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Riccardo Muti non si rassegna: «Riportiamo Cherubini a Firenze»
Riccardo Muti (Ansa)
Il Maestro, che oggi verrà premiato da papa Leone XIV, lancia un appello alla politica.

«Il mio sogno è veder tornare in Italia le spoglie di Luigi Cherubini (1760-1842, ndr) e dirigere il Requiem in do minore nella Basilica di Santa Croce della sua Firenze. Magari con l’orchestra e il coro del Maggio musicale fiorentino e un’orchestra e un coro francesi, per creare un connubio culturale che diventerebbe anche politico tra Italia e Francia, nel nome di un compositore venerato da Ludwig van Beethoven e Johannes Brahms». Nel giorno in cui Riccardo Muti riceverà il premio Ratzinger dalle mani di papa Leone XIV, in occasione del concerto di Natale che si svolgerà questa sera in Aula Paolo VI (diretta su Rai 2 alle ore 18), il Maestro - ospite del podcast Non sparate sul pianista - rilancia il suo invito alla politica, affinché trovi una via diplomatica per esaudire il desiderio del genio toscano, oggi purtroppo dimenticato. «Gli anni sono passati», confida Muti con un filo di amarezza, «gli appelli si sono moltiplicati, il risultato è sempre stato pari a zero. Ormai il mio cammino si sta esaurendo, ma ho ancora la speranza che qualche cosa si possa fare».

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Non Sparate sul Pianista | Muti: «L’Oriente ha capito la forza spirituale della cultura»

Nella terza puntata, il Maestro Riccardo Muti affronta il tema del carisma e dell’autorevolezza per i giovani direttori. E racconta la sua esperienza in Cina, Corea e Giappone, dove le orchestre hanno «occhi di fanciullo» e sono immuni a vizi e «bieche tradizioni».

Non Sparate sul Pianista | Riccardo Muti: «Il gioco dell’Opera è nei suoi doppi sensi»

Il Maestro, nella seconda puntata del podcast, svela i segreti della direzione d’orchestra, che tramanda alle giovani bacchette grazie all’Italian Opera Academy, in arrivo a Milano. E, da Mozart a Verdi, affronta il tema del gioco offerto dai significati nascosti dei libretti.

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Il leggendario direttore d’orchestra ha regalato a oltre 3.000 voci professioniste e amatoriali una masterclass nel nome di Verdi, Agostino e come seme contro la guerra. Finale con l’«Inno di Mameli»: «Ma senza il sì!»
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In occasione del Ravenna Festival, Riccardo Muti chiude la sua masterclass con oltre 3.000 voci professionali e amatoriali, facendo intonare a questo immenso coro (dai 4 agli 87 anni) l’inno di Mameli, nel giorno della festa della Repubblica. «Senza il sì finale», è l’ultima battaglia del Maestro. Il racconto di una straordinaria due giorni di cultura e di pace, a cura di Carlo Melato, è in edicola sulla Verità di domani, martedì 3 giugno.

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