Fallimento Macron: Parigi non è ancora pronta per i Giochi

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Fallimento Macron: Parigi non è ancora pronta per i Giochi
Il sopralluogo del presidente del Cio Thomas Bach al cantiere del villaggio olimpico di Parigi 2024 a Saint-Ouen (Ansa)
  • A sette mesi dall'accensione della fiamma olimpica, nella capitale francese fervono i preparativi, ma molte questioni restano aperte. Dalla minaccia terroristica ai numerosi problemi di pulizia e traffico.
  • Secondo Vincent Strubel, il direttore dell’agenzia nazionale francese della sicurezza dei sistemi di informazione, i giochi olimpici «saranno un po’ come «il periodo dei saldi per la cybercriminalità».
  • L'ipocrisia dei «buoni». Nella Parigi olimpica niente migranti e un'ecologia di facciata.
  • La capitale francese continua a essere infestata da ratti e cimici da letto.

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L’Intelligenza artificiale riscrive la storia
Nel riquadro don Rito Maresca, il parroco che ha celebrato messa indossando una bandiera palestinese (iStock)
Ho fatto un esperimento: ho chiesto a ChatOn di redigere un articolo sul prete che ha celebrato messa indossando la bandiera palestinese. Il risultato è un testo che riprende pari pari la propaganda di Hamas, fatta propria da media e élites occidentali.
Così l’umanità distrugge il proprio futuro mentre cerca l’immortalità
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  • La denatalità colpisce ormai Paesi ricchi e poveri. Un saggio di Paul Morland contesta falsi miti (come il legame tra più istruzione e meno figli) e suggerisce idee innovative.
  • Nel suo «La terra al di là», il visionario autore americano Gene Wolfe presenta uno scrittore di guide turistiche rinchiuso senza motivo nella prigione di un Est totalitario. Ma le cose non sono sempre come sembrano.
  • Il fumettista Inio Asano immagina un mondo dove il capitalismo della sorveglianza ha trionfato e per accedere ai servizi serve una tessera. Ricorda qualcosa?

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Il professor Geminello Preterossi, docente di Filosofia del diritto e di Storia delle dottrine politiche all’Università di Salerno: «Nella Carta ci sono principi non modificabili dal Parlamento, figurarsi da Bruxelles. Eppure la Corte di giustizia Ue si è auto attribuita poteri tolti agli Stati».
Il pride di Budapest sbugiarda gli attacchi Ue a Orbán «dittatore»
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