2021-12-22
«Omicron dilaga ma fa meno danni». Pure su questo gli scienziati litigano
Per le università di Hong Kong e Cambridge la variante è più infettiva della Delta però comporta sintomi più lievi. L’Imperial College di Londra: «Nessuna prova». Da noi si sa poco, il sequenziamento non si fa...La variante sudafricana può essere da tempo in circolazione anche nel nostro Paese, senza che nessuno se ne fosse accorto. Il possibile caso «autoctono» di un contagiato da Omicron, uno studente asintomatico di Roma vaccinato con Astrazeneca, già positivo alla variante Delta lo scorso agosto e che non risulta aver fatto viaggi all’estero negli ultimi 14 giorni, sta allarmando perché ancora troppo poco si segue l’andamento del virus e delle sue mutazioni. «Cinque giorni prima dell’esito del tampone aveva partecipato a una festa in un locale in zona centro di Roma», ha comunicato l’unità di crisi Covid della Regione Lazio. «Alla festa nel locale hanno partecipato altre persone, non note allo studente, e si stanno ricostruendo i tracciamenti, sarà un lavoro molto impegnativo». Fino ad ora sono risultati ulteriori quattro casi positivi dei quali è in corso il sequenziamento. L’indagine epidemiologica continua, assicura il Seresmi-Spallanzani, servizio regionale sorveglianza e controllo delle malattie infettive. «Si raccolgono pochi dati e lentamente», affermava tre giorni fa Guido Rasi, consulente scientifico del commissario straordinario per l’emergenza Covid ed ex direttore esecutivo dell’Ema, «soltanto 70 laboratori contribuiscono alla piattaforma che l’Istituto superiore di sanità ha messo a disposizione e 70 laboratori per 60 milioni di italiani sono pochi». Il rischio, evidenziava è «di sapere tardi la portata dell’andamento del virus, ritardando decisioni importanti». Ci ritroveremo con Omicron dilagante nel nostro Paese senza rendercene conto? Questa variante si sta diffondendo rapidamente in aree come la Danimarca e il Regno Unito, che hanno tassi di vaccinazione rispettivamente del 77% e del 69%, ma nel Paese nordico, a esempio, non se ne stanno a guardare l’evoluzione dei contagi. Vengono fatti tamponi «a un ritmo pro capite sette volte superiore a quello degli Stati Uniti», riferisce il Washington Post, «i test, gratuiti sia per i cittadini sia per i turisti stranieri, arrivano poi allo State serum institute, oltre che in una struttura gemella dall’altra parte del Paese. I tecnici di laboratorio identificano i positivi entro 24 ore. E il giorno dopo sanno quale variante è responsabile di ogni caso». Non solo, una parte dei positivi viene quindi completamente sequenziata geneticamente, offrendo un ulteriore livello di informazioni e consentendo ai ricercatori non solo di vedere le mutazioni, ma anche di capire potenzialmente chi ha infettato chi. «Stiamo vedendo le cose praticamente in tempo reale», ha affermato Arieh Cohen, capo dello sviluppo presso il laboratorio che elabora i risultati dei test e conduce l’analisi delle varianti. Omicron è caratterizzata da molteplici mutazioni della proteina Spike, nella struttura e nella funzione, che aumenterebbero di molto le probabilità di rendere il virus meno riconoscibile dagli anticorpi esistenti. Uno studio condotto da ricercatori della facoltà di medicina dell’Università di Hong Kong ha fornito informazioni su come la nuova variante attacchi le vie respiratorie. I ricercatori hanno scoperto che infetta e si moltiplica 70 volte più velocemente della variante Delta e dell’originale Sars-Cov-2 nei bronchi umani, ma hanno anche dimostrato che l’infezione da Omicron nel polmone è significativamente inferiore rispetto al virus originale, il che potrebbe essere un indicatore di una minore gravità della malattia. Minore infettività delle cellule polmonari emerge anche da uno studio di Ravindra «Ravi» Kumar Gupta, professore di microbiologia clinica presso l’Istituto di immunologia terapeutica e malattie infettive dell’Università di Cambridge, realizzato assieme ad altri colleghi e inserito ieri su BioRxiv. Un «ottimo lavoro», ha definito lo studio Francois Balloux, professore di biologia computazionale e direttore dell’Istituto di genetica presso l’University College di Londra, che già a fine novembre aveva tratteggiato uno «scenario altamente ottimistico della variante dell’Omicron che causa preferenzialmente l’infezione delle vie aeree superiori» dove si replica nelle cellule della mucosa «scarsamente protette dall’immunità indotta dal vaccino», e quindi «comporta sintomi più lievi». Non è così ottimista l’ultimo report dell’Imperial College di Londra, che «non ha trovato prove che Omicron» causa infezioni di «gravità inferiore a Delta», mentre il rischio di reinfezione «è 5,4 volte maggiore di quello di Delta». Gli scienziati hanno stimato che l’efficacia dei vaccini anti Covid contro l’infezione sintomatica da Omicron «è compresa tra lo 0% e 20% dopo due dosi, tra il 55% e l’80% dopo il richiamo», ovvero la terza puntura. Non si comprende perché il booster dovrebbe fare effetto su questa variante, con le poche ricerche a disposizioni, ma sta di fatto che per Neil Ferguson dell’Imperial College «Omicron rappresenta una grave e imminente minaccia per la salute pubblica» perché «può eludere l’immunità dall’aver passato la malattia o dall’aver fatto il vaccino anti Covid».
«The Iris Affair» (Sky Atlantic)
La nuova serie The Iris Affair, in onda su Sky Atlantic, intreccia azione e riflessione sul potere dell’Intelligenza Artificiale. Niamh Algar interpreta Iris Nixon, una programmatrice in fuga dopo aver scoperto i pericoli nascosti del suo stesso lavoro.