
«Il mio sogno è veder tornare in Italia le spoglie di Luigi Cherubini (1760-1842, ndr) e dirigere il Requiem in do minore nella Basilica di Santa Croce della sua Firenze. Magari con l’orchestra e il coro del Maggio musicale fiorentino e un’orchestra e un coro francesi, per creare un connubio culturale che diventerebbe anche politico tra Italia e Francia, nel nome di un compositore venerato da Ludwig van Beethoven e Johannes Brahms». Nel giorno in cui Riccardo Muti riceverà il premio Ratzinger dalle mani di papa Leone XIV, in occasione del concerto di Natale che si svolgerà questa sera in Aula Paolo VI (diretta su Rai 2 alle ore 18), il Maestro - ospite del podcast Non sparate sul pianista - rilancia il suo invito alla politica, affinché trovi una via diplomatica per esaudire il desiderio del genio toscano, oggi purtroppo dimenticato. «Gli anni sono passati», confida Muti con un filo di amarezza, «gli appelli si sono moltiplicati, il risultato è sempre stato pari a zero. Ormai il mio cammino si sta esaurendo, ma ho ancora la speranza che qualche cosa si possa fare».
In programma oggi in Vaticano la Messa per l’incoronazione di Carlo X, eseguita dall’Orchestra giovanile fondata da Riccardo Muti nel 2004, che prende il nome proprio dall’artista venerato dai transalpini, che fu anche direttore del Conservatorio di Parigi. «Un’avventura che in più di 20 anni ha visto passare oltre mille ragazzi e ragazze. Molti di loro oggi siedono in prestigiose orchestre, italiane e straniere, con una sorta di fierezza per essere stati, tra virgolette, dei “cherubini”». Il 19 dicembre sarà il momento invece di dirigere il Requiem a Firenze, non ancora in Santa Croce, davanti al cenotafio di Cherubini, ma nel teatro del Maggio musicale fiorentino (con la sua orchestra e il suo coro). In una serata dedicata a un altro gigante, ricordato troppo poco di questi tempi, Vittorio Gui (direttore d’orchestra e compositore, scomparso 50 anni fa, nonché padre del Maggio).
Per provare a riaccendere l’attenzione sulla figura di Cherubini e a dare di nuovo voce all’appello del Maestro Muti, Tivù Verità ha aperto il dibattito. Dopo l’inquadramento storico e culturale di questo personaggio offerto dal direttore artistico dell’Orchestra della Toscana, Daniele Spini, tocca a Irene Sanesi, presidente dell’Opera di Santa Croce, ricordare la partecipazione popolare del 2018 (in quell’occasione furono raccolte oltre 30.000 firme), quando il leggendario direttore d’orchestra napoletano lanciò l’idea. Un’esperienza positiva che però non riuscì a portare a un risultato concreto. Giovanni Vitali, casting manager della Fondazione Teatro del Maggio musicale fiorentino, lancia a questo proposito una proposta interessante. «Si potrebbe iniziare a organizzare un primo viaggio del corpo dell’artista, celebrato da concerti sia a Parigi e a Firenze. A volte è importante compiere un primo passo per arrivare all’obiettivo finale. La ritrosia dei francesi per quanto mi riguarda è motivo d’orgoglio: significa che considerano Cherubini un vero genio».
A offrirsi come testimonial politico dell’iniziativa, con la promessa di costruire un’alleanza bipartisan, grazie agli ottimi rapporti con il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, è stato il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani: «La strada è lunga, ma non bisogna demordere e raccolgo volentieri l’invito visto che si tratta di una personalità così importante. Mi prendo l’impegno di riattivare gli sforzi per esaudire il desiderio del grande Maestro Riccardo Muti».






