2020-02-03
Non teorizzate la pedofilia con i miei soldi
Ci sono circoli, come quello intitolato a Mario Mieli, che hanno collaborato con enti pubblici e sono andati nelle scuole a diffondere le loro idee. Peccato che l'attivista abbia esplicitamente esaltato i rapporti con i minorenni: è giusto farlo pesando sul contribuente?Pedofilia (2° parte)Ci sono intellettuali, scrittori e artisti, che puntano esplicitamente a sdoganare la pedofilia. La teorizzano, in alcuni casi la esaltano, chiedendo che vengano mutate le leggi che la proibiscono. Una spinta del genere può essere finanziata anche con soldi pubblici? No, e vi spiego perché. A Roma esiste un circolo Mario Mieli, finanziato in passato anche con denaro pubblico perché combatte l'omofobia, crimine ritenuto assoluto.Le vaccinazioni anti epatite e gli screening di malattie sessualmente trasmissibili, invece di farle nelle Asl, lo Stato italiano le fa nei circoli gay, incluso quello intitolato a Mario Mieli, così da legittimare ulteriormente le loro ideologie.L'ideologia del circolo Mario Mieli è la stessa di Mario Mieli? Gli attivisti del circolo entrano sistematicamente nella scuole, anche per insegnare l'affettività, di cui evidentemente sono considerati esperti.Il significato della parola «pedofilo» riportato sul Dizionario diagnostico statistico è il seguente: «Persona attratta eroticamente da minori».La pedofilia è una condizione mentale caratterizzata dall'attrazione erotica per i minori - condizione ritenuta da alcuni una parafilia o una perversione - mentre dall'ultimo Dsm (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) è considerata un orientamento sessuale.Chiunque si dichiari attratto eroticamente dai bambini, indipendentemente dal fatto che abbia o meno compiuto atti pedofili, secondo questo tipo di definizione, è pedofilo.Mario Mieli dichiara, in maniera inequivocabile, la sua attrazione erotica per i bambini, per persone cioè di età inferiore alla pubertà, nel suo libro Elementi di critica omosessuale, pubblicato inizialmente da Einaudi e, nell'ultima edizione, da Feltrinelli.«Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino l'essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l'amore con loro. Per questo, la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega, calando sul suo erotismo la griglia edipica» (Mario Mieli, Elementi di critica omosessuale, Milano, Einaudi, 1977 e ora anche a pagina 55 del testo in pdf: https://www.mariomieli.net/wp-content/uploads/2018/01/Elementi_di_critica_omosessuale.pdf).Questa frase costituisce il punto centrale nell'economia dell'intero libro.Mieli dichiara il proprio desiderio erotico ed espone quello che appare una sorta di programma di atti di abuso su minore, riassunti nelle parole «faremo l'amore con loro».Dichiara il progetto dell'atto pedofilo, l'atto fisico con il bambino (da lui mai compiuto, fino a prova contraria), come migliore della non pedofilia. Si direbbe che non essere attratti eroticamente dai bambini, non desiderarli, per lui sia un male.L'atto pedofilo, però, secondo scienza ed etica - nonché in base alla mia personale esperienza professionale - costituisce un danno enorme alla psiche e al fisico, spesso irreversibile sia dal punto di vista psichico e fisico.«Fare l'amore con loro» è un'espressione eufemistica che allude non solo all'atto di provare piacere attraverso il corpo del bambino, bensì anche all'atto sessuale vero e e proprio, con possibili - per non dire sicuri - danni anche irreversibili, tanto più quanto il piccolo corpo è al di sotto della pubertà.Secondo Mieli, coloro che sono pedofili e che desiderano il corpo dei bambini, che hanno in programma di «fare l'amore con loro», sarebbero più apprezzabili di coloro che non desiderano eroticamente i bambini, e non desiderano usare i loro corpi immaturi a scopi erotici. Questi ultimi, secondo Mieli, sarebbero persone che traumatizzano i bambini, li «educastrano» e vanno combattuti.«L'educastrazione (bizzarro neologismo che congiunge, derisoriamente, l'educazione con la castrazione, ndr) ha come obiettivo la trasformazione del bimbo, tendenzialmente polimorfo e “perverso", in adulto eterosessuale, eroticamente mutilato ma conforme alla Norma» (a pagina 13 di Elementi di critica omosessuale).La rivoluzione preconizzata da Mieli consiste nel proporre come modello la pedofilia, aggredendo verbalmente con il sarcasmo e la derisione chi la combatte.Contrariamente ad altri, tra cui i firmatari del famoso «Manifesto in difesa della pedofilia» (con i nomi in calce di Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir, Michel Foucault, Jack Lang e Daniel Cohn-Bendit), che si limitano a chiedere di non considerare più reato l'atto consumato con un minore di 12 anni, Mieli non solo auspica che la efebofilia sia tollerata: lui progetta di fare l'amore con i bambini - quindi anche minori al di sotto della soglia della pubertà - e afferma che fare l'amore con i bambini è raccomandabile, non farlo è una forma negativa di pseudo educazione.Sintomaticamente espressiva del dispregio del sé è la parola «checche» usata da Mieli, che indica il suo auto profanarsi, che ha raggiunto l'apice nella coprofagia praticata ed esaltata, e nel suicidio tragicamente eseguito.Sintomatico del fatto che Mieli identifichi sé stesso come l'iniziatore di un movimento, e che si presenti come modello di vita per un numero indeterminato di seguaci, è l'uso del plurale. Mieli infatti non dice: «Io checca rivoluzionaria», ma dice «Noi checche rivoluzionarie». Chi intende con la parola «noi»?Non è impossibile ipotizzare che indichi i suoi seguaci: quelli che useranno il suo nome, quelli che raccomanderanno il suo libro come lettura fondamentale, coloro che descriveranno la vita e l'opera di Mieli come segno di liberazione e la raccomanderanno.Mieli con questa frase pare insomma fonda un movimento: il suo libro è una costruzione ideologica che afferma la pedofilia come fattore di progresso e di sviluppo positivo dell'umanità. E l'assenza di pedofilia come repressione ed «educastrazione», quindi come fattore negativo dell'esistenza umana.Quel «noi» indica che con lui ci sono tutti quelli che usano e useranno il suo nome per combattere la battaglia del radicamento e della diffusione della pedofilia.Mieli è cioè un teorico della pedofilia, in particolare di quella omosessuale.Come risulta banalmente dalla pagina Wikipedia, una pagina consultabile da qualsiasi ragazzino nella cui scuola siano entrati gli attivisti del circolo omonimo, è anche un teorico della coprofagia e della coprofilia, come risulta non solo da Elementi di critica omosessuale, ma anche dal sito del Circolo Mario Mieli - ripeto, finanziato con denaro pubblico - che riporta il link dell'articolo di Francesco Paolo Del Re Mario Mieli, dinamite frocia contro la Norma, il quale parla con ammirazione di un pane alchemico offerto da Mieli impastato con escrementi, sperma e sudore.In quanto contribuente di una nazione che ogni anno spende di più per contrastare infezioni sessualmente trasmissibili e malattie a trasmissione orofecale, sono francamente irritata.Tra l'altro: la legge è uguale per tutti. Per saperlo: le parole «frocio» e «checca» che gli Lgbt usano normalmente sono lecite? Tutta la vita di Mieli è un progetto di inversione dell'etica, una negazione della biologia e soprattutto un testo infarcito di violenza verbale, per dirla con le parole di Mieli, contro la Norma: la normalità, i normali.Piace tanto? Magnifico. Non coi miei soldi.
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)