2024-10-16
«Sono nata da surrogata. E ora la combatto»
Stasera a «Fuori dal coro» il racconto di Olivia Maurel, venuta al mondo con gpa e divenuta attivista per bandirla: «Ho lenito il dolore di non conoscere le mie radici con alcol e droghe». Oggi al Senato discussione finale per rendere la pratica reato universale.Mentre qualcuno parla di gpa solidale, di cessione volontaria dei figli da parte di madri che si prestano a sostenere gratuitamente gravidanze per altri, questa sera a Fuori dal coro, programma condotto da Mario Giordano ogni mercoledì su Rete 4, un servizio a firma Virginia Gigliotti mostrerà il vero volto di questa pratica su cui, a poco a poco, si sta cercando di spostare la finestra di Overton. L’autrice è andata a incontrare Olivia Maurel, oggi attivista per l’abolizione della surrogata, che ha raccontato la sua storia di nata da gpa. Per gentile concessione, la Verità è in grado di anticipare alcuni contenuti del servizio, in attesa di apprezzarlo per intero questa sera.Sempre oggi, intanto, comincia in Senato la discussione del ddl Varchi, la proposta di legge firmata da Carolina Varchi (Fdi) e fortemente voluta dalla maggioranza, che intende introdurre il reato universale di maternità surrogata. Qualora passasse, diventerebbe perseguibile in Italia anche chi fa ricorso alla gestazione per altri (gpa) in Paesi dove la pratica è consentita. Qualcuno però non ci sta, come l’associazione Luca Coscioni, che ieri è scesa in piazza a Roma con le Famiglie arcobaleno per opporsi all’iniziativa della maggioranza. Tra i partecipanti anche diverse figure politiche, come Alessandro Zan (Pd), Nichi Vendola e Nicola Fratoianni (Avs), Alessandra Maiorino e Maria Domenica Castellone (M5s). La migliore risposta, per costoro, è la storia che verrà raccontata questa sera a Fuori dal coro. Olivia Maurel ha 32 anni, è sposata con tre figli e vive a Cannes, in Francia. Circa tre anni fa, grazie a un test del Dna, ha visto confermato quello che era un suo sospetto da molto tempo: la donna che l’ha cresciuta non è sua madre biologica. «Non puoi costruire una casa senza le fondamenta», racconta nell’intervista. «Se nasci da madre surrogata, non conosci le tue radici, la tua identità. Io ho colmato questo vuoto, questo enorme dolore con alcol, droghe, dipendenze...». Olivia è nata negli Stati Uniti, in Kentucky, e per molti anni ha avvertito qualcosa di strano. «Crescendo, ho capito che c’era qualcosa che non andava», spiega a Virginia Gigliotti, «perché mia mamma sembrava più vecchia, non mi assomigliava. È totalmente il mio opposto fisicamente. C’è sempre stato qualcosa di strano, anche dal punto vista emozionale: non c’era il classico rapporto mamma-figlia».«Avevo 12 anni», continua, «e stavo andando incontro a una crisi di identità. Volevo trovare me stessa, non sapevo chi fossi». Così Olivia ha digitato su Google la sua città di origine, Louisville in Kentucky, alla ricerca di spiegazioni. Credeva di essere stata adottata, ma i primi risultati le hanno subito suggerito una pista diversa: le cliniche per la surrogata. «Così ho capito come sono nata», commenta la donna.Poi, circa tre anni fa, arriva la prova del Dna e i sospetti di Olivia vengono confermati. «Questi sono i risultati del test», afferma mostrando un documento sul suo smartphone. «Si vede la Svizzera, da dove proviene mio padre, e la Lituania, da dove provengono i miei nonni materni». Olivia è nata da una gpa tradizionale, dove l’ovocita appartiene alla stessa donna che mette a disposizione l’utero, fecondato con il seme del padre biologico. I genitori avevano provato ad avere figli in età avanzata ma, non riuscendoci, si sono rivolti alla clinica statunitense. Quando è venuta al mondo, la madre adottiva aveva 48 anni, il padre 37. Scavando dentro alla sua storia, la donna ha scoperto di avere tre sorellastre e un fratellastro. «Ho incontrato personalmente il mio fratellastro. Mi ha tratta come una sorella, mi sono sentita una principessa», racconta commossa. «È stata l’esperienza più magica di tutta la mia vita». Quanto alla madre biologica, invece, non l’ha mai vista dal vivo. «Ci ho parlato su Facebook, ho visto una sua foto e ho detto: “Wow, ecco a chi somiglio”. È buffo, perché la prima volta che mi ha mostrato una sua foto incinta di me indossava una maglietta viola. Le ho detto: “È il mio colore preferito”. E lei mi ha risposto: “Anche il mio”. Condividiamo molte cose: leggere, alcune passioni, il colore degli occhi e della pelle, ma anche problemi di salute mentale».Nonostante sia al mondo grazie alla maternità surrogata, oggi Olivia è una delle sue più audaci oppositrici, perché nelle sue sofferenze ha riconosciuto il profondo male che si cela dietro tale pratica. «C’è una lunga lista di motivi per i quali sono contraria», spiega, «soprattutto per i bambini che vengono separati alla nascita dalla madre. Ma anche perché è un mercato che lucra su donne povere e in difficoltà». «È un business gigante», continua. «Stiamo parlando di 14 miliardi di dollari nel 2022». La donna racconta delle agenzie che reclutano le madri surrogate, sottoponendole a esami clinici e test psicologici. Poi parla di cataloghi di donne, con indicate le loro caratteristiche, tra cui gli acquirenti possono scegliere. «Praticamente è eugenetica», commenta. «Per gli ovociti migliori puoi spendere anche 200.000 euro. Puoi comprare un figlio come compri un libro su Amazon». «Se dovessi descrivere la maternità», conclude, «il termine giusto è “traffico di esseri umani”».
Elly Schlein con Eugenio Giani (Ansa)
(Ansa)
La casa era satura di gas fatto uscire, si presume, da più bombole vista la potente deflagrazione che ha fatto crollare lo stabile. Ad innescare la miccia sarebbe stata la donna, mentre i due fratelli si sarebbero trovati in una sorta di cantina e non in una stalla come si era appreso in un primo momento. Tutti e tre si erano barricati in casa. Nell'esplosione hanno perso la vita 3 carabinieri e sono risultate ferite 15 persone tra forze dell'ordine e vigili del fuoco. (NPK) CC
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Mario Venditti. Nel riquadro, Silvio Sapone in una foto agli atti dell’inchiesta di Brescia (Ansa)
(Totaleu)
Lo ha affermato l'eurodeputato di Fratelli d'Italia Pietro Fiocchi in un'intervista al Parlamento europeo di Bruxelles, in occasione dell'evento «Regolamentazione, sicurezza e competitività: il ruolo dell’Echa (Agenzia Europea per le sostanze chimiche) nell’industria e nell’ambiente europei».