
Nel Regno Unito spariranno alcune funzionalità. Il problema non può che peggiorare.Bei tempi quando si acquistava una vettura e questa era tutta di chi se l’era intestata, dal ferro agli pneumatici, con ciò che conteneva incluse le funzioni dei pulsanti, che dal primo viaggio alla rottamazione facevano sempre la stessa cosa. Ora, passo dopo passo, sulle elettriche ma non soltanto, elettronica e informatica, da sempre assetate di aggiornamenti e dipendenza dalla Rete, stanno trasformando la proprietà in licenza d’uso, un po’ come avviene per i software. Dal Regno Unito arriva una notizia, diffusa dalla Bbc, secondo la quale i proprietari di auto elettriche Nissan leaf avrebbero accusato l’azienda di averli «scaricati» annunciando che la app disponibile per gestire i veicoli più vecchi (il modello è del 2010) starebbe per smettere di funzionare, bloccando il controllo remoto di funzioni come il riscaldamento a distanza, la gestione dell’orario di ricarica della batteria, il database della posizione delle colonnine e altro ancora, poiché la comunicazione tra vettura e centri dati avviene mediante la rete telefonica mobile della generazione 2G che in tutto il regno di re Carlo sarà disattivata il 1° aprile. Nissan non è un produttore qualsiasi per il Regno Unito: nel novembre scorso aveva annunciato di voler aprire il centro Ev-36 zero a Sunderland, investendo 3 miliardi di sterline per tre fabbriche nelle quali produrre soltanto mezzi elettrici entro il 2030. Di conseguenza la delusione dei clienti potrebbe far saltare i piani e soprattutto i conti. Al momento la questione affligge circa 3.000 Nissan tra Leaf e Nv200 prodotte prima del 2016, poiché appunto dotate di elettronica compatibile alla rete telefonica in dismissione. Il produttore è un marchio globale, dunque alcune domande nascono spontanee. Per esempio, che cosa accadrà quando saranno abbandonate anche le reti 3G (2033) e 4G (da definire)? Secondo gli esperti il problema affliggerà un crescente numero di automobilisti, non soltanto i clienti della casa di Yokohama. Ma soprattutto, passi non poter preriscaldare l’abitacolo via telefonino, ma non è chiaro quali altre funzioni si perderanno con il passare degli anni. Il caso è emblematico poiché la dipendenza delle auto moderne, soprattutto di quelle elettriche, dalla connessione Web e dai software è sempre più elevata e c’è da chiedersi se in futuro il mancato funzionamento di taluni dispositivi di sicurezza causerà anche il blocco del veicolo. Si pensi alla conferma dell’identità del conducente o al suo tasso alcolemico. Correndo ai ripari e annunciando un prossimo richiamo, Nissan ha dichiarato che «i proprietari saranno comunque in grado di utilizzare funzionalità chiave come il timer del climatizzatore e il timer di ricarica direttamente dal sistema di navigazione della propria auto», ovvero da bordo come si è sempre fatto. Purtroppo, tra le funzioni non più disponibili ci sarà anche l’attivazione della ricarica negli orari prestabiliti dall’automobilista, pratica che ovviamente era utile per compiere l’operazione nell’orario in cui l’energia costava meno, fattore che per molti acquirenti aveva costituito una spinta all’acquisto. Sapendo che il livello tecnologico delle reti telefoniche mobili è differente a seconda dei continenti e delle nazioni, e che è sempre in evoluzione, l’assurdità è stata non aver programmato fin dall’inizio un possibile e rapido aggiornamento del telefonino installato all’interno delle vetture, che gestendo soltanto una sim per il traffico dati ha un costo decisamente esiguo, una ventina di dollari, e si sostituisce in pochi minuti.L’incubo potrebbe anche essere peggiore: la stessa casa giapponese, come del resto anche altre, ha annunciato che comincerà a vendere vetture con guida autonoma nel 2028 e ancora non è chiaro quali siano i limiti tecnologici di questa e di altre funzioni, né per quanto tempo saranno garantite o gratuite, o quando si dovrà pagare per installare una versione aggiornata dei software. Intanto tra Stati Uniti e Cina aumentano i casi in cui gli aggiornamenti via Internet di vetture ultratecnologiche non vanno a buon fine, alcune volte con risultati curiosi come mantenere le porte aperte o le luci e la radio accese; altre con effetti più gravi come subire la violazione dei sistemi permettendo a pirati informatici di aprire, chiudere, spostare o bloccare la vettura esattamente come avviene per i malware del computer. Il pericolo è che se non si paga si rimane a piedi, fino al delitto perfetto se un hacker agisse su acceleratore, sterzo o freni.
