2025-04-17
Cortina, le toghe ricorrono contro il governo
Le mascotte delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026 (Ansa)
La Procura di Milano ha chiesto l’archiviazione dell’indagine sulla fondazione che organizza le Olimpiadi, trasformata con un decreto legge in soggetto di diritto privato. Per i pm quello di Palazzo Chigi sarebbe stato un intervento «indebito».Scontro istituzionale tra la procura di Milano e il governo, in un’inchiesta che continua a lambire i Giochi olimpici invernali di Milano-Cortina 2026, che prenderanno il via tra nemmeno sette mesi. Sembra di ritornare ai tempi di Expo 2015, quando le inchieste dei pm milanesi arrivarono fino al tavolo dell’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Questa volta al centro del contenzioso giudiziario e politico c’è la natura della Fondazione Milano-Cortina, che per le toghe milanesi dovrebbe essere considerata un ente di diritto pubblico (come confermato anche dall’Anac), nonostante sia stata qualificata come soggetto di diritto privato, anche tramite un decreto legge varato dal governo nell’estate del 2024. Ma quel decreto, secondo i pm, sarebbe intervenuto «indebitamente» sul piano giudiziario, alterando gli equilibri tra i poteri dello Stato. Per questo motivo la Procura – guidata in questa indagine dall’aggiunta Tiziana Siciliano e dai pm Alessandro Gobbis e Francesco Cajani – ha chiesto al gip Stefania Nobile di archiviare gli indagati, accusati, a vario titolo, di corruzione tra privati e turbativa d’asta. Tra i nomi sotto indagine ci sono l’ex amministratore delegato Vincenzo Novari e l’ex dirigente Massimiliano Zuco, ma anche Luca Tomassini (fondatore della società Vetrya ), coinvolti sull’appalto per i servizi digitali da 1,9 milioni di euro del marzo 2021. Indagati per lo stesso reato di turbativa d’asta, per una seconda gara del 29 giugno 2023, pure due manager della fondazione (Marco Moretti e Daniele Corvasce) e due della stessa Deloitte, Claudio Colmegna (responsabile tech) e Luigi Onorato (figura apicale nell’azienda). Di fatto, chiedendo l’archiviazione, i pm hanno deciso di sollevare la questione di legittimità costituzionale di fronte alla Corte. Se la Consulta dovesse riconoscere la natura pubblica della fondazione, la Procura potrebbe andare avanti con l’indagine per corruzione di fatto al momento sospesa. «Cari partner, alla luce delle notizie che stanno circolando in queste ore sugli organi di stampa relative al nostro coinvolgimento nell’inchiesta che ha per oggetto Milano-Cortina, vogliamo ribadire con forza la convinzione della totale correttezza del nostro operato» scriveva ieri l’ad di Deloitte, Fabio Pompei, in una comunicazione interna inviata ai soci. Come noto, l’inchiesta nasce nel 2020 con l’assegnazione dei servizi digitali per i Giochi a Vetrya tramite un affidamento diretto. Nel 2023la vicenda si allarga a Deloitte Consulting srl, altra società che avrebbe ricevuto contratti milionari – senza gara – sfruttando, secondo i pm, l’ambigua classificazione privatistica della fondazione. Il contratto chiave ammonterebbe a circa 176 milioni di dollari e avrebbe contribuito a un «ingente stato debitorio» della fondazione, secondo la Guardia di Finanza. Il rapporto tra Deloitte e la fondazione è anche al centro di un’indagine parallela su presunte false fatturazioni e possibili sovrafatturazioni. In una relazione tecnica del gennaio 2025 (firmata da Stefano Martinazzo dottore commercialista e revisore legale dei conti nonché partner di Axerta) gli inquirenti avevano effettuato alcuni approfondimenti sulla gara indetta nel 2023 dalla fondazione per la Digital Platform, vinta da Deloitte consulting. Proprio Colmegna, ascoltato dai magistrati, aveva dichiarato che Deloitte consulting, «se non avesse usufruito di un diritto ad un ultimo ribasso della propria offerta economica, non avrebbe vinto la gara in parola in quanto un altro competitor aveva presentato un’offerta economicamente più vantaggiosa». Lo stesso Colmegna, si legge nella relazione, «aveva fatto presente che tuttavia questo diritto ad un ultimo ribasso (o last call) fosse stato riconosciuto a Deloitte consulting in maniera legittima, in virtù di un diritto di esclusiva in capo alla stessa, essendo le entità di Deloitte Italia, partner della Fondazione per le Olimpiadi 2026 (avendo sottoscritto il 21 aprile 2022 apposito accordo di sponsorizzazione)». Ma gli accertamenti condotti dalla polizia giudiziaria hanno permesso di accertare che le società partecipanti alla gara Jakala e Dentsu «non fossero però a conoscenza di alcun diritto di esclusiva, prelazione o diritto di ultima chiamata» anzi «ritenevano di partecipare ad una gara per l’assegnazione di un servizio per lo sviluppo di una piattaforma digitale e non essere stati invitati a formulare un’offerta economica nell’ambito di una ricerca di mercato». Del resto, in una mail agli atti del 28 novembre 2023, proprio Onorato indicava espressamente di conoscere «il prezzo target che la fondazione vuole spendere su questo ambito e su cui dobbiamo vedere che tipo di investimento siamo in grado di effettuare, nell’ambito del rapporto di partnership». Luigi Onorato è il fratello dell’assessore ai Grandi Eventi del Comune di Roma, Alessandro. Per questo motivo i pm milanesi avrebbero inviato parte degli atti alla Procura di Roma.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)