2021-08-14
L’Oms boccia l’obbligo di iniezione: «Non può essere la prima scelta»
Per l'Agenzia la coercizione è una scelta estrema. Servono igiene e distanziamento.L'immunizzazione è importante, ma la vaccinazione contro il Covid-19 non deve essere obbligatoria in nessun paese. Dopo varie sbandate, anche l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) imbocca una strada giusta. «In generale, l'Oms si oppone a qualsiasi vaccinazione obbligatoria», ha affermato ieri, in una conferenza stampa, la portavoce dell'agenzia Fadela Chaib, in risposta alla questione dei diversi Paesi che stanno considerando di renderla obbligatoria. Tuttavia, «bisogna spiegare alla popolazione come funzionano i vaccini e quanto sono importanti», ha detto la fonte ufficiale, aggiungendo che questi sono solo «uno dei diversi strumenti che abbiamo nelle nostre mani», contro il Covid. Gli esperti dell'Oms, durante tutto quest'anno di lotta al virus Sars-Cov2, hanno sempre sostenuto che i vaccini non sono sufficienti nella lotta contro il coronavirus e che devono essere associati ad altre misure sanitarie come quelle introdotte dall'inizio della pandemia: distanziamento, mascherine e igiene delle mani. È quindi in continuità con la dichiarazione della Chaib quanto sostenuto anche dal direttore generale dell'Oms per l'Europa Hans Henri Kluge. In un'intervista a Euronews, il dirigente dell'Agenzia delle nazioni unite per la salute ha infatti dichiarato che l'obbligo vaccinale «non dovrebbe essere la prima scelta», ricordando che l'Oms «incoraggia qualsiasi misura per aumentare la copertura vaccinale, sempre che siano misure legalmente e socialmente accettabili». In altre parole, l'obbligo a vaccinarsi dovrebbe essere, per ogni paese l'alternativa estrema. Il direttore dell'Oms per l'Europa, alla strategia dell'obbligo preferisce la via della persuasione. Gli Stati quindi, prima di procedere con misure di obbligatorietà del vaccino anti Covid, dovrebbero «tentare di capire cosa c'è nella testa delle persone». Un approccio di questo tipo richiede però tempo perché occorre «interagire con le comunità che esitano a vaccinarsi». C'è però, secondo Kluge, una via particolarmente veloce per raggiungere questo pubblico fatto di titubanti. Il direttore Oms Europa suggerisce di utilizzare le star dei social. «Abbiamo molta esperienza con l'analisi comportamentale per convincere le persone, utilizzando gli influencer», ha sottolineato il direttore di Oms Europa. «Dobbiamo studiare chi esita a farsi vaccinare e pensare a chi potrebbe influenzare queste persone attraverso il dialogo». Di solito il medico è un buon riferimento, ma Kluge lancia gli influencer, personaggi che per le ragioni più strane sono seguiti nei social da gruppi di utenti pronti a seguirli (follower). Certo, bisognerà però capire chi potrebbe essere coinvolto, con che messaggio e a che pubblico rivolgersi, ma l'Oms, ha assicurato il dirigente, ha «molta esperienza nell'analisi comportamentale». Sarà, ma intanto lo stesso Kluge pensa a un'alternativa, una «triplice» via d'uscita dalla pandemia. «Lo chiamo l'approccio Vip», spiega. «La V delle Varianti, che dobbiamo studiare molto da vicino, in questo caso la variante delta, che attacca le persone che non sono vaccinate o non lo sono in maniera sufficiente. La I di Immunizzazione, che dobbiamo estendere: abbiamo una copertura del 26% nella regione paneuropea. E poi», conclude il direttore Oms Europa, «c'è la P di persone. Dobbiamo coinvolgere di più le persone, incoraggiarle a vaccinarsi, ma anche a usare le misure di protezione, incluse le mascherine quando non sia possibile rispettare la distanza di un metro e mezzo».
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