2019-05-18
Napoletano, botte al Nord con l’aiuto di Stato
L'ex direttore del «Sole 24 Ore», inquisito per false comunicazioni sociali e aggiotaggio, è ora alla guida di un dorso del «Quotidiano del Sud». Accusa il Settentrione di scippare risorse alle regioni meridionali ma il suo giornale è diffuso grazie ai contributi pubblici.Attaccare il Nord grazie ai contributi pubblici all'editoria, con un'indagine pendente per false comunicazioni sociali e aggiotaggio per le copie gonfiate del quotidiano Il Sole 24 Ore che ha diretto dal 2011 al 2017. È questo l'ultimo pezzo di storia professionale di Roberto Napoletano, attuale direttore di L'Altravoce dell'Italia, dorso del Quotidiano del Sud, giornale che esce in Basilicata, Calabria e Campania, edito da Edizioni Proposta Sud. La nuova avventura di Napoletano è partita ormai da un mese, era il 10 aprile quando fece capolino nelle edicole con un editoriale al vetriolo. «Scippo al Sud, operazione verità, così il Nord toglie al Sud 61 miliardi l'anno». In questo mese gli attacchi contro il settentrione sono continuati. E nel frattempo Napoletano ha ricevuto molta pubblicità, con interviste in Rai a Porta a Porta e persino un articolo elogiativo su Prima Comunicazione di questo mese. Del resto, come non ricordare la copertina che il mensile specializzato nel mondo dell'informazione dedicò proprio a Napoletano nel febbraio 2014, con foto in prima pagina insieme con Donatella Treu, ex amministratore delegato, anche lei rinviata a giudizio. Il reportage («Il Sole dell'avvenire») dalla sede del quotidiano economico iniziava così: «Il tempo di sedersi nell'ufficio del direttore del Sole 24 Ore, al terzo piano del palazzo progettato da Renzo Piano in viale Monte Rosa a Milano, ed entra Donatella Treu, l'amministratore delegato. Raggiante, mostra a Roberto Napoletano un foglietto con alcune cifre appuntate di fretta: “Hai visto che meraviglia i dati dell'Ads di dicembre?", dice. “Non sei contento? Puoi passare sereno il weekend"». I fine settimana poi non sono stati così tranquilli. E adesso il giudice per l'udienza preliminare di Milano Maria Cristina Mannocci dovrà decidere il 12 settembre se dovranno essere entrambi processati per quei dati così entusiasmanti che la Procura ritiene essere falsi. D'altra parte, come ha ricordato anche il giornalista Nicola Borzi in una lunga inchiesta sul mensile Millenium, in quegli anni l'ex direttore del Messaggero voleva far diventare Il Sole 24 ore il primo giornale in Italia, battendo persino la concorrenza di Corriere della Sera e La Repubblica. Ebbene a distanza di 5 anni è ancora Prima Comunicazione a elogiare la riscossa del Sud di Napoletano, con un articolo di apertura, dove si passa da una citazione di Antonio Gramsci a una di Report, la trasmissione d'inchiesta che nell'ottobre scorso si occupò dei contributi pubblici all'editoria in un servizio. Nel pezzo di Prima, dove Napoletano non si sbilancia sulla vendita delle copie («Troppo presto per dirlo, ma sono ottimista»), si legge che Report avrebbe spiegato che Edizioni Proposta Sud della famiglia Dodaro è «una delle poche realtà virtuose» nel panorama delle fondazioni che godono dei contributi pubblici all'editoria. Peccato che nel reportage di Bernardo Iovene e Michela Mancini non ci sia traccia di questa considerazione. In fin dei conti basta analizzare i bilanci della casa editrice per notare come i contributi pubblici siano essenziali per non avere perdite. A fronte di un utile di circa 3.000 euro da bilancio 2017 vi è stato un aiuto statale superiore ai 2 milioni e 800.000 euro. Nel 2015 Edizioni Proposta Sud - controllata al 56% dalla fondazione Mario Dodaro e da Euro Italia (31,20) e Euro Brutia (12,8) soci specializzati in salumi e surgelati - ha incassato quasi 1 milione e 900.000 euro. Nel 2016 oltre 2 milioni e 100.000 euro. Dovrebbero ridursi nei prossimi anni, con 1 milione e 800.000 nel 2018, 1,2 nel 2019, 600.000 nel 2020 per poi terminare nel 2021. I bilanci sono abbreviati, di certo non un buon passaporto di trasparenza per un'azienda che percepisce i soldi dei cittadini italiani per la libera informazione. Per di più, segnalava il sito Iustitia.it un mese fa, il Quotidiano del Sud avrebbe equilibri economici molto delicati, tanto che i giornalisti calabresi hanno ricevuto lo stipendio di dicembre e la tredicesima solo a marzo. Caso vuole che il presidente del consiglio di amministrazione della società editrice del quotidiano di Napoletano sia Paolo Posteraro, figlio di Francesco Posteraro già consigliere dell'Agcom ai tempi del governo di Mario Monti. Posteraro senior è stato per trent'anni alla Camera dei deputati, lavorando a stretto contatto con presidenti di Montecitorio come il presidente emerito Giorgio Napolitano, Luciano Violante, Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini. La sua nomina fu in quota Udc e creò non pochi malumori all'epoca tra le forze politiche. Posteraro junior invece - che entrava a Palazzo Chigi come coordinatore per la semplificazione mentre il padre entrava in Agcom - è molto amico di Roberto Rao, storico portavoce di Casini. Gli incroci familiari si sprecano perché il leader Udc è stato genero di Francesco Gaetano Caltagirone, il patron del Messaggero dove sempre Napoletano è stato direttore dal 2006 al 2011. Il presidente del consiglio di amministrazione di Edizioni Proposta Sud ha numerosi incarichi. Posteraro junior è anche presidente della Fondazione Mario Dodaro, è direttore responsabile del mensile Italo. I sensi del viaggio; è direttore responsabile del bimestrale Be BlueAir, magazine della compagnia aerea rumena Blue Air; è membro dell'assemblea della commissione italiana per l'Unesco; dal 2017 è anche amministratore unico della Amaco Spa, azienda di trasporto pubblico di Cosenza. Insomma il Nord scipperà pure denaro al Sud, ma c'è comunque chi sotto il Po se la passa molto bene.