2024-07-12
Orbán va da Trump e scatta la ripicca: Ue pronta a sfilargli il vertice Difesa
Viktor Orbán e Donald Trump (Ansa)
Altro schiaffo all’establishment dal leader ungherese, volato dal tycoon, dopo le visite a Xi e Putin. Antonio Tajani: «Non ci rappresenta». Bruxelles, sul piede di guerra, ora valuta di spostare il summit previsto a Budapest.Quattro a zero palla al centro. Pierino Orbán è presidente di turno dell’Ue da 12 giorni e ha già infilzato più figurine da mille punti di tutti gli altri leader continentali, propensi più ai minuetti nei corridoi di Bruxelles che ad affrontare di petto la politica internazionale. Dopo avere incontrato Volodymy Zelensky a Kiev e Vladimir Putin a Mosca (gastriti nelle cancellerie Ue); dopo avere stretto la mano a Xi Jinping a Pechino in un bilaterale con il tema della pace in Ucraina sul tavolo (convulsioni comunitarie), ecco che ha pianificato un’altra mossa a sorpresa: una capatina a Mar a Lago, in Florida, per prendere un té freddo con Donald Trump. La deviazione fuori dagli schemi, organizzata fra la conclusione del vertice Nato a Washington e l’inizio della convention repubblicana a Milwaukee, è stata confermata da Bloomberg, Guardian e New York Times, che aggiunge: «Il presidente ungherese è considerato un intermediario fra Putin e Trump». Secondo le tre fonti, Viktor Orbán «avrebbe evitato il presidente Usa, Joe Biden, senza fare richiesta di un bilaterale con lui». Così la mossa di incontrare (anche se informalmente) Trump - che è il candidato repubblicano ma non ha ruoli istituzionali negli Stati Uniti - suona ancor più come uno schiaffo all’establishment americano e di conseguenza a quello europeo. Mossa urticante ma non imprevedibile, visto che la Casa Bianca ha più volte sottolineato che il premier di Budapest è un leader «illiberale» e «propenso alla dittatura».Trump ha subito colto il significato politico dell’improvvisato vertice, che lo pone al centro di una triangolazione diplomatica di impatto planetario, con Putin e Xi Jinping. In campagna elettorale The Donald ha più volte sostenuto che con lui alla Casa Bianca la crisi ucraina «verrebbe risolta in 48 ore». Secondo Bloomberg, però, l’ex presidente Usa «non intende chiedere a Orbán di negoziare un accordo di pace per lui». Trump considera il premier ungherese un alleato interessante anche come fondatore della nuova formazione parlamentare «Patrioti d’Europa», della quale fanno parte anche Matteo Salvini e Marine Le Pen. Lo aveva già incontrato in Florida nel marzo scorso e al termine del colloquio Orbán aveva postato una foto su Facebook con la stretta di mano fra i due e il commento: «Rendi l’America di nuovo grande, signor presidente!». Infine, al vecchio tycoon non sfugge l’importanza ad uso interno di un incontro con il presidente di turno dell’Ue. Roba da gastrite permanente per i socialisti (veri e mascherati da liberali) da Lisbona a Varsavia. Proprio per questi aspetti il movimentismo di Orbán sta suscitando un pandemonio sotterraneo nei palazzi del potere europeo, al punto che secondo il Financial Times alcuni leader del vecchio continente starebbero preparando un documento con una «risposta congiunta alla sua diplomazia spensierata». L’intento è quello di tracciare una linea rossa oltre la quale lui non possa andare senza violare i trattati Ue. Orbán è già stato duramente contestato per le visite a Mosca e a Pechino, e alcuni leader (soprattutto Emmanuel Macron, Olaf Scholz, Donald Tusk) hanno chiesto lumi sull’eventuale possibilità di destituire l’incontrollabile pallina da flipper prima della fine del mandato (gennaio 2025). Ieri il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha commentato: «Orbán è il premier dell’Ungheria e fa ciò che ritiene più opportuno. Non è che decidiamo noi quello che deve fare. Certo non va in rappresentanza dell’Ue. Io continuo a dire che noi non dobbiamo interferire nella campagna elettorale americana. Le relazioni transatlantiche sono una delle stelle polari della nostra politica estera. Noi siamo amici e alleati degli Stati Uniti, indipendentemente da chi è stato, chi è e chi sarà il presidente americano». Orbán è stato al centro anche di alcune discussioni durante il vertice Nato di Washington, con richiesta di «cessare le escursioni non autorizzate in politica estera». Alcuni ministri degli Affari europei spingono per indire una riunione speciale con a tema le presunte trasgressioni dell’Ungheria, mentre alcune fonti diplomatiche ed europee rivelano che l’Ue sta pensando di sfilare all’Ungheria il Consiglio informale Esteri-Difesa (il Gymnich) previsto a fine agosto a Budapest. L’idea sarebbe quella di trasformare il vertice informale in un Consiglio formale, che per prassi si tiene a Bruxelles. In aggiunta sarebbe invitato il ministro ucraino Dmytro Kuleba.Gruppi informali di leader europei avrebbero discusso altre idee, tra cui quella di una lettera congiunta al magiaro in cui si esprimerebbe chiaramente la loro indignazione e si chiederebbe a di cessare le «escursioni non autorizzate» in politica estera. Il gioco si fa pesante e ancora una volta l’Europa mostra tutti i suoi limiti di coesione politica. A Bruxelles, su temi strategici di politica estera, l’immobilismo è sempre stato un mantra, quindi lo stupore (quasi il panico) davanti agli strappi orbaniani è del tutto normale. Fra quadriglie ottocentesche e improbabili mosse del cavallo, la diplomazia europea negli ultimi anni ha inanellato solo sconfitte ai punti. Chi si indigna per la frenesia transcontinentale dell’ungherese dovrebbe ricordare due flash che rappresentano altrettante dimostrazioni di immobile ignavia. Il «Sofà-gate» con Ursula Von der Leyen lasciata in piedi davanti a Recep Tayyp Erdogan nel silenzio pusillanime di Charles Michel. E il surreale «Treno degli eroi», con Macron, Scholz e Mario Draghi in posa, descritti dai violini di redazione come gli statisti della nuova Yalta che avrebbero spazzato via Putin. Vabbè. Almeno Pierino Orbán, invece di dormire, corre.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.