2020-03-28
I giovani di Confindustria chiedono un rinvio per scegliere il nuovo presidente
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Eugenio Calearo scrive a Alessio Rossi in vista del voto di maggio: ««Mi vergogno al pensiero di alzare il telefono e chiamare i nostri colleghi e amici, per chiedere un confronto sui temi della campagna elettorale, del programma e della squadra». In viale dell'Astronomia è ancora confermata la data del 16 aprile per la sfida tra Carlo Bonomi e Licia Mattioli.Dentro Confindustria si continua a respirare una calma apparente in vista dell'appuntamento del 16 aprile, quando in teoria il consiglio generale dovrebbe nominare il nuovo presidente. L'appuntamento era previsto per il 26 marzo, poi, data l'emergenza coronavirus, Vincenzo Boccia ha deciso per il rinvio. Nelle ultime settimane i sostenitori del presidente di Assolombarda Carlo Bonomi avevano chiesto di velocizzare le pratiche per la sfida contro Licia Mattioli. Del resto dopo la relazione dei saggi i bonomiani di ferro sono quasi sicuri di portare a casa la vittoria, ma a guardare i numeri la partita è ancora aperta. Da tempo si ragiona sulla possibilità di prorogare di qualche mese la presidenza Boccia per permettere una votazione in un clima più disteso, tra emergenza sanitaria e soprattutto economica, con le imprese già in cassa integrazione e più impegnate a far quadrare i conti che alla rappresentanza industriale. Se gli «anziani» al momento non si muovono, sono i giovani di Confindustria che negli ultimi giorni hanno fatto uno scatto in avanti, chiedendo appunto di rinviare il voto della loro assemblea. Per di più la scadenza per loro è a maggio, nemmeno in aprile come in viale dell'Astronomia. «Caro Presidente, caro Alessio, rinviamo», ha scritto in una lettera Eugenio Calearo Ciman, figlio e imprenditore nell'azienda di famiglia Calearo Antenne. Calearo è uno dei candidati a succedere al presidente dei giovani uscente Alessio Rossi. Non è un candidato qualunque, ma quello favorito nella conta dei voti finale che lo vede contro Riccardo Di Stefano, tuttora vicepresidente. Dovrebbe in teoria chiedere di anticipare i tempi, perché in vantaggio sullo sfidante siciliano. Se la riunione del consiglio generale dei giovani per la votazione finale è ancora prevista per il 12 maggio, infatti la presentazione dei programmi dovrebbe tenersi il 4 aprile. Data in cui, ora dopo ora, sembra proprio che l'Italia sarà ancora chiusa in un lockdown per l'emergenza sanitaria così come per le imprese che non sanno neanche se potranno riaprire quando tutto questo sarà finito. Calearo scrive a Rossi: «Mi vergogno al pensiero di alzare il telefono e chiamare i nostri colleghi e amici, per chiedere un confronto sui temi della campagna elettorale, del programma e della squadra».Cosa deciderà di fare il Movimento Giovani di Confindustria lo sapremo la prossima settimana, ma le parole di Calearo suonano come una condanna stridente quando vengono messe vicino a quelle dei «senatori"»del sistema Confindustria che pochi giorni fa, già nel pieno della pandemia, dicevano di non comprendere i motivi di rinvio.
Nicolas Maduro e Hugo Chavez nel 2012. Maduro è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 (Ansa)
Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico.
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
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