2024-07-02
Orbán prova a ridisegnare la destra. Salvini e Le Pen tentati dai Patrioti
Il contenitore creato dal premier ungherese riscuote successo. I portoghesi di Chega entrano, ma l’obiettivo restano i big. Il capo della Lega: «È la strada giusta». Ecr osserva, Id rischia di sparire, Afd finisce ai margini.In alto i pallottolieri. Nell’attesa del secondo turno transalpino, sancita la temporanea vittoria del Rassemblement national, la destra continentale si conta e si riconta. Il successo del partito di Marine Le Pen a Parigi ridefinisce pure i vecchi equilibri di Bruxelles. Due giorni fa Viktor Orbán, premier ungherese e leader di Fidesz, annuncia dunque la nascita di un nuovo gruppo: i Patrioti d’Europa. Assieme a lui, ci sono Herbert Kickl, leader del Partito delle libertà austriaco, e l'ex primo ministro ceco Andrej Babis, a capo di Ano, appena uscito da Renew Europe, gli scornati macroniani. Consistenza: 24 membri. Ambizioni: sterminate. Diventare «il più forte gruppo di destra nella politica europea», per l’esattezza. E adesso arriva un ulteriore innesto: i portoghesi di Chega. Niente di che, dal punto vista numerico: appena due eletti. Ma l’ultimo arrivo nei «Patriots of Europe» è più che strategico che mai. L’internazionale sovranista ha già i numeri per la nuova formazione. Ma l’assemblea esige un altro requisito: gli eletti devono rappresentare almeno un quarto dei 27 Paesi membri. Dunque, servono gli iscritti di almeno altre tre nazioni. A quel punto Orbán e neo soci potranno dispiegare il loro programma: «I popoli europei vogliono tre cose: pace, ordine e sviluppo» scrive il primo ministro magiaro su X. «Tutto ciò che ottengono dall’attuale élite di Bruxelles è guerra, migrazione e stagnazione».Il momento è propizio. Prima l’Olanda. Adesso la Francia. E Il 29 settembre 2024 ci saranno anche le elezioni in Austria. Nell’ultima tornata ha già prevalso il partito che fu di Jörg Haider, la Fpö. Insomma, nei prossimi mesi l’Europa si sposterà ancora più a destra. Seguiranno probabilmente gli Stati Uniti, dove Donald Trump resta favoritissimo. Intanto, da ieri l’Ungheria è la presidente di turno dell’Ue, per i prossimi sei mesi. La funzione è simbolica. Orbán invece vuole trasformarla in un trampolino per legittimare il suo nuovo soggetto politico, che avversi allo spasimo la perpetrazione dell’ancien régime. Ovverosia: la probabile riconferma di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione. La mossa dei Patrioti sembra destinata a provocare nuovi smottamenti nella destra continentale. A partire dal gruppo Identità e democrazia, che ha già perso gli austriaci, dove spadroneggia il Rassemblement national. I lepenisti, ovviamente, non si sono ancora pronunciati vista l’imminente tornata. Ma ci sono già segnali di abboccamento. Di certo, restano i distinguo. Soprattutto, sulla guerra in Ucraina. Il possibile primo ministro, Jordan Bardella, ha confermato gli impegni già presi dalla Francia con Kiev. S’è invece già pronunciato, e con trasporto, Matteo Salvini: «Mi sembra la strada giusta unire chi mette al centro lavoro, famiglia, sicurezza, futuro dei giovani, piuttosto che finanza, burocrazia e austerità» dice il vicepremier italiano. Insomma, la proposta di Orbán «è quello che la Lega auspica da tempo». Ancor meglio: «La strada giusta».E in tempi non sospetti anche il primo ministro olandese, Geert Wilders, leader del Partito della libertà, aveva già definito Orbán un collega «di grande valore». Porte spalancate anche per lui, ovviamente. Come Salvini, spera in un unico gruppone di destra. Gli unici reietti sarebbero alla fine i parlamentari dell’Afd. Il partito tedesco, recentemente espulso da Identità e democrazia, si sarebbe già proposto. Ma nessuno vorrebbe offrire una sponda agli estremisti teutonici dopo la recente sortita del capolista alle europee, Maximilian Krah, sui nazisti: «Non erano tutti dei criminali».Gli orbaniani mirano comunque a guidare la destra. Lo ribadisce anche Salvini: «Bisogna fare un grande gruppo che ambisca a essere il terzo nell’Europarlamento e porti avanti quello che i cittadini ci hanno chiesto, ad esempio su un ambientalismo intelligente e non ideologico». Solo che quella piazza risulta attualmente occupata dai Conservatori di Giorgia Meloni, che a loro volta hanno appena scalzato dal podio i macroniani di Renew Europe. Ecr, in questi giorni, si riunisce in un resort siciliano per definire il da farsi. Ma rimane l’area di centrodestra meno ostile agli imperanti Popolari. Il premier italiano, che vanta un proficuo rapporto personale con Ursula, si è astenuta sulla sua frettolosa e indisponente indicazione nel Consiglio europeo. Uno strategico attendismo non gradito dai polacchi del Pis, strettissimo alleato di Fratelli d’Italia, guidato dall’ex premier Mateusz Morawiecki. Che però fecero lo stesso cinque anni fa, ai tempi della prima elezione di Ursula, risultando decisivi vista la folta presenza di franchi tiratori tra i popolari. L’approdo tra i Patrioti, certo, sconfesserebbe le strategie andate. Sebbene lo stesso Morawiecki abbia, furbescamente, quantificato le possibilità di rimanere nei Conservatori: 50 per cento, tondo tondo. L’intransigenza dei Patrioti, insomma, si scontra per adesso con il trattativismo dei Conservatori. Ecco, appunto. Buona parte di Ecr pensa invece che sia proficuo il dialogo con le istituzioni europee: in particolare i più accomodanti Popolari. Meloni è ancora di fronte al dubbio scespiriano: Ursula o non Ursula, questo resta l’atroce dilemma.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.