2018-07-16
«Non esiste una lobby delle armi in Italia, Salvini difende solo le nostre aziende»
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Parla Antonio Bana, avvocato e presidente di Assoarmieri: «La nuova direttiva europea serve per l'antiterrorismo, ma è così restrittiva che rischia di penalizzare il settore. Il governo ha solo deciso di ascoltare le associazioni di categoria». Nuova legittima difesa? «Non bisogna stravolgere i pilastri del codice penale».«Ma quale lobby delle armi! Salvini difende gli interessi del comparto armifero italiano - produttore di un punto di Pil nel nostro Paese - che possono essere pregiudicati dalla nuova direttiva europea». Antonio Bana, presidente Assoarmieri, avvocato noto per il suo impegno nella difesa del porto d'armi, respinge al mittente le accuse che in queste ore scorrono sui social network contro il ministro dell'Interno, accusato di essere legato a doppio filo al Comitato D-477, associazione che tutela il diritto di possedere armi da fuoco e che da tempo chiede alla politica un impegno contro la nuova normativa europea che potrebbe mettere in difficoltà dal punto di vista economico le nostre aziende. «Bisogna fare molta attenzione e fare dei distinguo» spiega Bana, impegnato in un convegno a Brescia sulla legittima difesa insieme con il procuratore generale della corte d'Appello Pier Luigi Maria Dell'Osso, il giornalista Luigi Ferrarella e il docente di Litigation pr Andrea Camaiora. «Non dobbiamo confondere il libero mercato delle armi a questioni che riguardano la legittima difesa o ancora a chi usa armi per attività venatoria o sportiva. Bisogna studiare prima di parlare. Per la prima volta c'è stato un tavolo di confronto tra la politica e chi lavora nel mondo delle armi. Il mondo politico si è rivolto a chi lavora sul territorio». Secondo lei c'è troppa confusione sull'argomento? «Qui c'è un problema che il governo attuale si è impegnato a affrontare». Ovvero? «La direttiva europea che si appresta a recepire l'Italia pregiudica il libero commercio di armi, anche perché è incentrata sulle misure antiterrorismo dopo i fatti di Parigi. La Polonia e la Repubblica Ceca hanno fatto ricorso. Ora tocca a noi recepirla. Siamo in ritardo. C'è il rischio che si confondano le cose, mettendo sullo stesso piano terroristi che detengono illegalmente armi a chi invece le detiene legalmente». Salvini ha firmato un impegno all'Hit Show di Vicenza «Facciamo subito un distinguo. Gli Stati Uniti sono un cosa, l'Italia è un'altra. Stiamo attenti a parlare di lobby delle armi». Nessun rischio di una National Rifle Association anche da noi? «Siamo il Paese europeo con la più rigida legislazione in materia di armi, sia nel detenerle sia nel commercio. Abbiamo provvedimenti che arrivano sia dalla giurisdizione penale sia da quella amministrativa». Eppure poi ci sono ancora casi come quello di Luca Traini a Macerata «Chi detiene le armi deve essere attento . E lo dice una persona che ha il porto d'armi sin da quando ha 18 anni. Bisogna fare attenzione a qualsiasi cosa: se guido sotto effetto di alcolici devo sapere che posso perdere la licenza. Deve esserci consapevolezza nel possesso delle armi, bisogna avere una linea di condotta trasparente nel trattarle, deve esserci rigore. Purtroppo poi ci sono le pieghe su chi c'è va a inciampare. E queste persone possono compromettere tantissime altre situazioni». Ma in Italia non c'è il rischio di una vendita indiscriminata di armi? «Guardi è impossibile perché quello italiano è un mercato serissimo. Le armi sono tracciate, dall'importazione all'esportazione. Sono realtà importanti quelle che da noi lavorano nel settore. E vanno difese». Ma ci sono associazioni che vi accusano e sostengono che invece c'è chi si approfitti dei pochi controlli per detenere armi da fuoco. Alcuni sostengono che l'Italia esporti anche armi in contesti di guerra e che non ci sia un vero e proprio registro. «Non ho niente contro queste persone. Li ritengo al pari degli ambientalisti. Io sono presidente degli armieri, difendo la categoria e l'attività lavorativa. Sono un po' come il Wwf, dovrebbero conoscere meglio il settore. Poi certo chi delinque va perseguito, non voglio di certo difendere i bracconieri». E della nuova legge sulla legittima difesa che vuole introdurre la Lega, cioè la licenza di sparare a chiunque si introduca in un'abitazione privata, annullando la valutazione oggi prevista per legge di proporzionalità fra offesa e difesa, cosa ne pensa? «Ma questo sarà un aspetto che il governo affronterà nei prossimi mesi. Non credo vogliano tralasciarlo. Bisognerà fare molta attenzione a non stravolgere i pilastri del nostro codice penale e prestare particolare attenzione alla complessità dei reati. Ci deve essere grande coscienza e attenzione».
