2025-06-11
Nei contratti segreti fra Ong e Ue le istruzioni per i boicottaggi green
I giornali tedeschi svelano documenti riservati sui fondi alle Onlus verdi in cambio di azioni contro obiettivi sgraditi alla Commissione: Clientearth doveva attaccare «determinate centrali a carbone» per 350.000 euro.«La potente lobby ombra dell’Ue». Così ha titolato Il quotidiano tedesco Die Welt nell’edizione del fine settimana, lanciando un sasso nello stagno destinato a creare non pochi imbarazzi a Bruxelles. Anche perché domenica il quotidiano Tagesspiegel ha fornito ulteriori dettagli sulla stessa vicenda.Infatti, da documenti riservati visionati integralmente dai giornalisti tedeschi risulta che la Commissione europea ha segretamente stipulato degli accordi, pagati profumatamente, con alcune Ong per perseguire obiettivi in materia di decarbonizzazione e sostegno al Green deal o sabotare accordi commerciali. In questi contratti segreti c’erano tutti i dettagli operativi per consentire alle Ong (utilizzate strumentalmente) di conseguire gli obiettivi della Commissione.Si arricchisce così di un altro inquietante capitolo la vicenda di cui già a inizio aprile questo giornale ha dato conto. Ma ora emergono dei dettagli che aumentano il livello di allarme: la segretezza e le finalità più o meno inconfessabili.Infatti è bastata una gola profonda negli uffici di Bruxelles per descrivere un modus operandi estremamente grave. I giornalisti tedeschi hanno potuto visionare questi accordi il cui livello di segretezza era così elevato che potevano essere letti solo a video, non era possibile stampare nulla, così come cercare termini al loro interno. Ogni 30 minuti, le pagine scomparivano dal monitor e dovevano essere ricaricate, per rendere, di proposito, la lettura ancora più difficile. Pur con queste difficoltà, a pagina 77 di un documento firmato la sera del 7 dicembre 2022 da funzionari della Commissione europea a Bruxelles e che doveva restare segreto, i giornalisti del Die Welt hanno carpito dettagli clamorosi. Risulta infatti che la Commissione ha promesso all’organizzazione ambientalista Clientearth 350.000 euro di finanziamenti in cambio di un’intensa attività in Germania a favore dell’abbandono del carbone, collaborando con «movimenti cittadini» e gruppi di protesta.Quando, solo pochi mesi prima, a fine settembre, 40 attivisti avevano occupato la centrale di Jänschwalde, in Brandeburgo e si erano incatenati a binari e nastri trasportatori, costringendo a spegnere metà dell’impianto, essi godevano già dell’appoggio dei funzionari della Commissione che, con quel contratto segreto, volevano incoraggiare altre iniziative simili.Un totale di 15 milioni di euro all’anno in sussidi, messi a disposizione delle Ong dalla Commissione negli ultimi anni, con alcune singole organizzazioni che hanno ricevuto fino a 700.000 euro. In cambio, dovevano combattere contro i «nemici» della Commissione, tra cui energia fossile, glifosato e l’accordo commerciale Mercosur con il Sud America. Le campagne congiunte erano pianificate nei minimi dettagli. Un lobbismo occulto in perfetta regola.La prima a segnalare l’irregolarità di questi accordi è stata l’influente eurodeputata della Csu Monika Hohlmeier che a Die Welt ha dichiarato che «l’acronimo Ong non deve essere una carta bianca per un uso arbitrario e incontrollato dei fondi pubblici». Aggiungendo che «attualmente, la trasparenza sull’uso dei fondi e sulle fonti finanziarie di alcune Ong non è adeguatamente garantita». Le accuse sono chiare, con tanto di nomi e cognomi: «È deplorevole che, sotto gli ex commissari Virginijus Sinkevičius e Frans Timmermans, siano stati erogati finanziamenti generalizzati a organizzazioni che i cui piani di azione includevano azioni radicali, attività di lobbying politico occulte e pressioni sui decisori».Il caso della Ong Clientearth è emblematico. Nel contratto con la Commissione c’era l’impegno a contrastare «determinate centrali a carbone» e, a tale fine, l’organizzazione avrebbe contestato le autorizzazioni amministrative per le emissioni e l’uso dell’acqua. Il fine ultimo era quello di far diventare estremamente oneroso e rischioso possedere e gestire una centrale a carbone. Il tutto pianificato di nascosto tra la Commissione e una Ong, alle spalle del governo e dei contribuenti tedeschi. Stesso schema operativo, nel caso dell’accordo doganale Mercosur. A dispetto dell’attività condotta dal cancelliere federale Friedrich Merz e dalla direzione generale Commercio della Commissione a favore di questo accordo, la direzione generale Ambiente remava in direzione opposta. Per farlo, ha ingaggiato nel 2022 l’Ong Friends of the earth con la quale il contratto stabiliva che come «risultato a medio termine, l’accordo Mercosur nella sua forma attuale sarà bloccato». Per conseguire tale obiettivo, l’Ong doveva evidenziare le «conseguenze dannose per i diritti umani e l’ambiente» durante almeno «tre incontri con eurodeputati» e «due incontri con rappresentanti della Commissione», inclusi quelli della «dg Trade», la divisione per il Commercio. Il tutto per la cifra di 700.000 euro. L’elenco delle Ong beneficiarie di queste somme per finalità almeno opache è lungo. L’associazione Bankwatch ha ottenuto 422.000 euro, l’European environmental bureau (Eeb) e la Health and environment alliance (Heal) 700.000 euro ciascuna. La Commissione specificava sempre esattamente cosa dovevano fare. Heal, ad esempio, doveva combattere il glifosato e i Pfas, sostanze chimiche di lunga durata, alcune tossiche. Come prova del lavoro, erano richiesti 50-80 tweet e incontri con quattro-sei eurodeputati prima delle votazioni su normative chimiche.La risposta della Commissione, per il momento, è solo un muro di silenzio.Ma in Germania la marea sta montando con le prime reazioni, raccolte dal quotidiano Tagesspiegel che domenica ha ripreso larghi tratti dello scoop del Die Welt e ha raccolto il parere di Günter Krings, vice presidente del gruppo parlamentare della Cdu per gli affari legali. Krings ha dichiarato che le autorità pubbliche dispongono di numerosi strumenti di controllo amministrativo qualora ritengano che le normative ambientali non siano rispettate. «Se la Commissione europea ha invece incaricato e pagato Ong per condurre campagne e azioni legali contro imprese industriali o agricoltori, ciò supera chiaramente il confine dello Stato di diritto, le cui circostanze devono essere chiarite rapidamente e a fondo. Se le accuse fossero confermate, bisogna garantire che ciò non si ripeta mai più e, in ogni caso, hanno causato un grave danno all’immagine dell’Ue».Obiettivi illegittimi perseguiti in modo poco trasparente, di fronte ai quali il «danno d’immagine» sembra essere l’ultimo dei problemi. Il grande rilievo sulla stampa tedesca, con l’intervento di importanti esponenti della Cdu, lascia intendere che la vicenda è appena agli inizi.
Jose Mourinho (Getty Images)