2019-10-31
Nasce un fondo che investe solo nell'agroalimentare
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Un aiuto per l'agroalimentare del nostro Paese. Finance for Food ha annunciato l'avvio di un fondo con una dotazione iniziale di ottanta milioni, che prevede tuttavia di arrivare a duecento milioni: l'obiettivo è quello di presentare un programma di investimenti nel settore agroalimentare, che sostenga le piccole e medie imprese, presenti sul territorio italiano. Nel dettaglio, si tratta del fondo "Finance for Food One" di Azimut Libera Impresa Sgr, il cui sponsor e advisor è Finance for Food Srl: una boutique indipendente, presieduta da Arturo Semerari, che si occupa di consulenza all'economia reale, legata al comparto dell'agricoltura. Un settore, quest'ultimo, che sta acquisendo una sempre maggiore centralità, soprattutto per quanto concerne la tecnologia impiegata nell'attività di coltivazione e le problematiche connesse alla questione ambientale. In quest'ottica, il fondo riserva una particolare attenzione agli investimenti in agroindustria e ai vari servizi che risultano legati a tale realtà, come la distribuzione, la ristorazione, i macchinari, l'energia rinnovabile, la tecnologia, l'informatizzazione, gli agriturismi.Finance for Food Srl presta un innovativo servizio a valore aggiunto rivolto a banche, servicer e investitori in crediti collegati ad aziende agroalimentari, con l'obiettivo di valorizzarle, ristrutturarle e risanarle. In particolare, la società fornisce servizi di advisory in ambiti come private equity, crediti problematici e corporate finance. La boutique si distingue inoltre per le partnership che ha attivato con importanti stakeholder del sistema agroalimentare italiano, tra cui Ismea, e la partnership operativa in esclusiva con Agriconsulting S.p.A.: società con oltre cinquant'anni anni di storia, leader in Europa nella consulenza in campo agricolo e agroindustriale, che opera in quaranta Paesi nel mondo.L'agroalimentare nazionale vale circa 205 miliardi di euro e costituisce il 12% del Pil del nostro Paese, vantando oltre un milione di addetti (in netta crescita negli ultimi cinque anni) e rappresentando un fiore all'occhiello per l'economia italiana all'estero: si tratta di un settore che raccoglie 89.000 imprese artigiane e che risulta profondamente aperto all'innovazione tecnologica e digitale. Con il mercato globale dell'Agricoltura 4.0 che vale oggi circa sette miliardi di dollari (di cui il 30% è generato in Europa), l'Italia esprime un valore che va dai 370 ai 430 milioni. Di questa fetta, l'80% viene prodotta da imprese già affermate sul mercato, mentre il restante 20% attiene ad attori emergenti. Senza poi trascurare gli impatti benefici che il nostro agroalimentare produce sul settore turistico. Nonostante gli avanzamenti e i successi, il comparto rischia tuttavia pesanti perdite, a causa delle tensioni commerciali attualmente in corso tra gli Stati Uniti e l'Unione europea. Un allarme che si è fatto particolarmente pressante, a seguito della questione Airbus e dei dazi che la Casa Bianca applicherà ad alcuni prodotti di importazione europea. A finire nel mirino di Washington è stato infatti notoriamente anche parte consistente dell'agroalimentare italiano. Come ha reso recentemente noto Confartigianato nel corso di un'audizione alla Commissione Agricoltura della Camera, si paventano perdite complessive per circa un miliardo di euro, con particolare riferimento al settore caseario, in cui operano 1.900 imprese artigiane.