2023-11-30
Non è vero che siamo tutti colpevoli. È Hamas che fa dell’odio una bandiera
Iran ed Hezbollah sostengono chi si oppone all’idea di una coesistenza tra popoli.La prospettiva da cui si interpretano le questioni mediorientali dall’Italia è spesso legata a principi e modelli culturali differenti da quelli in cui vivono israeliani e palestinesi. Questa lettura, che avviene con occhi diversi rispetto a coloro che vivono il quotidiano di quella terra, inquina la comprensione delle dinamiche e del ragionamento e impedisce spesso di avere il reale contatto della realtà.Non è politicamente corretto pertanto dire che le responsabilità maggiori sono di una parte rispetto all’altra, che gli errori politici di una leadership corrotta che ha usato il terrorismo come strumento politico e ha fallito nel rifiutare tutte le proposte di pace avanzate da Israele, oggi portano a questo risultato. E nel complesso esistenziale in cui vive l’Occidente da alcuni anni a questa parte, ci è difficile affermare come ha fatto Barack Obama, che siamo tutti responsabili. Non siamo tutti responsabili e certamente non lo siamo alla stessa maniera. Questa visione paternalistica e un po’ razzista per cui i palestinesi sono oggetto e non soggetto delle proprie scelte impedisce di affrontare qualsiasi discussione. In questa visione, l’odio diventa l’unico strumento dei palestinesi che senza soluzioni non hanno altri mezzi per affermare la propria posizione. Dobbiamo dire che per Israele l’odio non è una categoria politica. Tra le varie ragioni dell’attacco del 7 ottobre c’era la volontà di Hamas, Iran ed Hezbollah d’interrompere il percorso di normalizzazione tra Israele e i Paesi arabi e del Golfo degli Accordi di Abramo. Una rivoluzione, che per l’appunto smentiva l’assunto che l’odio fosse l’ostacolo alla coesistenza. Certamente per Israele quegli accordi dimostravano con coerenza quanto avveniva nella sua terra sin dal giorno della sua creazione. Ebrei e arabi musulmani vivevano assieme in pace e sicurezza. Senza dover tornare indietro nella storia così Israele ha sempre ragionato anteponendo la pace alla guerra e la vita alla morte. Non alla stessa maniera è avvenuto dalla parte opposta. Infatti, mentre un arabo che vive in Israele viene considerato un cittadino, un ebreo che vive in territorio palestinese è considerato un colono. Non c’è speranza di coesistenza se si avalla questo principio. Un inganno che serve a nascondere chi le categorie politiche non le applica, come le teocrazie sciite di Iran ed Hezbollah, che alimentano Hamas e la guerra contro Israele. Non è un caso che i Paesi del Golfo, pur restando nella categoria dei Paesi confessionali, abbiano in questi anni aperto le loro società rispetto al passato, nei diritti e nella modernizzazione. Iran, Hezbollah e Hamas (che a differenza dei primi due è sunnita) hanno invece scelto un percorso inverso, in cui la radicalizzazione è diventata sempre più estrema e feroce. Un odio scientifico che nasce dal presupposto che gli ebrei e gli infedeli non abbiano diritto di vivere in questa terra. Una forma di antisemitismo bieca e violenta che inizia contro Israele e si estende fino ad arrivare da noi. Non è un caso che nelle piazze europee alle manifestazioni per la pace i manifestanti non solo giustifichino Hamas, ma ne esaltino le azioni. Lo stesso odio che vede negli Stati Uniti l’obiettivo successivo e simbolico dell’Occidente, che non dimentichiamo, ha già conosciuto il terrorismo islamista anche qui in Europa. Per questo dobbiamo sottrarci all’idea che l’odio sia binario e accettare che la responsabilità di questo sentimento di violenza dipenda anche da nostri errori. Sbagliamo se non prendiamo atto di come nasce e se non poniamo rimedi, ma soprattutto sbagliamo se applichiamo lo schema di Iran, Hamas e Hezbollah nel fomentare caos e tensione. Per risolvere il problema dell’odio va sradicato Hamas e va imposto all’Anp una posizione chiara e netta contro la violenza e il terrorismo grazie anche all’intervento degli altri Paesi arabi parte degli accordi di Abramo. Uno sforzo comune che abitui, come stava avvenendo in questi anni a cittadini israeliani e dei Paesi del Golfo, che nella convivenza c’è tutto da guadagnare.Ruth Dureghello, già presidente della Comunità ebraica di Roma
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.