2023-01-10
Roberto Occhiuto: «Dottori a gettone, indaghino i pm»
Roberto Occhiuto (Imagoeconomica)
Il governatore forzista della Calabria: «Le coop sottraggono agli ospedali pubblici centinaia di milioni. Io l’ho denunciato e sono stato attaccato dall’Ordine dei medici».«Sono stato il primo in Italia a denunciare questo meccanismo lo scorso 30 agosto durante una seduta particolarmente accesa del Consiglio regionale calabrese, e allora ricevetti solo accuse dall’opposizione di sinistra e dall’Ordine dei medici. Oggi finalmente si parla di questi temi anche a livello nazionale. Queste cooperative stanno sottraendo al sistema della sanità pubblica centinaia e centinaia di milioni di euro con la compiacenza degli Ordini dei medici. E a dire il vero su questo vorrei anche che le Procure aprissero delle inchieste». Il fuoco a raffica sui medici “a gettone”, ovvero il personale fornito dalle cooperative per colmare il deficit di camici bianchi soprattutto nei pronto soccorso, viene dal presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto. Una regione commissariata da più di 12 anni e «che io ho ereditato in macerie».Facciamo qualche conto. Quanto spende la Calabria per i gettonisti?«Ci chiedono anche 150 euro per un turno di un’ora, il che equivale, per otto ore, a circa 1.200. Una giornata è composta da tre turni di otto ore. Fate un po’ i conti: arriviamo a 108.000 euro al mese. E se pensiamo che un medico del sistema sanitario pubblico costa solo 7.000 euro al mese allo Stato - quindi tre turni di 8 ore al giorno per un mese costano circa 21.000 euro -, ci rendiamo conto che la spesa in più per usare medici a gettone è di circa 90.000 euro al mese. Soldi distratti dalla cura dei malati».Una bella stangata per il sistema sanitario e un bel business per le coop. Come si è arrivati a questo?«La Calabria, come altre regioni, vive il problema gigantesco della carenza di personale sanitario. Tutti i pronto soccorso in Italia hanno difficoltà a reperire medici. Nei reparti ospedalieri c’è questa carenza anche perché per anni non sono state finanziate le borse di studio di specializzazione - mi riferisco ad anestesisti, pediatri, ortopedici, ad esempio - che servivano per colmare enormi vuoti, ancor di più in una Regione come la mia che ha un sistema sanitario poco attrattivo. Ora sta succedendo anche che molti medici si dimettono dal pubblico per andare a lavorare nelle cooperative a gettone, facendo spendere ai sistemi sanitari 120-130, o come da noi 150 euro a ora».Se il problema è di tutti perché c’è questa inerzia?«Io ad agosto ho denunciato questo meccanismo ma ho avuto tutti contro, compreso l’Ordine dei medici, un vero paradosso. Oggi che il caso è esploso, finalmente se ne parla, ma poi voglio vedere se si prenderanno dei provvedimenti. Intanto le cooperative si stanno impadronendo della gestione dei medici, è assurdo. Nel passato c’è stato un gravissimo errore nella programmazione e ora bisognerebbe intervenire riformando il settore, anche dando la possibilità ai medici che già operano nel pubblico di guadagnare un po’ di più e in condizioni migliori: io lo sto facendo in Calabria, sto pagando di più i medici che dopo il loro turno decidono di fare straordinari presso i pronto soccorso. È un tema di numeri ma anche di incentivazioni. A volte si discute soltanto delle risorse, e questo vale anche per il Pnrr, ma non a sufficienza delle riforme, che nel nostro Paese varrebbero più delle risorse». Lei è finito sulle cronache per aver reclutato medici provenienti da Cuba. Non c’erano italiani disponibili, con così tanti disoccupati?«Noi abbiamo fatto diversi concorsi per reclutare medici, altri li stiamo programmando e tanti altri ne faremo, ma spesso questi bandi sono andati deserti, anche perché la Calabria ha purtroppo un sistema sanitario poco attrattivo. Rischiavamo dunque di chiudere reparti e interi ospedali per la carenza dei medici, così si è deciso temporaneamente di ricorrere al supporto dei medici cubani».I cubani non toglieranno posti agli italiani?«Assolutamente no. Abbiamo stipulato un accordo con la società statale del governo di Cuba che prevede l’invio fino a un massimo di 497 medici da Cuba in soccorso della sanità regionale: è un contratto di tre anni e nel complesso la spesa per ogni professionista sarà poco meno di 5.000 euro al mese. Il primo contingente di questi medici, 51 per la precisione, è già da noi, e si sta perfezionando nell’uso dell’italiano presso l’Università della Calabria e tra pochi giorni sarà pronto a prestare la propria opera a Polistena, a Locri, a Gioia Tauro e in altri ospedali dove ci sono gravissime carenze di personale medico. C’è bisogno di risorse, è vero, ma soprattutto di riformare un aspetto che è stato molto trascurato negli ultimi anni: quello relativo al reclutamento dei medici».
Jose Mourinho (Getty Images)