2022-08-12
Non è vero che abbiamo bisogno di immigrati
Le analisi ideologizzate impongono una visione dell’economia che non corrisponde alla realtà: i nuovi ingressi sono inutili al riequilibrio dell’occupazione. Il vero dramma dell’Occidente è il crollo delle nascite che ha innescato l’iper consumismo.Domanda: siamo costretti a non poter fare a meno degli immigrati grazie a scelte misteriose, erronee ed utopistiche fatte negli ultimi 50 anni, scelte peraltro assolutamente prevedibili (e previste) nelle loro conseguenze, ma ancora oggi difese e giustificate irresponsabilmente? Lunedì 1° agosto, su Affari e Finanza di Repubblica, è apparso un equilibrato e stimolante articolo di Eugenio Occorsio titolato «Perché non possiamo fare a meno degli immigrati». Questo è un tema (oggi si definirebbe «divisivo») che andrebbe affrontato secondo più ottiche: economiche, produttive, sociali, morali (quest’ultima normalmente ignorata e negata). Infatti, come Occorsio riconosce, il tema è complesso soprattutto perché riguarda esseri umani che, spesso, non capiscono in che contesto si trovano. Basta andare in stazione centrale a Milano per capirlo. Scrive Occorsio che, nel 2030, in Italia mancheranno 2 milioni di persone in età da lavoro con conseguenze su Pil, entrate fiscali ecc...; e conclude, nel sottotitolo, che l’inverno demografico si supera solo facendo crescere (e selezionando) gli ingressi. L’espressione «inverno demografico» equivale alla espressione «riscaldamento globale», invero piuttosto equivoca, ma curiosamente divertente perché è l’inverno (demografico) che ha provocato il riscaldamento... (dovuto a iper consumi e iper produzioni per compensare la mancanza di nascite). È interessante notare che il fenomeno denatalità-immigrazione viene quasi esclusivamente in termini statistici, raramente spiegati, ma utili per imporre una sintesi di pensiero politicamente corretto e di soluzioni imprescindibili. Ricordo che nel suo libro sul boom demografico Paul Ehrlich, guru neomaltusiano di Stanford, prevedeva centinaia di milioni di morti in Cina, prima del 2000, per eccesso di popolazione! Potenza delle previsioni ideologiche di taluni statistici, bravi a far analisi senza aver però sempre capito le cause del fenomeno. Trattando, però, questo argomento sulla immigrazione, la prima considerazione che mi viene spontanea è: ma ci vogliamo occupare di denatalità o di mancanza di offerta di lavoro? Perché la denatalità è la principale causa di mancanza di domanda di lavoro in Occidente. In realtà il fenomeno demografico è l’origine disconosciuta di quasi tutti i problemi socio-economico-ambientali negli ultimi decenni. Ciò perché il crollo nascite in Occidente ha provocato il crollo della crescita del Pil compensata dal consumismo che ha preteso la delocalizzazione produttiva ecc... Oltre naturalmente all’invecchiamento della popolazione e alla crescita esponenziale dei costi della vecchiaia. Ma ha anche prodotto gran parte del problema ambientale grazie a iper consumismo in Occidente (necessario a sostenere il Pil) e alle produzioni a basso costo trasferite in Asia, meno sensibile al tema inquinamento. Per chi ama le sintesi ricordo che 50 anni fa al mondo c’erano 4 miliardi di persone (arrotondo per semplificare), 1 miliardo in Occidente e 3 miliardi nel resto del mondo. Oggi siamo 8 miliardi ma sempre (circa) 1 miliardo in Occidente e 7 nel resto del mondo. Ma 50 anni fa l’Occidente aveva circa il 90% del Pil mondiale, oggi poco più del 40%.Una maggior comprensione del tema immigrazione la si può avere leggendo i documenti dei segretari Onu (Kofi Annan e Ban Ki-moon) sulla necessità di realizzare una immigrazione regolare e protetta per fini che nulla hanno a che vedere con domanda e offerta di lavoro. Ma piuttosto fini cultural-sincretistici necessari in Paesi con religioni dogmatiche, al fine di prevenire i famosi conflitti dovuti alle religioni. Mah! Un cenno anche sui dati economici riferiti alla esigenza di immigrazione. Si dice che necessiteremo di 2 milioni di lavoratori che mancheranno nel 2030. Ma oggi i disoccupati in Italia son proprio 2 milioni. Più di 2 milioni percepiscono il reddito di cittadinanza, e più del 10% son extracomunitari con permesso di soggiorno. Circa il 20% degli immigrati lavora in nero, mentre gli immigrati disoccupati che percepiscono un sussidio son più del 20%.Accelerando, poi, coma sta succedendo, il processo di digitalizzazione e «Ia», dubito si crei tanto lavoro da necessitare immigrazioni di mano d’opera, che non siano specifiche, momentanee o occasionali. Ma poi avrei io una curiosità: era stato previsto il fenomeno immigrazione nel «Metaverso» dove sembra si possa lavorare e svolgere attività economiche virtualmente?