2019-12-26
Il sogno di Conte: avere fedelissimi in Parlamento per incidere sulle nomine
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Il presidente del Consiglio si muove per diventare l'ago della bilancia nella prossima tornata di incarichi in Enel, Poste, Leonardo in scadenza la prossima primavera. Con l'uscita di Lorenzo Fioramonti cresce il numero di fuoriusciti 5 stelle disposto a mettersi di traverso a Di Maio sulle poltrone ancora da assegnare. Con l'uscita di Lorenzo Fioramonti dal governo, si è dimesso da ministro dell'Istruzione, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sogna di farsi un partito in Parlamento. Al momento si tratta di qualche deputato a 5 Stelle, sarebbero meno di 10, un manipolo di dissidenti che potrebbe però formare un gruppo parlamentare autonomo a Montecitorio. La mossa, più che a livello di esecutivo, potrebbe avere un impatto parlamentare, in particolare sul voto per le nomine in Agcom e Garante privacy. Ma quello che circola nei palazzi romani è che per la prima volta a emergere è il partito di Conte, un presidente del Consiglio che vuole contare nei prossimi mesi, in particolare nella tornata di rinnovo dei prossimi consigli di amministrazione di Eni, Poste, Leonardo, Terna, Enel e le aziende collegate: proprio nel consiglio di amministrazione di Leonardo siede Guido Alpa il «maestro» dell'attuale presidente del Consiglio. Quale sarà il peso dell'avvocato del popolo a chi strizza l'occhio una parte del Partito democratico? Del resto sono all'incirca 400 gli incarichi che dovranno essere assegnati in primavera, sempre che le assemblee non slittino di qualche mese. Al tavolo delle trattative, quindi, si allarga la pletora di contendenti. Si va dal Pd di Nicola Zingaretti ai 5 Stelle di Luigi Di Maio, dai grillini più vicini a Davide Casaleggio agli ascari di Conte ma anche Italia Viva di Matteo Renzi. Le richieste sono tante, le bocche da sfamare anche. Di certo un ruolo di peso lo avranno Cassa depositi e prestiti e il ministero dell'Economia, azionisti della gran parte delle partecipate statali. Nelle scorse settimane durante riunioni informali del governo, si era parlato di dare continuità ai vertici delle varie aziende, senza creare troppi scossoni. Ma è un'ipotesi che presenta troppi interrogativi. Anche perché molti amministratori delegati in scadenza hanno inchieste e processi da chiudere con la magistratura - vedi Leonardo (Profumo è a giudizio per i derivati di Mps ndr) e Eni - mentre tra gennaio e marzo ci sarà un primo assaggio per sondare la sintonia all'interno del governo. Innanzitutto al ritorno il 7 gennaio bisognerà capire che fine farà Anas, azienda controllata dal Mef che gestisce 30.000 chilometri di strade e autostrade in Italia, ora diventata sempre più strategica se Atlantia perderà 14.000 chilometri sempre di autostrade. A quanto pare al posto dell'attuale amministratore delegato Massimo Simonini dovrebbe arrivare Paolo Cannarsa, in uscita da Consip. A decidere sono stati il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri e quello alle Infrastrutture Paola De Micheli. I 5 Stelle, però, stanno cercando di fermare l'operazione, anche perché ritengono Cannarsa troppo vicino al Pd. Le trattative sono in corso. L'uscita dell'attuale amministratore delegato di Consip aprirebbe l'ennesimo risiko sulla stazione appaltante della pubblica amministrazione, incarico delicato dopo le ultime inchieste che hanno travolto l'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi e l'imprenditore napoletano Alfredo Romeo. Se a gennaio, quindi bisognerà individuare il nuovo numero uno di Anas, a fine marzo è stata fissata la fine della proroga per il garante delle comunicazioni e dei dati personali. Qui i commissari sono scaduti a maggio e sono ancora espressione del governo di Mario Monti, nel 2012, un'era politica fa. Non si trova l'accordo, in più c'è bisogno di un passaggio parlamentare per la scelta. Ma oltre a queste nomine ci sono altre partite di sistema che potrebbero infiammare la vita politica italiana. Al Consiglio superiore della magistratura si aspettano novità sulla nomina del nuovo procuratore capo di Roma. Giuseppe Pignatone è andato in pensione a maggio. Michele Prestipino ha preso le funzioni come vicario. Le inchieste sull'ex leader dell'Anm Luca Palamara non hanno aiutato e il tempo continua a passare. In primavera bisognerà affrontare poi il tema partecipate. A gennaio saranno pubblicate le date delle assemblee. 25 giorni prima dovranno essere pubblicate le liste. Di sicuro tra gennaio e febbraio le aziende cacciatrici di teste lavoreranno per individuare i profili adatti per gestire le nostre grandi aziende. L'idea è di dare continuità. Per questo motivo qualche spiraglio per la riconferma sembra essersi aperto sia per Matteo Del Fante amministratore delegato di Poste, con un passato in Terna e Cassa depositi e prestiti, e per Francesco Starace, amministratore delegato di Enel. Quest'ultimo fu nominato dal governo Renzi e riconfermato poi da quello di Paolo Gentiloni. Starace è molto stimato. Il suo profilo si attaglia del resto a quel «green new deal», individuato dal governo quale perno della manovra di bilancio. Starace potrebbe essere in corso anche per l'Eni, al suo posto potrebbe arrivare il numero uno di di A2a, Luca Valerio Camerano. Sulla municipalizzata lombarda, Brescia e Milano, potrebbe giocarsi una partita ancora più interessante, dove il sindaco del capoluogo lombardo Giuseppe Sala dovrà farsi sentire. Per il primo cittadino milanese inizia l'ultimo anno di mandato, a breve dovrà decidere se si ricandiderà nel 2021.