
Nonostante le irregolarità, Martin Selmayr resta in sella. Ora il Parlamento potrebbe sfiduciare la Commissione.Con rare eccezioni, continua il silenzio dei giornaloni sul maxi scandalo Ue di cui La Verità si è più volte occupata quest'estate: il caso riguarda il solito Jean-Claude Juncker, quello della sciatica alcolica, e il suo potentissimo ex segretario (e badante) merkeliano, il funzionario tedesco Martin Selmayr, che, con procedure politicamente truffaldine, è diventato capo dell'immensa burocrazia Ue e forse l'uomo più potente d'Europa, a fianco di uno Juncker nelle condizioni che sappiamo.Come andarono le cose alcuni mesi fa? Zitto zitto, Selmayr si fece nominare vice segretario generale (cioè vice capo dell'intera struttura amministrativa Ue), sapendo bene che, nelle ore successive, il capo, tale Alexander Italianer (lo stesso coinvolto nell'assegnazione dell'Ema ad Amsterdam a spese di Milano) si sarebbe dimesso, lasciandogli nelle mani un esercito di 32.000 dipendenti.A seguito di pesanti contestazioni, e dopo cinque mesi di investigazione, la signora Emily O'Reilly, l'ombudsman Ue, cioè il difensore civico europeo, ha emesso un verdetto sconcertante: pesantissimo nella diagnosi, politicamente devastante, ma leggerissimo nelle conseguenze immediate, nel senso che la nomina di Selmayr è salva. Come se un pm, nella sua requisitoria, prima dimostrasse che l'imputato è stracolpevole, ma poi chiedesse al giudice di dargli solo uno scappellotto. Cominciamo dalle accuse dell'ombudsman alla Commissione. Secondo la O'Reilly, ci sono stati ben quattro profili di mala amministrazione. Primo: non si è evitato un conflitto d'interessi dentro il gabinetto di Juncker, che Selmayr guidava. Secondo: non sono state rispettate le regole per comporre il comitato consultivo sulle nomine. Terzo: si è fatto finta di nominare un vice capo, quando in realtà si sapeva che Selmayr stava creando le condizioni per diventare capo. Quarto: si è creata artificialmente un'emergenza per assegnare il posto.Traduciamo in termini meno burocratici: si è messa in piedi una procedura farlocca, al solo scopo di paracadutare Selmayr prima nella posizione di vice e poi in quella di capo, senza neanche far sapere che il posto principale era vacante, precludendo a chiunque altro di competere.Dopo questo mare di accuse, vi immaginereste che la soave signora O'Reilly abbia chiesto di cacciare tutti a pedate. E invece no. Si è limitata a raccomandare per il futuro di mettere a punto una specifica procedura di nomina «per evitare il ripetersi di questa situazione».Insomma, non fatelo più. Inoltre, per ingraziarsi il super funzionario tedesco, la O'Reilly ha pensato bene di aggiungere che la sua indagine non riguarda in nessun modo la valutazione di Selmayr, definito «competente e impegnato per l'Unione europea». La cosa diventa tragicomica se si pensa che la Commissione pretende di vigilare sui parametri Ue e di farci la morale su tutto, dall'economia all'immigrazione. Peggio ancora: tutto accade in assenza di qualunque seria possibilità di verifica da parte dei cittadini, che devono sbirciare le notizie solo su pochi giornali, senza poter controllare una burocrazia che ha preso il comando perfino al di là dei decisori politici, persi tra sciatiche e brindisi.A questo punto, resta una speranza e un grido di dolore: che aspetta il Parlamento europeo a sfiduciare Juncker e la Commissione? Un precedente ci sarebbe: nel 1999, la Commissione Santer fu costretta alle dimissioni proprio da una storiaccia di cattiva gestione.
Giuseppe Culicchia (Getty Images). Nel riquadro il suo libro Uccidere un fascista. Sergio Ramelli, una vita spezzata dall’odio pubblicato da Mondadori
Comunicati fotocopia contro la presentazione del saggio di Culicchia. E il ragazzo ucciso? «Strumentalizzazioni».
Passano gli anni ma l’odio sembra non passare mai. Un tempo ragazzi come Sergio Ramelli venivano ammazzati sotto casa a colpi di chiave inglese. Oggi invece la violenza si rivolge contro chi di Sergio osa parlare. È una violenza meno palese, se volete meno brutale. Non uccide però infama, disumanizza, minaccia e punta a intimidire. E gode, proprio come quella antica, di sponde politiche e «presentabili». Lunedì 24 novembre nella Biblioteca Comunale di Susa è programmata la presentazione di un bellissimo libro di Giuseppe Culicchia, scrittore italiano che negli ultimi anni ha intrapreso una strada davvero coraggiosa e suggestiva.
Fiori e un camioncino giocattolo dei pompieri sono stati messi sotto il portone della casa dove una donna ha ucciso il figlio, di nove anni, tagliandogli la gola, a Muggia, in provincia di Trieste (Ansa). Nel riquadro Olena Stasiuk
- Il report alla base della decisione sulle visite: «Difficoltà psicologiche superate brillantemente» da Olena, che ha tagliato la gola al suo Giovanni. Le toghe fanno uscire di cella due stupratori e un assassino per obesità.
- Uno stupratore ai domiciliari, due violentatori scarcerati per inciampi procedurali, il killer liberato perché obeso e tabagista: la cronaca è piena di decisioni incredibili.
Lo speciale contiene due articoli.
Matteo Salvini (Ansa)
- Il ministro dei Trasporti in pressing sulla concessionaria per il contenimento dei pedaggi e i ritardi sulla manutenzione. Tra i progetti contestati spiccano il passante di Bologna, la Gronda e il tunnel a Genova. Nel mirino anche i lavori su A1 (Milano-Napoli), A10 e A16.
- Con il nuovo Codice calato del 6,8% il numero delle vittime: -8,6% nei centri urbani.
Lo speciale contiene due articoli.
Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti (Ansa)
Lega e Fi vogliono l’agevolazione al 12,5% nella legge di Bilancio: una mossa che può portare 2 miliardi. Fdi: imposta di 2 euro sui pacchi extra Ue e bollo da 500 euro per pagamenti consistenti in contanti.
Spunta il taglio della tassa sull’oro. Dal braccialetto della comunione al lingotto acquistato per investimento, il metallo prezioso entra tra la valanga di emendamenti alla legge di Bilancio che il Senato dovrà cominciare a esaminare dalla prossima settimana.
La proposta di Lega e Forza Italia introduce una tassazione agevolata al 12,5% (dal 26% attuale), allineata al prelievo sugli interessi dei titoli di Stato. La misura si rivolge a chi possiede oro per investimento ma non ha la documentazione del prezzo di acquisto e quindi non ha alcun attestato ufficiale che ne certifichi il valore.






