2025-06-24
«I nostri capi sintetizzano lusso ed etica»
Il co-fondatore di Eleventy Marco Baldassari: «Preferisco la vendita in negozio a quella online, permette di interagire direttamente con i clienti e consigliarli al meglio. Abbiamo scelto di competere con i colossi del settore per fare la differenza, i risultati ci danno ragione».In un panorama della moda sempre più polarizzato tra fast fashion e lusso estremo, Eleventy ha scelto una strada diversa: quella di uno «Smart luxury», fondato su qualità, sobrietà e artigianalità italiana. Nato nel 2007 da un’intuizione di Marco Baldassari, oggi ceo e co-fondatore, il marchio è cresciuto consolidando una propria identità chiara e riconoscibile, capace di coniugare estetica contemporanea e produzione responsabile. Con un grande headquarter a Milano e una presenza in oltre 30 Paesi, Eleventy rappresenta oggi un caso di successo del Made in Italy nel mondo, con performance positive in mercati strategici. In questa intervista, Marco Baldassari racconta il percorso del brand, le scelte che hanno guidato la crescita internazionale, l’evoluzione del consumatore di fascia alta e le prossime sfide tra sostenibilità, digitalizzazione e visione globale.Come nasce Eleventy e quale visione volevate portare nel mondo della moda?«Da subito abbiamo puntato a una moda che non fosse solo bella ma anche etica, una moda dove la morale deve avere un peso importante perché alla base c’è sempre stato un concetto vero, tutto deve avere il giusto valore, questo per me è stato ed è un principio fondamentale. Tutto deve essere sano cioè deve seguire dei canoni di sostenibilità, rispetto della filiera, prodotto fatto in Italia 100%, tessuti per la maggior parte italiani. Perché è un impegno nel sostenere la nostra nazione, che vuol dire sostenere salari, stipendi, pagare le tasse in Italia e questo, più che mai, è apprezzato e importante da trasferire. Così come vogliamo tutelare il nostro cliente: abbiamo aggiunto un Qr code su tutti i nostri capi per la tracciabilità, una garanzia per il consumatore finale che sa di acquistare un prodotto con determinati requisiti, non sono solo story telling raccontati certificati da un documento vero e proprio».Il vostro motto «Smart luxury» è diventato un punto distintivo del marchio. Cosa significa per voi?«È esattamente il principio con il quale sono partito, l’intento è di fare il miglior prodotto al miglior valore. Nel mondo che stiamo vivendo, questo aspetto è fondamentale perché il consumatore finale è sempre più sensibile e attento».Quali i momenti di svolta più significativi?«Quattro anni fa, stanco di ascoltare clienti che facevano dei paragoni sui prezzi, decisi di buttare il cuore oltre l’ostacolo passando dal premium al luxury, quindi fare un prodotto di altissima qualità che riflettesse il vero Made in Italy sinonimo di prodotti eccellenti sia per la manifattura che per i materiali. Quello è stato il momento in cui Eleventy ha fatto la differenza. Da un lato vai a competere con i titani della moda, i grandi brand strutturati ma alla fine hai un palco di pochi competitor mentre nel Premium sei in una giungla dove di fatto il prezzo diventa il protagonista. Noi non possiamo essere competitivi sul prezzo con aziende che producono ovunque o che fanno ricerche di tessuti più economici. A oggi è stata la scelta più giusta che ci ha portato a risultati molto importanti».Eleventy è cresciuta molto anche a livello internazionale. Quali sono oggi i vostri mercati principali e quali quelli in maggiore espansione?«Stati Uniti e il Middle East per una questione di potenza economica nel senso che il consumatore americano come quello del Middle East sono senz'altro i consumatori che hanno un potere d’acquisto molto più alto rispetto al cliente domestico nostro, più limitato nella possibilità di acquistare capi con dei valori importanti. Però devo dire che anche l’Europa è in crescita, mentre per i mercati citati gli incrementi sono a doppia cifra».Con il boom dell’e-commerce e l’evoluzione digitale, qual è la vostra strategia tra retail fisico e canali online?«Amo il contatto, prediligo una esperienza dal vivo dove posso, di persona, interagire con il cliente, fargli provare i capi, vedere come li indossa, dare suggerimenti e far vivere una esperienza in termini di ospitalità da ricordare. Poi il canale online integra l’esperienza fisica dando l’opportunità di acquistare là dove non c’è un negozio di Eleventy. Se un cliente arriva dall’Africa, mercato che sta crescendo molto, attraverso l’online può essere accontentato a distanza. I capi vengono spediti a casa ma si possono ritirare in negozio dove è possibile provarli e aggiustarli qualora ci fosse bisogno di modifiche. Sono due canali che devono lavorare insieme. Nei prossimi obiettivi di crescita, senza dubbio, c’è quello di sviluppare maggiormente il canale retail, il modo migliore per farsi conoscere e presentare il nostro marchio».Collezione della prossima primavera/estate. Su cosa puntate?«È un vero e proprio inno al lino, un materiale che richiama la purezza, la natura, con una storia antica. Indossare il lino è un gesto poetico. È portare addosso un fiore che si fa filo, camicia, blazer doppiopetto. Un’esperienza sensoriale, che richiama la bellezza autentica della natura. In questo stesso spirito nasce il cartellino della collezione, realizzato in carta di semi di lino: una volta piantato, darà vita a fiori azzurri. Perché l’eleganza naturale, per Eleventy, non è solo stile, ma gesto, emozione e memoria».
Nel riquadro: Mauro Micillo, responsabile Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo (Getty Images)
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