2024-11-15
«Il no al programma Von der Leyen oggi ci ha dato un peso maggiore»
Antonella Sberna (Imagoeconomica)
Il vicepresidente Ecr dell’Europarlamento Antonella Sberna: «Non votare subito per Ursula è stata una scelta corretta Crediamo che nella nuova Commissione ci sia più equilibrio. Atteggiamento della sinistra gravissimo». «La spaccatura tra popolari e socialisti al Parlamento europeo non è una novità, sono tanti i temi che li dividono, penso all’agricoltura o, in generale, alle politiche green. Anche sulla politica internazionale alcune divergenze stanno diventando evidenti. Certamente, le tensioni tra queste due grandi famiglie politiche europee sono amplificate da dinamiche nazionali». Antonella Sberna, vicepresidente del Parlamento europeo, gruppo Ecr, oggi ha potuto assistere all’evidenza della profonda spaccatura tra socialisti e popolari. Dissidi sui nomi dei commissari, ma non solo, che hanno portato al primo scontro interno alla maggioranza in Aula a Strasburgo.Oggi la spaccatura si è resa plastica con la legge sulla deforestazione. È una conseguenza del nervosismo che si è creato sulla formazione della Commissione? Cosa è successo? «Da un lato, noi dell’Ecr e il Ppe abbiamo sostenuto la necessità di un approccio più realistico e sostenibile, come sostenuto dal ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che permetta alle nostre imprese, soprattutto quelle medio-piccole, di adeguarsi alle nuove norme senza subire costi economici e oneri burocratici, ad esempio per quanto riguarda il software di tracciamento dei prodotti. Dall’altro, i gruppi progressisti e di sinistra insistono su un’applicazione ideologica che non considera le conseguenze per il tessuto produttivo europeo e l’impatto sui consumatori».Che aria si respira in Parlamento? «Sebbene il clima in Parlamento sia molto teso, sono certa che presto si troverà una soluzione. Raffaele Fitto, in audizione, ha dimostrato grande competenza e postura istituzionale, un orgoglio per l’Italia. Sarebbe il primo vicepresidente esecutivo con delega alla Coesione, oltre che responsabile di settori cruciali per l’economia europea come la pesca, l’agricoltura, i trasporti, le infrastrutture strategiche, il turismo e l’housing sociale. La sua nomina è una questione importante non solo per l’Italia, ma anche per garantire un equilibrio politico in Commissione, come riconosciuto anche dalla presidente Von der Leyen».Fdi ha dichiarato che avrebbe votato l’intero pacchetto commissione. Perché non votare subito la riconferma di Ursula Von der Leyen? «Sono due voti diversi fra di loro. Quello di tre mesi fa era sul programma politico di Von der Leyen, per il quale ci siamo espressi in modo contrario perché ritenevamo fosse troppo appiattito rispetto al mandato precedente. Oggi la situazione è diversa: con il nuovo assetto proposto, che include figure chiave come Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo e commissario designato, espressione di Fratelli d’Italia e del gruppo Ecr, crediamo che la Commissione rappresenti gli Stati membri con un equilibrio più ampio e inclusivo. All’Italia spetta un ruolo di peso, come non avveniva da troppi anni, e l’interesse nazionale va messo al primo posto».Se Ecr avesse votato a favore oggi ci troveremmo a un altro punto? «No, anche se Ecr avesse votato a favore subito, ci saremmo comunque trovati di fronte alle attuali tensioni, poiché le posizioni dei socialisti inevitabilmente si sarebbero scontrate con le nostre su questioni fondamentali. Occorre, inoltre, considerare il risultato delle elezioni europee, in occasione delle quali i cittadini hanno chiesto un chiaro cambio di agenda. Non votare immediatamente la Von der Leyen è stata, quindi, una scelta corretta: ci ha permesso di evidenziare fin dall’inizio le nostre priorità e di ottenere oggi un assetto più bilanciato».Che tempi ci sono per chiudere la partita? La Commissione rischia di saltare? «Non sta a me dirlo, ma il tempo per chiudere la partita dipende soprattutto dalla volontà dei socialisti di riconoscere che esiste un’altra Europa, fatta di pragmatismo e di attenzione alla realtà e non fondata esclusivamente su visioni ideologiche».Ce lo possiamo permettere in questo momento storico? «Non possiamo permetterci una Commissione europea che rischi di saltare, soprattutto in questo momento storico così delicato. L’Europa sta affrontando sfide senza precedenti: dalla crisi energetica alla transizione ecologica, dalla ripresa economica post-pandemia alla necessità di garantire sicurezza e stabilità sociale. Avere una Commissione operativa e stabile è fondamentale per dare continuità a queste azioni e rispondere con efficacia alle aspettative dei cittadini».Che scenari si prevedono? Quanto dipende da Ecr e quanto da Ppe e dal resto della maggioranza Ursula? «Come Fratelli d’Italia e come gruppo Ecr, insieme al Ppe, abbiamo dimostrato senso di responsabilità e un impegno reale per assicurare la stabilità di cui l’Europa ha bisogno. Abbiamo votato favorevolmente per tutti i commissari designati perché rispettiamo le prerogative di tutti gli Stati membri. Riteniamo molto grave l’atteggiamento delle sinistre italiane ed europee che hanno chiesto sia revocata la vicepresidenza esecutiva a Raffaele Fitto. Questo è il momento in cui ogni gruppo politico dovrebbe cercare punti di convergenza per garantire che l’Europa sia ben governata».
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