2021-11-09
        Allarme infermeria azzurra. All’Olimpico con la Svizzera torna l’incubo flop mondiale
    
 
        Roberto Mancini (Getty Images)
    
Lasciano Coverciano anche Pellegrini e Zaniolo. Fuori Bastoni, in forse Barella. A rischio la coppia Bonucci-Chiellini. Venerdì sarà decisiva per evitare i playoff.Quando Roberto Mancini ha incontrato i ragazzi della Nazionale, per un istante avrà pensato di aver sbagliato indirizzo: invece di entrare a Coverciano, è finito in un lazzaretto. Gli ultimi due calciatori in ordine di tempo a lasciare il ritiro azzurro sono i romanisti Lorenzo Pellegrini e Nicolò Zaniolo. Per Pellegrini si tratta dell'acutizzarsi di un'infiammazione a un ginocchio che si porta appresso come un fardello ormai da un mese, per Zaniolo, le cui ginocchia malconce gli hanno già impedito di partecipare all'impresa di Euro 2020, un sovraccarico ai muscoli di un polpaccio. Meglio un riposo precauzionale. Una defezione non di poco conto, quella del talentino giallorosso che proprio il ct scelse in passato come portabandiera del nuovo corso azzurro, tutto qualità e gioventù. E però venerdì sera all'Olimpico si affronta la Svizzera, più che un match di girone di qualificazione ai Mondiali, un autentico spareggio per levarsi di torno l'incubo dei playoff in cui l'Italia è già incappata alla vigilia di Russia 2018, quando la Svezia invischiò la squadra dell'allora mister Giampiero Ventura nelle sabbie mobili dell'ignominia. Mancini ostenta sicurezza: «Abbiamo qualche problema fisico. Zaniolo e Pellegrini non stanno bene, sono tornati a casa. Barella lo valutiamo, non sembra sia preoccupante, ma decideremo il da farsi in questi giorni. La gara sarà importante, dobbiamo restare tranquilli e concentrati». Già, calma e gesso. Anche perché, dopo gli elvetici, toccherà affrontare l'Irlanda del Nord, lunedì 15 a Belfast, e se l'occhio indugiasse troppo a lungo sulla lista degli acciaccati, facile che la mano possa andare a cercar conforto nelle tasche, mimando un rituale apotropaico molto in voga tra gli scaramantici di ogni latitudine. La linea mediana è in piena emergenza. Nicolò Barella è alle prese con un infortunio ai flessori rimediato dopo il derby Milan-Inter. Le condizioni del centrocampista nerazzurro, autentico propulsore in mezzo al campo, capace di garantire solidità e spunti, verranno valutate nelle prossime ore, benché filtri un moderato ottimismo tra i medici. Un altro interista costretto all'abbandono è Alessandro Bastoni: il difensore è dolorante ai muscoli di un adduttore, il suo allenatore di club, Simone Inzaghi, domenica scorsa lo ha sostituito per tutelarsi. I due centrali juventini, Giorgio Chiellini e Leonardo Bonucci, vale a dire la quota d'esperienza della compagine, sono reduci da battaglie logoranti. Adduttori e flessori in bilico anche per loro, e non è un caso: quando le temperature calano e i ritmi aumentano, sono tra i gruppi muscolari più esposti in chi interpreta ruoli di fatica. Oggi si sottoporranno a esami strumentali specifici, voci di corridoio dicono che forse dovranno dare forfait con la Svizzera, ma saranno a disposizione nella partita successiva. Considerata la mancanza certa pure di Marco Verratti (lesione ai muscoli obliqui dopo un colpo all'anca subito nell'ultimo match disputato con la maglia del Psg), di Leonardo Spinazzola, ai box dopo l'intervento per risanare un tendine d'Achille, e di Rafael Toloi, Roberto Mancini farebbe bene a comprarsi un cappello a cilindro, meglio se già farcito di qualche coniglio da sfoderare con doti magiche da stratega. Tra i nomi dei sostituti a centrocampo, spiccano quelli di Tommaso Pobega, Danilo Cataldi, Sandro Tonali e Matteo Pessina, quest'ultimo per la zona offensiva, ma nemmeno lui troppo in forma. Pobega milita nel Torino, in prestito dal Milan. Classe 1999, 8 presenze coi granata quest'anno e due gol, ha forza fisica da vendere, generosità operaia in fase di interdizione e un'attitudine corsara alle incursioni in avanti con tanto di tiro dalla distanza. Danilo Cataldi, in forza alla Lazio, ha già 27 anni, dichiara di ispirarsi a Claudio Marchisio e la sua collocazione ideale è davanti alla difesa. Pure per lui si tratterebbe di un debutto in nazionale maggiore, così come lo sarebbe per Sandro Tonali, autentica rivelazione del Milan di Stefano Pioli. Dopo una stagione di adattamento, sta dimostrando talento sopraffino e una personalità dirompente, ma resta un novellino nel novero delle presenze in azzurro. «Pobega è qui perché se lo merita. Ha fatto la trafila delle varie nazionali Under e si è comportato bene. Ha ottime qualità, da diverso tempo le mette in mostra. Tonali può ricoprire il ruolo di centrocampista interno e ha eccellenti doti in fase di palleggio», rimarca il commissario tecnico, già avvezzo all'invenzione e alla rielaborazione tattica in itinere. L'Italia che quest'estate ha trionfato agli Europei, ha fatto di un centrocampo dai piedi buoni e dall'inventiva spiccata la sua prerogativa per sopperire alla mancanza di un ariete esplosivo in attacco. Mancini aveva inventato il ruolo di Berardi, piazzato Jorginho e Verratti a dominare nella mediana, dettando i tempi e costruendo gioco, cancellando lo stigma del calcio difensivista e sparagnino che la stampa internazionale affibbia all'Italia da quando il pallone è nato. In questo caso però sarà necessaria anche l'attitudine da psicologo del Mancio nazionale, carismatico e rasserenante nel farsi ascoltare dai giovanissimi. In casi estremi, la difesa centrale contro gli elvetici potrebbe prevedere Acerbi e Gianluca Mancini come coppia centrale, un centrocampo con un esordiente, oltre a Jorginho e a Locatelli. In avanti anche lo juventino Kean non potrà giocare, e sono in molti a sperare che Ciro Immobile si confermi ai livelli pirotecnici mostrati con la maglia della Lazio.
         Cristian Murianni-Davide Croatto-Andrea Carulli