2024-12-14
Il nuovo premier di Macron già sotto scacco
François Bayrou (Getty Images)
Il presidente incarica Bayrou dopo un vertice teso all’Eliseo, dal quale l’esponente centrista ha rischiato di uscire senza la nomina La sinistra di Mélenchon esclude subito il proprio sostegno. Il partito della Le Pen apre: «Nessun pregiudizio, però ci deve ascoltare».Il presidente francese Emmanuel Macron ha nominato François Bayrou primo ministro. Il successore di Michel Barnier è il fondatore del partito centrista Modem, alleato di quello fondato da Macron fin dall’arrivo di quest’ultimo all’Eliseo nel 2017. Settantasei anni, sindaco democristiano di Pau, François Bayrou è una vecchia volpe della politica transalpina. Già candidato a più elezioni presidenziali, il neo premier è stato l’ago della bilancia che ha permesso, a Nicolas Sarkozy nel 2007 e a François Hollande nel 2012, di vincere le presidenziali. Quanto rimarrà Bayrou a Palazzo Matignon, sede del premier francese? Il quesito è legittimo visto che, negli ultimi dodici mesi, altri tre primi ministri si sono succeduti alla guida del Paese. Due di questi, Elisabeth Borne e Gabriel Attal, potevano contare su una larga maggioranza parlamentare, il terzo no. Proprio per questo, il governo Barnier è durato a malapena tre mesi. A giustificare la domanda c’è anche la laboriosa soluzione dell’ultima crisi di governo aperta dalla sfiducia contro l’ex commissario Ue, votata dall’Assemblea nazionale lo scorso 3 dicembre, ma anche la giornata di ieri. In effetti, Macron ha ricevuto Bayrou attorno alle 8.30 del mattino per spiegargli, secondo quanto dicono vari giornalisti francesi che seguono l’Eliseo, il motivo per il quale non lo avrebbe inviato a Palazzo Matignon. Senza sorpresa, la decisione presidenziale non sarebbe stata accolta con favore da Bayrou che, continuano le ricostruzioni giornalistiche, avrebbe minacciato di scatenare il caos all’Assemblea nazionale. L’incontro tra Macron e Bayrou è durato poco meno di due ore. Nel frattempo, sulle chat la girandola dei nomi di potenziali premier era inarrestabile, segno della possibilità concreta che Bayrou ripartisse dall’Eliseo senza mandato. Le ricostruzioni non sono state smentite da Richard Ramos, uno dei più noti deputati Modem, su Cnews.Non appena la presidenza della Repubblica francese ha ufficializzato via X la nomina del nuovo premier, si sono scatenate le reazioni della classe politica che, di fatto, terrà sotto scacco il neo premier. Le più virulente sono state quelle dell’estrema sinistra di La France insoumise (Lfi), il partito fondato da Jean-Luc Mélenchon. Su X, il deputato Lfi Manuel Bompard ha definito la scelta del premier «un gesto dell’ombrello alla democrazia», perché Macron ha «nominato il suo primo e ultimo sostegno» dopo «aver perso tutte le ultime elezioni». Per questo, Bompard ha già annunciato una mozione di sfiducia perché, secondo lui «far cadere Bayrou, significherà far cadere Macron». Anche gli alleati verdi di Lfi hanno annunciato una mozione di censura (sfiducia) ma solo se Bruno Retailleau, esponente di spicco de Les Républicains (Lr), rimanesse al ministero dell’Interno. Lo ha dichiarato la segretaria del partito ecologista, Marine Tondelier. Anche il Partito socialista non ha apprezzato la nomina di Bayrou e, in una nota, ha annunciato che non parteciperà al futuro governo, aggiungendo anche che se non utilizzerà l’articolo 49.3 della Costituzione (l’approvazione di leggi da parte del governo), non lo sfiduceranno. Il Ps però pretende anche che Bayrou non scenda a patti con il Rassemblement national (Rn) di Marine Le Pen. Proprio quest’ultima ha scritto su X che il suo partito chiederà al neo primo ministro «di ascoltare le opposizioni per costruire un bilancio ragionevole». Poi, Le Pen ha dichiarato a Le Figaro che «c’è il modo di trovare un terreno d’intesa» in tema di proporzionale con Bayrou. Il presidente Rn, Jordan Bardella, ha escluso una censura «a priori» del futuro esecutivo ma ha chiesto a Bayrou di favorire il «dialogo» con tutte le forze politiche. Anche l’alleato Rn, Eric Ciotti, ha escluso la censura automatica. I Républicains hanno annunciato che sosterranno Bayrou in funzione di quello che sarà il suo progetto di governo. Tra le file macroniste, la nomina del sindaco di Pau è stata accolta con favore ma anche con qualche dichiarazione di circostanza. L’ex ministro degli Esteri, ora commissario Ue per il Mercato interno, Stéphane Séjourné, ha elogiato le «convinzioni europee» del premier. Invece l’ex ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, si è congratulato per la nomina. Per il deputato Roland Lescure, la scelta di Macron è caduta sull’«uomo della situazione». Congratulazioni sono arrivate a Bayrou anche dalla presidente della commissione Ue, Ursula von der Leyen.Le prime parole pronunciate dal neo premier al passaggio di consegne, svoltosi a Matignon, sono state solenni. «Nessuno sa meglio di me la quanto sia difficile la situazione», ha detto Bayrou, paragonandola a un’«Himalaya» di deficit, «una questione che pone un problema morale, non solo finanziario». Bayrou ha visto in tarda serata Retailleau. Nei prossimi giorni capiremo se riuscirà a sopravvivere ai veti incrociati dei vari partiti.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)