2018-11-29
Ora che non le serve più l’Argento molla il Me too: «Voglio pensare a me»
L'attrice rivendica di aver dato vita, con il caso Weinstein, a una «rivoluzione femminile». Una volta ottenuta la visibilità che cercava, ha chiuso il capitolo.Leggendo l'intervistona a Repubblica in cui Asia Argento dichiara «Ora devo pensare a me» viene da chiedersi: perché, finora a chi ha pensato? Già: la signora recita, per l'ennesima volta, la parte della combattente che porta sulle spalle il peso della battaglia. Si presenta al mondo come l'amazzone che ha sfidato il cielo ma ora, stanca e tumefatta, vuole riporre la spada. «Sono un bersaglio facile», dichiara. «Sono una persona disturbante, ho sempre detto la mia, non ho fatto il gioco dell'attrice buonista. Ho dato fastidio, si accaniscono». Poverina: è un Atlante femmina, con tutto il gravame del mondo sulle spalle. «Ho beccato le bastonate e mi devo riprendere. Voglio leggerezza ora nella mia vita». Le auguriamo tutta la felicità del mondo. Ma il ruolo della vispa Teresa ad Asia Argento proprio non si addice. Quando parla della sua relazione con Fabrizio Corona s'atteggia a scolaretta: «Il gossip mi fa orrore, non mi riguarda. Ho vissuto sempre in maniera riservata. Non esco per non essere fotografata, non mi dà eccitazione che la gente faccia speculazioni sulla mia vita privata». Già, a parte farsi fotografare più o meno nuda sulla riviste e parlare dei fatti suoi in mille trasmissioni tv, Asia è sempre stata riservatissima...Si è frequentata con un uomo che ha immolato al gossip la sua intera esistenza (senza rinnegarlo e senza fingersi intellettuale o artista, per altro), però non aveva capito che si sarebbe trovata i fotografi alla calcagna. Dice di aver incontrato Corona a casa, di averlo apprezzato «senza pregiudizi». Poi, però, «la cosa è degenerata nel gossip». E chi lo avrebbe mai immaginato? La terza volta che sono usciti insieme, racconta la Argento, «c'erano ancora i paparazzi, ho capito che non potevo vivere in questa situazione». Insomma, la poverina proprio non se lo aspettava che, vedendo Fabrizio, sarebbe finita sui «rotocalchi». Anche se poi -parlando della lite pubblica con la madre, Daria Nicolodi - Asia ammette: «Avevo ben presente da dove veniva Fabrizio e cosa era possibile». Fino a qui, in ogni caso, siamo nel campo della contraddizione e della fumisteria. Con chi voglia sbaciucchiarsi Asia Argento sono affari suoi. Esaminiamo le sue dichiarazioni sull'affaire Corona solo perché sono emblematiche del suo atteggiamento. Si comporta come una che cade dal pero, una pura di cuore in un mondo ferino. Ma la realtà è leggermente diversa. Da circa un anno a questa parte, l'attrice è tornata prepotentemente alla ribalta. Ha conquistato titoli di giornali e di tg, il suo nome ha ripreso a circolare qui e Oltreoceano. Si è fatta una pubblicità inaudita. Ha agito scientemente per rubare i riflettori, ed è riuscita nell'intento. La storia con Corona, ovviamente, è solo un orpello. Il core business di Asia è stato il Me too, la lotta al maschio-bianco-oppressore. Berciando e infierendo sugli uomini di tutto il pianeta è diventata una capopopolo, si è ripresa la celebrità che andava scemando, specie in quel di Hollywood. E, a un anno di distanza, sapete come se ne esce riguardo al Me too? Così: «È stata la mia coscienza. Avrei potuto stare zitta. Ma ho parlato ed è servito a tantissime donne. È una grande rivoluzione femminile, ma questo capitolo per me è chiuso. Il mio contributo l'ho dato. Devo pensare alla mia vita, che è stata molto scossa». Ah, adesso deve pensare alla sua vita. Adesso sostiene che avrebbe potuto stare zitta. Lo dice ora che il movimento neo femminista si è sfaldato e ha rivelato tutti i suoi lati oscuri. Il Me too è stato terrore giacobino, e allora la Argento era sulle barricate, mentre in sottofondo sibilava la ghigliottina. Poi, nemmeno troppo lentamente, le acque si sono calmate. Le vestali furenti hanno ottenuto ciò che bramavano: posti in più al vertice, una maggiore quota di potere, un folto gruppo di orrendi maschi dominatori fatti fuori e sostituiti. Per le donne normali non è cambiato nulla. Per le Vip sono arrivati applausi, onori, ricchi premi e incassi. Per Asia, a dirla tutta, è arrivato pure il contrappasso, tramite un'accusa di violenza sessuale da parte dell'attorino Jimmy Bennett, che all'epoca dei fatti era minorenne. Alla Argento, in quel caso, è stato applicato il metodo Argento. Le sue compagne di carneficina, a partire da Rose McGowan, l'hanno scaricata e spernacchiata. Da simbolo del Me too, la nostra è diventata un ingombrante ostacolo. Certo, lei si è difesa, come no. Ma da quella brutta storia di sesso, ricatti e pagamenti non è uscita bene, complice pure il suicidio del suo compagno Anthony Bourdain e tutte le polemiche (anche ingiuste) che ne sono seguite. Così arriviamo all'oggi. Siamo certi che l'Argento abbia vissuto anche momenti duri e scurissimi. Ha preso, come dice, la sua dose di mazzate. Ma se le è andata a cercare. Ha messo in piedi una buriana che, probabilmente, ha cambiato per sempre (e in peggio) i rapporti tra maschi e femmine. E ora che ha finito di trarne profitto - se non altro in termini di visibilità positiva - saluta tutti e tira i remi in barca, come se nulla fosse accaduto. Con Bennett, dichiara, «non c'è nessuna situazione. Un capitolo per ora chiuso, non c'è nessuna denuncia». Sarà pure, ma intanto la macchina mortifera del Me too ha continuato a mietere vittime, anche innocenti. Ad Asia, però, non interessa. Lei ora deve pensare alla sua vita. Come se fino ad oggi avesse fatto qualcosa di diverso...
Volodymyr Zelensky (Getty Images)
Chiara Appendino (Imagoeconomica)