolo caso che riguarda una singola ragazza; non conosciamo le motivazioni e ci sarà probabilmente un terzo grado di giudizio».Anche prima della sentenza di primo grado che lo dichiarò colpevole, tu però non ponevi nessuna enfasi sull’aspetto giudiziario. «Esattamente. Claudio Foti è il fondatore del Centro Hansel e Gretel attualmente a processo a Bibbiano come tanti suoi componenti. Con quella associazione sono stati formati decine e decine di esperti e professionisti in giro per l’Italia per anni. Animati da un’ideologia: loro sono i difensori dei bambini contro i difensori dei pedofili. Ho visto decine di straordinari professionisti in ogni campo bollati come “difensori dei pedofili” da questi qua!»Ne hai parlato in Veleno…«Contro cui Foti promosse una raccolta di firme. A parte che non comprendo il senso di raccogliere firme contro un podcast. Ma lui nemmeno lo aveva ascoltato. L’ho capito parlandoci. Stiamo parlando di un professionista e di un perito protagonista di procedimenti importanti». La storia della piccola Angela è stata addirittura raccontata in una serie televisiva con Sabrina Ferilli«Il perito interpretava il disegno di un fantasma come un pene. Dieci anni fuori dalla sua famiglia. Genitori assolti che hanno poi rincontrato la loro figlia Angela quando già era un’altra persona in una spiaggia in Liguria. Ti rendi conto che storia di merda? Ci sono trascrizioni di interrogatori in cui Foti consigliava alla mamma di accusare il marito degli abusi per favorire il decorso del processo. Ed ammetteva addirittura di non aver letto neppure le carte».Tanti gli episodi del genere?«Un contagio psicologico collettivo nel caso dell’asilo di Rignano Flaminio con dentro la perizia del Centro Hansel e Gretel. Tutti assolti. Il caso di Sagliano Micca. Quattro persone suicidatesi contemporaneamente per la vergogna. E non stai parlando con uno che nega l’esistenza della pedofilia. Tutt’altro. Ne ho parlato di questo fenomeno, ad esempio, dentro la chiesa». In pratica si accende un riflettore e deve esserci per forza un colpevole…(Trincia misura le parole con cautela ndr) «Un metodo antiscientifico che ha caratterizzato il lavoro di molti operatori nei servizi sociali. Basato su una colossale teoria della cospirazione. Bibbiano non è il mercato degli affidi».Quindi anche a destra si strumentalizza il caso?«Si. Tranne Carlo Giovanardi che è l’unico che continua a combattere su questo fronte da sempre. E parlo di un politico lontano da me anni luce. Lo stesso dicasi per Stefania Ascari del M5s. A parte loro, dopo aver buttato merda addosso al Pd, un po’ tutti se ne sono fregati. E la sinistra, mi spiace dirlo, ha avuto un atteggiamento molto molto ambiguo anche di fronte a trascrizioni di messaggi devastanti. Atteggiamento inqualificabile in una Regione dove molti consiglieri di maggioranza mi hanno attaccato apertamente».Dopo l’assoluzione di Foti si respira secondo te un’atmosfera di scampato pericolo sul caso Bibbiano a sinistra?«Gli ignoranti possono pensarlo. Chi conosce la storia, sa che c’è ancora un processo con un sacco di capi di accusa. Gli scambi dei messaggi emersi nelle carte del processo sono devastanti. Di ciò che poi deciderà la magistratura non frega quasi nulla, a me. Non ho bisogno del giudizio per leggere quelle cose e per comprendere il male che hanno subito tante famiglie innocenti. Io non ho bisogno della magistratura per sapere se oggi a Milano c’è il sole oppure no, perdonami. Detto ciò, ripeto, spero che la magistratura vada fino in fondo. Le cose le conosciamo in presa diretta. Il materiale sta tutto dentro la mia inchiesta Veleno. La regione è quella: l’Emilia Romagna».Quanti testimoni, quante vittime, quanti imputati presunti colpevoli hai avuto di ascoltare in tutti questi anni che ti occupi di Bibbiano e dintorni?«Ho perso il conto. Ma poi guarda molte di queste storie si chiudono con un’assoluzione. Penso a Rignano Flaminio. A Brescia ho raccontato di due casi di contagi psicologici. Un bidello ha dovuto sostentare a nove, ripeto nove, gradi di giudizio. Tutto basato su racconti di bambini fatti alle madri. Dove quest’uomo di nascosto in aree abitatissime con palazzi alti cinque piani attraverso passaggi sotterranei li avrebbe condotti fuori dalla scuola uscendo dai tombini. All’insaputa dei docenti. E questi bambini li avrebbe accompagnati a Gardaland per poi abusare sessualmente di loro. Oppure un caso dove nella stessa scuola vi sarebbero stati contemporaneamente nove - ripeto nove - insegnati tutti pedofili. Ma grazie a Dio assolti».Pablo, qual è la storia che ancora ti angoscia di più ripensando a tutti questi anni in cui ti sei occupato dell’inchiesta Angeli e demoni di Bibbiano?«La storia che mi angoscia di più è quella di un bambino che è stato tolto dalla propria famiglia e portato in un’altra dove è stato violentato».
Ansa
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