2023-02-08
Otto Paesi pungolano Bruxelles: «Il diritto d’asilo va modificato»
Il commissario europeo agli Affari Interni Ylva Johansson (Ansa)
Alla vigilia del Consiglio europeo sui flussi, Stati baltici, Danimarca, Slovacchia, Grecia, Malta e Austria si fanno sentire: «L’attuale sistema è rotto, avvantaggia soprattutto i cinici trafficanti di esseri umani».«L’attuale sistema di asilo è rotto e avvantaggia soprattutto i cinici trafficanti di esseri umani che approfittano della sfortuna di donne, uomini e bambini». Se ne sono accorti ora gli otto Paesi che hanno scritto a Bruxelles chiedendo di invertire la rotta sulle politiche dell’immigrazione. Meglio tardi che mai. Danimarca, Lituania, Lettonia, Estonia, Slovacchia, Grecia, Malta e Austria, quindi un asse che va dal Mediterraneo al Nord Europa, pungolano la Commissione Ue affinché presenti «un approccio europeo completo per tutte le rotte migratorie». Che «dovrebbe», sostengono, «mirare ad affrontare i fattori di attrazione anche attraverso i necessari adeguamenti giuridici e tecnici». La lettera arriva a pochi giorni dal Consiglio europeo straordinario che tratterà proprio la gestione comune dei flussi migratori: la bozza del testo che è sul tavolo dei leader europei insiste sulla necessità di rafforzare la collaborazione con i Paesi terzi, sia per i rimpatri che per i corridoi legali. Il testo domani sarà sul tavolo degli ambasciatori dei 27 Paesi. Nel capitolo, oltre alla dimensione esterna del dossier, si fa proprio riferimento all’approccio complessivo della migrazione. «Il Consiglio europeo ha discusso la situazione della migrazione, una sfida europea che richiede una risposta europea», è scritto nell’incipit del punto 17. E nel testo si aggiunge: «Il Consiglio europeo invita a monitorare da vicino l’attuazione delle sue conclusioni e tornerà regolarmente sulla questione». Gli otto Paesi probabilmente attendono un segnale più forte, visto che hanno connotato il loro documento di un preciso significato politico, scegliendo di inviarlo e di diffonderlo proprio alla vigilia del Consiglio. E anche se l’Italia non è presente tra i firmatari, le questioni poste dagli otto presidenti del Consiglio ricalcano in pieno quelle sostenute dell’attuale governo italiano. Si tratta di una pesante bocciatura dell’attuale sistema. E di una richiesta esplicita di nuove misure contro i trafficanti di esseri umani. L’aumento del 128% di ingressi irregolari in Europa tramite la rotta balcanica ha preoccupato non poco l’Austria e i Paesi del Centro e Nord Europa. Tra i firmatari ci sono anche coloro che chiedono alla Commissione europea di finanziare la costruzione di muri alle frontiere esterne. Richiesta finora sempre rifiutata da Bruxelles. Per il periodo 2021-2027, l’Ue dispone di un bilancio di sei miliardi di euro destinati alla protezione delle sue frontiere esterne. È la somma approvata dagli Stati membri, quando la Commissione ne aveva chiesti 11,4 miliardi. E ora viene proposta la «revisione del Codice delle frontiere Schengen il prima possibile», è scritto nel documento. Come? «Rafforzando ulteriormente la protezione delle frontiere esterne, tenendo conto delle differenze tra frontiere terrestri e marittime, e sostenendo gli Stati membri nei loro sforzi, compreso lo spiegamento di infrastrutture e la sorveglianza aerea pre-frontaliera per le frontiere marittime», nonché il «pieno utilizzo di Frontex». L’Ue, però, ora sembra aver preso atto che, a fronte dei circa 330.000 arrivi registrati, le richieste di asilo presentate corrispondono solo a circa 1 milione, ovvero un numero tre volte superiore agli arrivi, il che dimostra come molti dei richiedenti asilo arrivino in modo legale in Ue. Inoltre, in media ci sono 300.000 decisioni sui rimpatri l’anno, ma solo 70.000 vengono effettivamente eseguiti. Il commissario europeo agli Affari Interni Ylva Johansson ha anche riconosciuto che l’aumento degli ingressi «non è spinto da guerra o persecuzione». Infatti, i Paesi dai cui provengono gli immigrati sono Turchia, Georgia, India, Cuba, Egitto, Tunisia, Marocco, Bangladesh e Pakistan, tutti, ha precisato Johansson, «con un basso tasso di riconoscimento della protezione internazionale». Gli autori della lettera, però, desiderano anche «aumentare il numero di rimpatri rapidi», «sviluppare nuove partnership» con i Paesi di origine e «rafforzare la comunicazione» per scoraggiare le partenze, prevenendo il fenomeno con «informazioni relative all’attraversamento irregolare delle frontiere esterne dell’Ue». E proprio Johansson una settimana fa aveva insistito sui rimpatri, definendoli «un importante disincentivo per prevenire gli arrivi irregolari». Il commissario ritiene che «quando chi non ha diritto alla protezione ritorna nel Paese d’origine il flusso illegale diminuisce in modo significativo». E gli otto Paesi sembrano pienamente d’accordo: «Il tasso estremamente basso di rimpatri riusciti costituisce di per sé un fattore di attrazione». Ultimo dato: la lettera non insiste sulle cosiddette regole di Dublino, che impongono che le richieste di asilo debbano essere trattate nel primo Paese di arrivo. Un principio sul quale hanno sempre puntato i piedi sia la Danimarca che l’Austria. Ma Grecia e Malta probabilmente non avrebbero firmato il documento. Il nuovo asse degli otto sembra quindi puntare sul contrasto agli incentivi che spingono i migranti a raggiungere l’Europa, rimandando indietro i clandestini più velocemente.
Leonardo Apache La Russa (Ansa)
Nessuna violenza sessuale, ma un rapporto consenziente». È stata archiviata l’indagine a carico di Leonardo Apache La Russa e l’amico Tommaso Gilardoni, entrambi 24enni, accusati di violenza sessuale da una di ventiduenne (ex compagna di scuola di La Russa jr e che si era risvegliata a casa sua).
Nel riquadro, Howard Thomas Brady (IStock)