2022-10-18
Ora stop alle multe per i vaccini. E ai tamponi
Roberto Speranza ha passato all’Agenzia delle entrate il nome di 1 milione di italiani da sanzionare per non essersi sottoposti all’iniezione. Il nuovo governo fermi questo sfregio. E i test a tappeto che mandano in tilt gli ospedali.Dopo la notizia delle minacce a Franco Locatelli, pure Fabrizio Pregliasco e Matteo Bassetti lamentano il ritorno degli insulti contro di loro. Offese ingiustificabili. Come, talvolta, le uscite degli «esperti».Lo speciale contiene due articoli.Vi sembrano pochi 5 milioni di italiani che negli ultimi nove mesi non hanno potuto pagare una bolletta della luce o del gas? Vi sembrano poche 13 milioni di cartelle esattoriali da notificare tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo? Vi sembra piccola la valanga già in arrivo di avvisi «bonari» e letterine di compliance? Ecco, a qualcuno tutto questo (sommato all’«ordinario» massacro fiscale) deve essere sembrato ancora poco, visto che, tanto per mortificare un’altra fetta di contribuenti (sui quali, come vedremo, in questo caso specifico pesano anche uno stigma e una discriminazione speciali), il ministero della Salute avrebbe comunicato alla solita Agenzia delle Entrate i nominativi di un altro milione di cittadini italiani «colpevole» di aver detto no alla vaccinazione sul Covid oppure al richiamo. Morale: dopo tutto quello che già conosciamo, dopo le aggressioni mediatiche, dopo essere stati messi ai margini della vita civile, esclusi dal lavoro e privati dello stipendio, adesso questi nostri concittadini saranno destinatari di una raffica di raccomandate per la notifica della multa da 100 euro. Proprio così: entro il 30 novembre (a meno che il nuovo governo - come vivamente ci auguriamo - non metta subito uno stop a questa inutile e sadica cerimonia), questo milioncino di italiani ultracinquantenni riceverà la sgradita comunicazione. In base alle norme tuttora vigenti, infatti, resta una sanzione di 100 euro per gli ultracinquantenni che non siano risultati vaccinati dall’8 gennaio al 15 giugno scorso. Sanzione estesa pure al personale medico e paramedico, delle strutture a vario titolo assistenziali, e ancora della scuola, della difesa e della sicurezza che, sempre al 15 giugno scorso, non siano risultati vaccinati o in regola con i vari richiami obbligatori. Ora, già è abbastanza surreale che si affidi all’Agenzia delle Entrate la riscossione di somme che non c’entrano nulla con le tasse. Ma è ancora più incredibile che questa mortificante volontà punitiva nei confronti dei «reprobi» che si sono sottratti all’obbligo di vaccinazione non sia ancora stata attenuata in sede normativa (dopo tutte le penalizzazioni, morali ed economiche, già ingiustamente subite da questi nostri connazionali). Nei giorni scorsi, un documentato articolo del Sole 24 Ore aveva prefigurato l’eventualità di una sanatoria, ricostruendo correttamente anche l’iter parlamentare del penultimo decreto (il cosiddetto Aiuti bis), nel quale già si era cercato di porre rimedio a questo sproposito, ma il governo aveva detto no per mancanza di copertura (questa la scusa utilizzata). Ora, in sede di conversione dell’ultimo decreto giacente (l’Aiuti ter) ci si riproverà: e stavolta la nuova maggioranza non dovrebbe trovare ostacoli. O meglio: tutto dipenderà da Fdi-Lega-Fi, che realisticamente dovrebbero agire in sede di Commissione speciale transitoria, cioè l’organismo parlamentare che opera in attesa della costituzione delle Commissioni ordinarie: è lì che si attende un emendamento risolutivo, e auspicabilmente abrogativo di questa ennesima mortificazione. A rendere le cose ancora più offensive per moltissimi cittadini, va segnalato che nell’elenco dei «reprobi» non ci sono solo coloro che hanno rifiutato la vaccinazione per loro volontà, ma pure coloro che non hanno avviato o completato il ciclo vaccinale avendo riscontrato una reazione avversa o avendo ottenuto inizialmente un’esenzione medica. Morale: tutti rischiano di essere bollati come no vax e trattati come trasgressori. È bene dire subito che - ad avviso di chi scrive - qui non sono in gioco solo i diritti di una minoranza (che andrebbe comunque rispettata, anche qualora fosse numericamente esigua), ma i diritti del cento per cento dei cittadini italiani. Tutti - vaccinati e non - dovremmo infatti avvertire l’ingiustizia di essere trattati come minorenni, come persone non in grado di decidere per se stesse, e addirittura punite per il fatto di non aver voluto (o in qualche caso potuto) sottoporsi a un trattamento sanitario. Dove sono tanti liberali e tante personalità di sinistra sempre pronti a reclamare - su altri temi - il diritto a