2023-05-03
Nasce la task force del Vaticano per i tesori audiovideo della Chiesa
La Fondazione Mac dovrà custodire la «memoria per immagini» del cattolicesimo.In Vaticano è partita una nuova caccia al tesoro. Non stiamo parlando di opere d’arte, libri antichi o reperti storici, ma di un patrimonio che per troppi anni è rimasto nei sacri archivi a prender polvere e di cui forse non è ancora possibile stimare il valore. Si tratta della «memoria per immagini» della Chiesa, per utilizzare l’efficace sintesi di papa Francesco, ovvero riprese di vario tipo, film, interviste e documentari che oggi sono abbandonati negli scaffali della Curia, ma anche nelle sacrestie e nelle sedi degli ordini, delle congregazioni e dei movimenti cattolici sparsi in tutto il mondo. Per recuperare, preservare e valorizzare questa immensa mole di pagine di storia è nata la Fondazione Mac - Memorie audiovisive del cattolicesimo, presentata ieri dalla Santa Sede, che proverà a rispondere a quella che il Pontefice definisce «una reale urgenza culturale per tutta la Chiesa». A giudicare dalle parole di Jorge Mario Bergoglio, non c’è tempo da perdere. «Le fonti sono un patrimonio fragile, che necessita di costanti cure», ha sottolineato il Santo Padre nel messaggio letto da monsignor Angelo Vincenzo Zani, archivista e bibliotecario, nonché presidente del Comitato scientifico della Fondazione, «la Chiesa cattolica ha già perso purtroppo molta parte della documentazione audiovisiva che racconta la sua storia otto-novecentesca, a causa dell’incuria e della mancanza di risorse e di competenze». E non è la prima volta che Francesco suona la sveglia su questo tema. Tanto è vero che l’idea di far nascere la Fondazione «ha iniziato a prendere forma nel 2021», come ha spiegato il presidente, monsignor Dario Viganò, «quando, in occasione di un’intervista sul cinema, il Papa aveva ribadito il “ritardo accumulato dalle istituzioni ecclesiastiche nella salvaguardia del patrimonio audiovisivo della Chiesa cattolica”», mentre le altre istituzioni statali e gli organismi internazionali da anni avevano aperto i loro cantieri. «Viviamo nel tempo dell’immagine», spiegava lucidamente il Pontefice argentino, dialogando proprio con Viganò, nel volume Lo sguardo porta del cuore (edizioni Effatà), «e questo tipo di documenti è ormai diventato per la nostra storia, e sempre più lo diventerà, un complemento permanente alla documentazione scritta». Il sogno di papa Francesco è quello di una Mediateca apostolica vaticana, ovvero un «Archivio centrale per la conservazione permanente e ordinata, secondo i criteri scientifici, dei fondi storici audiovisivi». Ma la Santa Sede, strano a dirsi, è praticamente all’anno zero su questo fronte. O meglio, Giovanni XXIII, già nel 1959, aveva istituito una Filmoteca. Ma la mancata connessione di questo organo con gli archivi vaticani aveva generato alcuni errori filologici. Per il Vaticano non resta quindi che ripartire da capo e procedere per gradi per arrivare al livello di eccellenza che caratterizza la Biblioteca e l’Archivio apostolico. La Fondazione Mac è il primo passo in questo senso e unisce realtà leader nel campo dello studio e della conservazione dell’audiovisivo. Nel Comitato scientifico, tra gli accademici, gli storici e gli esperti di cinema, si nota ad esempio la presenza della presidente di Cinecittà, Chiara Sbarigia, che vanta una lunga esperienza nella valorizzazione e nella gestione dell’archivio dell’Istituto Luce, e quella del direttore del Centro di ricerca Catholicism and audiovisual studies (Cast) dell’università telematica internazionale Uninettuno, Gianluca Della Maggiore. «Preservazione e accessibilità», come spiega il comunicato, saranno le direttrici di un lavoro potenzialmente infinito, che prevede la mappatura e la digitalizzazione dei documenti, la creazione di un portale aperto a tutti e lo sviluppo dei progetti di ricerca e delle collaborazioni scientifiche. Ma non mancherà, tra i sacri palazzi, la vera e propria caccia ad alcuni tesori di grande valore storico, al momento irreperibili. Come ad esempio il documentario Leone XIII in Vaticano, girato dall’americano Lee Dougherty in occasione dell’Anno Santo del 1900, o il film Jubilaeum su quello del 1933 (che insieme all’Anno Santo del 1950 segnarono una vera e propria svolta nel rapporto tra la Chiesa e il cinema).
Jose Mourinho (Getty Images)