Il toro iconico di Wall Street a New York (iStock)
Democratici spaccati sul via libera alla ripresa delle attività Usa. E i mercati ringraziano. In evidenza Piazza Affari: + 2,28%.
Il più lungo shutdown della storia americana - oltre 40 giorni - si sta avviando a conclusione. O almeno così sembra. Domenica sera, il Senato statunitense ha approvato, con 60 voti a favore e 40 contrari, una mozione procedurale volta a spianare la strada a un accordo di compromesso che, se confermato, dovrebbe prorogare il finanziamento delle agenzie governative fino al 30 gennaio. A schierarsi con i repubblicani sono stati sette senatori dem e un indipendente affiliato all’Asinello. In base all’intesa, verranno riattivati vari programmi sociali (tra cui l’assistenza alimentare per le persone a basso reddito), saranno bloccati i licenziamenti del personale federale e saranno garantiti gli arretrati ai dipendenti che erano stati lasciati a casa a causa del congelamento delle agenzie governative. Resta tuttavia sul tavolo il nodo dei sussidi previsti ai sensi dell’Obamacare. L’accordo prevede infatti che se ne discuterà a dicembre, ma non garantisce che la loro estensione sarà approvata: un’estensione che, ricordiamolo, era considerata un punto cruciale per gran parte del Partito democratico.
2025-11-10
Indivia belga, l’insalata ideale nei mesi freddi per integrare acqua e fibre e combattere lo stress
iStock
In autunno e in inverno siamo portati (sbagliando) a bere di meno: questa verdura è ottima per idratarsi. E per chi ha l’intestino un po’ pigro è un toccasana.
Si chiama indivia belga, ma ormai potremmo conferirle la cittadinanza italiana onoraria visto che è una delle insalate immancabili nel banco del fresco del supermercato e presente 365 giorni su 365, essendo una verdura a foglie di stagione tutto l’anno. Il nome non è un non senso: è stata coltivata e commercializzata per la prima volta in Belgio, nel XIX secolo, partendo dalla cicoria di Magdeburgo. Per questo motivo è anche chiamata lattuga belga, radicchio belga oppure cicoria di Bruxelles, essendo Bruxelles in Belgio, oltre che cicoria witloof: witloof in fiammingo significa foglia bianca e tale specificazione fa riferimento al colore estremamente chiaro delle sue foglie, un giallino così delicato da sfociare nel bianco, dovuto a un procedimento che si chiama forzatura. Cos’è questa forzatura?
Zohran Mamdani (Ansa)
Nella religione musulmana, la «taqiyya» è una menzogna rivolta agli infedeli per conquistare il potere. Il neosindaco di New York ne ha fatto buon uso, associandosi al mondo Lgbt che, pur incompatibile col suo credo, mina dall’interno la società occidentale.
Le «promesse da marinaio» sono impegni che non vengono mantenuti. Il detto nasce dalle numerose promesse fatte da marinai ad altrettanto numerose donne: «Sì, certo, sei l’unica donna della mia vita; Sì, certo, ti sposo», salvo poi salire su una nave e sparire all’orizzonte. Ma anche promesse di infiniti Rosari, voti di castità, almeno di non bestemmiare, perlomeno non troppo, fatte durante uragani, tempeste e fortunali in cambio della salvezza, per essere subito dimenticate appena il mare si cheta. Anche le promesse elettorali fanno parte di questa categoria, per esempio le promesse con cui si diventa sindaco.
Ecco #DimmiLaVerità del 10 novembre 2025. Il deputato di Sud chiama Nord Francesco Gallo ci parla del progetto del Ponte sullo Stretto e di elezioni regionali.