disporre del proprio corpo? Siamo dinanzi a una curiosa intermittenza: nei giorni pari (aborto, fine vita) si reclama la sacrosanta possibilità di decidere su se stessi, ma poi nei giorni dispari (vaccinazioni Covid) si accetta che il nostro corpo diventi proprietà dello Stato, del ministro della Salute pro tempore, e perfino dell’Agenzia delle Entrate con le sue cartelle. Questo giornale - già in campagna elettorale - ha rivolto domande precise al centrodestra, ottenendo risposte a volte chiare, altre volte più sfuggenti. Abbiamo chiesto che, nel prossimo autunno e inverno, l’armamentario-Speranza venga archiviato, che non venga per nessuna ragione fatto ripartire lo strumento liberticida del green pass, e che le nuove vaccinazioni siano offerte liberamente a chi vorrà farne uso (ma senza obblighi, né diretti né surrettizi). Ora chiediamo altri due cose di elementare buon senso: un impegno altrettanto chiaro affinché quest’ultima umiliazione (la multa, la cartella, il pagamento) sia risparmiata a un Paese che non la merita; e un impegno altrettanto importante a rivedere radicalmente le delibere tuttora vigenti su ospedali e obbligo di tampone, con relativo isolamento di fatto al minimo sintomo di Covid, e con il conseguente rischio di paralizzare strutture, mandare in tilt reparti e interrompere servizi medici essenziali. Domandare è lecito, rispondere è cortesia.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/ora-stop-multe-vaccini-tamponi-2658462772.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="le-virostar-corrono-a-far-le-vittime" data-post-id="2658462772" data-published-at="1666027309" data-use-pagination="False"> Le virostar corrono a far le vittime A pochi giorni dalla notizia delle perquisizioni domiciliari ai 13 indagati per insulti e minacce a Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità, già coordinatore del Comitato tecnico scientifico, altre virostar hanno approfittato dell’occasione per un ulteriore attimo di popolarità. Non che ce ne fosse bisogno: nonostante l’emergenzia Covid sia finita, non passa giorno senza vedere gli «esperti» in televisione a pontificare o lanciare scomuniche, non solo su temi scientifici. Ma tant’è. «Oggi la maggior parte delle persone che incontro mi salutano, magari mi chiedono un selfie, soprattutto mi ringraziano», racconta ad Adnkronos Fabrizio Pregliasco, che però specifica: «C’è sempre qualche esagitato, una minoranza che mi grida cose, ma senza aggredire. Invece sui social mi augurano una Norimberga, gli attacchi sono continui e pesanti». Il virologo attribuisce la responsabilità di questo clima pesante a «un sentimento dominante di paura. Paura rispetto al Covid, ma anche alla guerra, alla crisi economica, a quella ambientale. Sicuramente quando la gente ha paura un po’ si arrabbia, ringhia, e in questo senso è fondamentale offrire proposte di sicurezza, di tutela, di promozione della qualità». A scanso di equivoci, è bene specificare che minacce, insulti e atti intimidatori, come quelli di cui sono stati vittime in più episodi Pregliasco, Locatelli e compagnia, sono da condannare senza timidezza alcuna. Risulta tuttavia quantomeno superficiale il riferimento generico alla «paura» e alla «crisi» da parte di chi ha avvallato restrizioni, obblighi vaccinali, umiliazioni di ogni genere e perdita del lavoro per i renitenti alla puntura. Oltre che, come avvenuto nell’Ospedale Galeazzi di Milano, diretto proprio da Pregliasco, il rinvio degli interventi per i pazienti sprovvisti della carta verde. Ma al coro dei piagnistei si è unito anche Matteo Bassetti: «In queste settimane insulti e minacce dei no vax sono tornati di nuovo, complici le fake news sui vaccini che non prevengono il contagio», dice Bassetti, riferendosi all’ammissione di Pfizer sui mancati test sulla trasmissibilità, subito bollata da presunti debunker come una «non notizia» da sempre nota. Narrazione sposata da Bassetti: «È una grandissima stupidaggine, perché l’obiettivo primario degli studi registrativi era di verificare che i vaccini potessero prevenire la malattia grave, cosa che fanno. Purtroppo abbiamo a che fare con analfabeti funzionali». Al di là dell’odioso classismo sventolato da «esperti» vari ed eventuali nel dare dell’analfabeta a chiunque muova loro critiche o avanzi dubbi, la confessione di Pfizer ha innegabilmente dato il colpo di grazia a diktat e green pass. Anziché negare l’ovvio, i vari virologi, commentatori, giornalisti e istituzioni farebbero bene a fare un passo indietro e a chiedere scusa. O, almeno, a tacere. Perché sì, minacce e insulti sono ingiustificabili, ma se si butta benzina sul fuoco, non bisogna poi stupirsi se il clima e gli animi s’incendiano.