2019-10-07
Non solo Joker, cinecomic ai primi posti per incassi
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Per il cinema in sala non sono tempi d'oro, anche a causa della concorrenza delle piattaforme, da Netflix ad Amazon Prime Video, solo per citare le più famose. Secondo le statistiche diffuse da Box Office Mojo, nel 2017 il numero di biglietti venduti negli Stati Uniti e in Canada è calato del 5,8% rispetto all'anno precedente, mai così in basso dal 1992. Nello stesso anno in Italia la diminuzione degli incassi è stata dell'11,63% e il decremento delle presenze in sala del 12,38%, a quanto hanno rivelato le associazioni di settore Anica e Anec.Tuttavia, ci sono film che continuano a riempire i cinema settimana dopo settimana. Tra questi rientrano anche i comic movie. A oggi solo cinque pellicole hanno incassato più di 2 miliardi di dollari al botteghino e due di queste sono film tratti dai fumetti, entrambi della saga Marvel degli Avengers e diretti dai fratelli Anthony e Joe Russo: Infinity war (2018) ed Endgame (2019). Quest'ultimo, con i suoi 2 miliardi e 800.000 dollari è stato finora il film più remunerativo di sempre, conquistando il primato che per dieci anni era stato dell'Avatar (2009) di James Cameron. Altri nove cinecomic figurano comunque nella top 30 delle pellicole con maggiori incassi.Nonostante il successo di pubblico, anzi forse anche per quello, i comic movie hanno a lungo faticato a farsi accettare nell'ambita cerchia dei cosiddetti film d'arte, esattamente come accaduto con il fumetto e la grande letteratura. Ultimo ad aver attaccato il genere è stato niente di meno che un mostro sacro come Martin Scorsese. «Non è cinema», ha detto il regista a Empire Magazine, «onestamente la cosa più vicina a loro a cui riesco a pensare, con gli attori che fanno il meglio che possono in queste circostanze, sono i parchi a tema. Non è il cinema degli esseri umani che cercano di trasmettere esperienze emotive e psicologiche a un altro essere umano».Al di là dell'opinione di Scorsese, la definitiva consacrazione del cinecomic alla fine è arrivata ed è avvenuta quest'anno grazie alla vittoria a Venezia di Joker, la pellicola di Todd Phillips che narra le vicende del più iconico tra i cattivi di Batman. Per la prima volta un film ispirato a personaggi dei fumetti è riuscito a ottenere il premio principale di uno dei festival più celebrati dalla critica di tutto il mondo. Non stupisce che un traguardo simile sia stato raggiunto da una pellicola dell'universo di Batman, visto che era stato portato sullo schermo da registi di peso come Tim Burton e Christopher Nolan. In realtà, già prima della sua nobilitazione ufficiale il genere aveva dato prova di essere ben più di una triviale operazione commerciale volta a intrattenere il pubblico. Se prendiamo, per esempio, i due film degli Avengers che hanno superato i 2 miliardi di incassi si noteranno al loro interno richiami all'attualità che rendono la trama più complessa di quanto risulti a prima vista: il cattivo, Thanos, non è mosso dal solito banalissimo desiderio di conquistare il mondo, ma dalla volontà di preservarlo, estinguendo metà della popolazione terrestre grazie ai poteri derivati da speciali gemme sparse in giro per l'universo. Le sue motivazioni ricordano tanto quelle teorie neomalthusiane sull'eccessivo sovrappopolamento della Terra, fatte proprie anche da parecchio fanatismo ambientalista così in voga in questo momento. Non è un caso che siano usciti articoli in cui viene data parzialmente ragione al cattivo Marvel. Certo, usa metodi un po' estremi, non è tanto bello sterminare in un istante metà del genere umano, però le sue preoccupazioni sono considerate legittime e condivisibili. E fa niente se, almeno in Occidente, il problema semmai è la denatalità che renderà sempre più difficile il pagamento delle pensioni agli anziani. Sempre rimanendo nell'universo Marvel, anche Capitan America. Civil war (2016) ci permette di riflettere in modo nuovo sul nostro presente. Nel film una istituzione sovranazionale (Onu) cerca di rendere più stringente il controllo sui singoli (Avengers) attraverso la firma di un trattato (accordi di Sokovia). E guarda caso la scusa per tale limitazione della libertà è la pace. Capitan America, insieme a un gruppetto, si ribella a quella che considera un'indebita imposizione da parte della Comunità internazionale e lo fa dopo aver ascoltato l'insegnamento lasciato dalla sua vecchia fiamma, Peggy Carter, alla nipote: «Accetta i compromessi dove puoi, dove non puoi non farlo. Anche se tutti ti diranno che è una cosa sbagliata, è una cosa giusta. Anche se tutto il mondo ti inviterà a spostarti, è tuo dovere stare piantato come un albero, guardarli negli occhi e dire: "No, spostati tu"». Il film The amazing Spiderman (2012), invece, sembra alludere ai pericoli del transumanesimo, movimento mirante a potenziare l'essere umano tramite la tecnologia. Il cattivo, infatti, è uno scienziato privo di un braccio, che per risolvere il suo problema fa esperimenti genetici volti a combinare il Dna umano con quello delle lucertole, così da poter copiare la capacità rigenerativa dell'animale. Il suo legittimo desiderio di essere normodotato lo porterà a superare i limiti etici della scienza, trasformandosi in una lucertola e provando a fare altrettanto con tutta l'umanità per creare una generazione più forte ed evoluta. Numerosi sono poi i riferimenti letterari presenti nei comic movie. A volte sono espliciti, come in Thor, dove è evidente il legame con la mitologia norrena, o in Wonder Woman, dove vengono ripresi diversi elementi dei miti greco-romani (le amazzoni e lo stesso nome della protagonista, Diana). Altre volte i rimandi culturali sono più velati, come nei Fantastici 4, dove la Cosa ricorda visivamente il golem della tradizione ebraica, un gigante di terra dalla forza sovrumana. Rimanendo in ambito giudaico-cristiano, Superman ha tratti messianici: il salvatore del mondo che è un uomo nell'aspetto, ma più di quello nei suoi poteri. La vicenda di Hulk, poi, richiama alla memoria quella del romanzo di Robert Louis Stevenson Dottor Jekyll e mister Hyde: lo scienziato che si trasforma nel suo alter ego mostruoso; la parte razionale separata in maniera netta da quella irrazionale. Infine, l'Iron Man di Avengers. Age of Ultron (2015) si comporta come il dottor Frankenstein dell'omonimo romanzo di Mary Shelley, dando vita a una creatura che gli si rivolta contro. Il fatto che i supereroi commettano errori è un altro segno di maturità dei film, perché li rende meno scontati nel dipingere la realtà, evitando la divisione manichea tra buoni e cattivi. Alla fine, quello che distingue il protagonista dal suo antagonista nei cinecomic non è l'essere un eroe perfetto, bensì il desiderio di rimediare agli sbagli commessi e continuare, nonostante tutte le proprie manchevolezze, a perseguire il bene a qualsiasi costo. E non è poco come messaggio per film che mirano soprattutto a intrattenere.
Matteo Salvini e Giorgia Meloni (Ansa)
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