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)
13 agosto 2025: un F-35 italiano (a sinistra) affianca un Su-27 russo nei cieli del Baltico (Aeronautica Militare)
La mattina del 13 agosto due cacciabombardieri F-35 «Lightning II» dell’Aeronautica Militare italiana erano decollati dalla base di Amari, in Estonia, per attività addestrativa. Durante il volo i piloti italiani hanno ricevuto l’ordine di «scramble» per intercettare velivoli non identificati nello spazio aereo internazionale sotto il controllo della Nato. Intervenuti immediatamente, i due aerei italiani hanno raggiunto i jet russi, due Sukhoi (un Su-27 ed un Su-24), per esercitare l’azione di deterrenza. Per la prima volta dal loro schieramento, le forze aeree italiane hanno risposto ad un allarme del centro di coordinamento Nato CAOC (Combined Air Operations Centre) di Uadem in Germania. Un mese più tardi il segretario della Nato Mark Rutte, anche in seguito all’azione di droni russi in territorio polacco del 10 settembre, ha annunciato l’avvio dell’operazione «Eastern Sentry» (Sentinella dell’Est) per la difesa dello spazio aereo di tutto il fianco orientale dei Paesi europei aderenti all’Alleanza Atlantica di cui l’Aeronautica Militare sarà probabilmente parte attiva.
L’Aeronautica Militare Italiana è da tempo impegnata all’interno della Baltic Air Policing a difesa dei cieli di Lettonia, Estonia e Lituania. La forza aerea italiana partecipa con personale e velivoli provenienti dal 32° Stormo di Amendolara e del 6° Stormo di Ghedi, operanti con F-35 e Eurofighter Typhoon, che verranno schierati dal prossimo mese di ottobre provenienti da altri reparti. Il contingente italiano (di Aeronautica ed Esercito) costituisce in ambito interforze la Task Air Force -32nd Wing e dal 1°agosto 2025 ha assunto il comando della Baltic Air Policing sostituendo l’aeronautica militare portoghese. Attualmente i velivoli italiani sono schierati presso la base aerea di Amari, situata a 37 km a sudovest della capitale Tallinn. L’aeroporto, realizzato nel 1945 al termine della seconda guerra mondiale, fu utilizzato dall’aviazione sovietica per tutti gli anni della Guerra fredda fino al 1996 in seguito all’indipendenza dell’Estonia. Dal 2004, con l’ingresso delle repubbliche baltiche nello spazio aereo occidentale, la base è passata sotto il controllo delle forze aeree dell’Alleanza Atlantica, che hanno provveduto con grandi investimenti alla modernizzazione di un aeroporto rimasto all’era sovietica. Dal 2014, anno dell’invasione russa della Crimea, i velivoli della Nato stazionano in modo continuativo nell’ambito delle operazioni di difesa dello spazio aereo delle repubbliche baltiche. Per quanto riguarda l’Italia, quella del 2025 è la terza missione in Estonia, dopo quelle del 2018 e 2021.
Oltre ai cacciabombardieri F-35 l’Aeronautica Militare ha schierato ad Amari anche un sistema antimissile Samp/T e i velivoli spia Gulfstream E-550 CAEW (come quello decollato da Amari nelle immediate circostanze dell’attacco dei droni in Polonia del 10 settembre) e Beechcraft Super King Air 350ER SPYD-R.
Il contingente italiano dell'Aeronautica Militare è attualmente comandato dal colonnello Gaetano Farina, in passato comandante delle Frecce Tricolori.
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