2024-07-20
Per la nomina dei nuovi commissari dovremo aspettare fino a ottobre
Raffaele Fitto (Getty Images)
Prima gli Stati dovranno indicare due nomi, poi ci sarà la scelta del presidente e infine le audizioni all’Europarlamento. Spunta pure l’ipotesi Deborah BergaminiSe ne parla a settembre: il mantra di chi, dopo aver faticato un anno intero, rinvia alla fine delle vacanze le incombenze che attendono, vale anche per Ursula von der Leyen. Dpo aver ottenuto la fiducia del Parlamento europeo, il presidente uscente e rientrante della Commissione si prenderà qualche giorno di riposo, e dedicherà il mese di agosto alla definizione della sua squadra di governo, che verrà ufficializzata appunto a settembre. Le trattative avverranno per telefono o attraverso emissari: i commissari sono 27 in tutto, tanti quanti gli Stati membri della Ue. Ogni governo propone due nomi, un uomo e una donna, e il presidente sceglie chi nominare (salvo che un governo non decida di confermare il commissario uscente, a quel punto la nomina è automatica). È una prassi che la Von der Leyen ha detto l’altro ieri, subito dopo il via libera del Parlamento europeo, di voler rigorosamente rispettare, così come ha sottolineato che la prossima Commissione dovrà rispettare rigorosamente la parità di genere. Una volta conclusa la fase delle interlocuzioni con i governi, la Von der Leyen avrà degli incontri con tutti i candidati alla carica di commissario, per poi mettere nero su bianco la squadra di governo. A quel punto, però, e siamo a settembre, i singoli commissari incaricati dovranno passare attraverso un esame da parte delle commissioni parlamentari di riferimento. Ad esempio, il designato commissario all’Agricoltura dovrà sottoporsi a una audizione da parte della commissione Agricoltura del Parlamento europeo. Se una delega copre l’ambito di lavoro di più Commissioni, queste esaminano il candidato in seduta congiunta.Prima delle audizioni vere e proprie, come si legge nel regolamento, le commissioni sottopongono domande scritte ai commissari designati. I curricula e le risposte da loro fornite alle domande scritte vengono quindi pubblicati sul sito del Parlamento europeo. Poi si procede alle audizioni, la cui durata è di tre ore, con un massimo di 25 domande. Al termine dell’audizione, la commissione si riunisce a porte chiuse per valutare se il commissario designato è idoneo. Se viene promosso o bocciato all’unanimità, la storia finisce lì. Se il commissario designato è approvato da almeno due terzi dei membri della commissione, la lettera di approvazione specifica che il candidato è stato approvato da un’ampia maggioranza e, su richiesta, fa riferimento ai punti di vista della minoranza. Qualora non si raggiunga una maggioranza dei due terzi, i coordinatori chiedono ulteriori informazioni al commissario designato mediante domande scritte e, se ciò non è soddisfacente, richiedono la ripresa dell’audizione per una durata di un’altra ora e mezza. Se la maggioranza dei due terzi non viene raggiunta neanche stavolta, il presidente convoca una riunione di commissione e pone in votazione, stavolta a maggioranza semplice, in primo luogo l’idoneità del candidato a diventare membro della Commissione e poi la sua idoneità a svolgere i compiti assegnatigli. Se il commissario viene bocciato, il governo che lo ha indicato deve proporre un altro nome; se invece viene giudicato non idoneo ad assumere quella specifica delega, può essere proposto per un diverso portafoglio. Una volta concluse le audizioni, il presidente presenta il collegio dei commissari e il suo programma in Aula, che vota l’approvazione complessiva per appello nominale. A quel punto, la nuova Commissione è in carica. Per espletare tutta questa procedura ci vogliono alcune settimane: si prevede quindi che la nuova Commissione europea entrerà in carica non prima di ottobre. La procedura non è banale: sono diversi i casi di commissari bocciati e sostituiti. Nella prima Commissione Von der Leyen, furono tre: la rumena Rovana Plumb e l’ungherese Laszlo Trocsanyi per conflitto di interessi, la francese Sylvie Goulard perché all’epoca sotto inchiesta con l’accusa di aver utilizzato fondi europei per pagare un suo assistente. Qualcuno ricorderà il caso di Rocco Buttiglione, designato commissario europeo nel 2004 da Silvio Berlusconi e bocciato a causa di alcune dichiarazioni sul ruolo delle donne e sull’omosessualità. Fu sostituito da Franco Frattini. Per quello che riguarda l’Italia, in pole position per il ruolo di commissario resta Raffaele Fitto, ministro degli Affari europei, che potrebbe avere la delega alle politiche di coesione e al Pnrr, le stesse che gli sono state affidate nel governo italiano. Giorgia Meloni però, anche se in Fdi si minimizza la questione, potrebbe dover proporre, come detto, anche il nome di una donna, e la scelta finale sarebbe di Ursula von der Leyen. Alla Verità risulta che la scelta al femminile potrebbe essere quella di Letizia Moratti, eurodeputata di Forza Italia. La Moratti è una personalità molto gradita alla famiglia Berlusconi. Un pensierino lo sta facendo anche Deborah Bergamini, deputata e vicepresidente azzurra. Per quel che riguarda gli altri Paesi, i nomi praticamente certi sono quelli di Maros Sefcovic per la Slovacchia, Hanna Vikkunen per la Finlandia, Michael McGrath per l’Irlanda, Valdis Dombrovskis per la Lettonia, Jessika Roswall per la Svezia. La Francia dovrebbe confermare Thierry Breton, commissario uscente al Mercato interno, mentre la Spagna punta su Teresa Ribera. La Slovenia indicherà con ogni probabilità Tomas Vezel, la Polonia punta su Radosław Sikorski.
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