2023-01-15
Nuove carte a casa Biden. E Obama sta zitto
Altri documenti segreti trovati in Delaware. Anche questi risalgono ai tempi della vicepresidenza. La stella politica dell’attuale presidente sembra al tramonto e il silenzio del suo «sponsor» è indicativo. Che i dem stiano pensando a un cambio di cavallo?Quella dei documenti classificati di Joe Biden è una questione grave dal punto di vista politico e istituzionale. Venerdì la Cnn (che non è certo una testata sospettabile di simpatie repubblicane) l’ha definita la peggior crisi politica affrontata finora dall’attuale amministrazione americana. D’altronde, i precedenti storici ci dicono che, quando un presidente finisce sotto procuratore speciale, quest’ultimo redige un rapporto che viene trasmesso alla Camera dei rappresentanti: quella stessa Camera che prende poi in considerazione l’ipotesi di intentare un processo di impeachment contro l’inquilino della Casa Bianca. E ora arriva un’altra batosta a mettere in crisi il presidente americano: nell’abitazione di Biden a Wilmington, nel Delaware, sono stati trovati altri documenti considerati «classificati». Ad affermarlo è la stessa Casa Bianca, sottolineando che si tratta di altre cinque pagine. Nel comunicare la nuova scoperta, il legale di Biden, Robert Bauer, difende l’operato della Casa Bianca che sta cercando di trovare un equilibrio fra l’essere trasparente e il rispettare «le norme e i limiti necessari per proteggere l’integrità dell’indagine». I nuovi documenti sarebbero stati trovati nei giorni scorsi, poco dopo l'annuncio delle carte rinvenute nel garage di Biden in Delaware.Le nuove pagine sono venute alla luce dopo che la stessa portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, aveva dichiarato che le ricerche erano concluse. Anche in questo caso è stato consegnato tutto alle autorità. Bene, chiarita la gravità della situazione, ci si potrebbe chiedere: ma è casuale che questo bubbone sia scoppiato proprio ora? Ricordiamo d’altronde che le carte incriminate risalgono all’amministrazione Obama e, nella fattispecie, al triennio che va dal 2013 al 2016. Pertanto, il fatto che siano state improvvisamente rinvenute tra novembre 2022 e gennaio 2023 qualche domanda effettivamente la pone, anche perché Biden, da vicepresidente, lasciò la Casa Bianca nel gennaio 2017. Ragion per cui logica avrebbe voluto che i suoi solerti avvocati cercassero tutti i documenti classificati eventualmente trattenuti entro l’avvio della sua campagna presidenziale che, ricordiamolo, cominciò ad aprile 2019. Ora, sarà tutto casuale, per carità. Ma un dubbio onestamente viene. Non è che la scoperta improvvisa di questi documenti sta avvenendo in un clima politico teso a picconare la (già di per sé sfibrata) leadership di Biden all’interno dello stesso campo dem? Non è che, in altre parole, l’asinello vuole puntare su un nuovo cavallo in vista del 2024? A prima vista l’ipotesi sembrerebbe molto azzardata. In fin dei conti i dem hanno retto alle ultime elezioni di metà mandato e, tutto sommato, proprio una leadership debole come quella di Biden ha consentito di lottizzare i posti chiave del governo americano in un partito sempre più balcanizzato come quello democratico. Il timore dei fedelissimi del presidente è che si possa ripetere uno scandalo come quello per le email di Hillary Clinton del 2016, quando l’Fbi indagò sulle comunicazioni dell’allora candidata alla presidenza transitate da un server privato mentre era Segretario di Stato, dal gennaio 2009 al febbraio 2013. Biden continua ad essere un presidente fondamentalmente impopolare e con lui - soprattutto dopo la crisi afgana - la credibilità internazionale degli Usa si è ridotta. Senza contare qualche evidente problema di lucidità che ogni tanto lo caratterizza. La stessa stampa statunitense, pur continuando a dire che il caso dei documenti di Donald Trump sarebbe più grave, ha accolto con fastidio la vicenda degli incartamenti di Biden, mettendo inoltre sotto pressione la Casa Bianca sulla questione della tempistica con cui la notizia è stata diffusa. Infine, è pur vero che molti dem hanno fatto quadrato attorno al presidente, ipotizzando addirittura in alcuni casi un complotto. Ma ci sono due elementi che stridono. Primo: il capogruppo dem al Senato, Chuck Schumer, ha detto l’altro ieri di essere d’accordo con la nomina del procuratore speciale. Secondo: avete notato l’assordante silenzio di Barack Obama sulla vicenda? Proprio lui che, come raccontava Nbc News a marzo 2020, fu alla fin fine il grande regista dell’ascesa di Biden alle ultime primarie presidenziali (nonostante non abbia mai nutrito grande stima per il suo ex vice, come riportato qualche anno fa da Politico). Ecco, sebbene a livello meramente ipotetico, tutto questo autorizza a chiedersi: non è che questa storia dei documenti è uscita proprio perché la stella politica dell’attuale presidente sta inesorabilmente tramontando? Un presidente che, secondo i beninformati, sarebbe pronto ad annunciare una ricandidatura il mese prossimo. Certo: non sappiamo se le cose stiano realmente così. Ma siamo sicuri che questi documenti sarebbero saltati fuori se la leadership di Biden fosse stata veramente solida?
Donna, ingegnere aerospaziale dell'Esa e disabile. La tedesca Michaela Benthaus, 33 anni, prenderà parte ad una missione suborbitale sul razzo New Shepard di Blue Origin. Paraplegica dal 2018 in seguito ad un incidente in mountain bike, non ha rinunciato ai suoi obiettivi, nonostante le difficoltà della sua nuova condizione. Intervistata a Bruxelles, ha raccontato la sua esperienza con un discorso motivazionale: «Non abbandonate mai i vostri sogni, ma prendetevi il giusto tempo per realizzarli».