I finanziamenti a tasso fisso costano lo 0,20-0,30% in meno se servono a comprare alloggi che inquinano poco. Lo stesso discorso vale per ristrutturazioni e surroghe. Le differenze non possono che aumentare.
I finanziamenti a tasso fisso costano lo 0,20-0,30% in meno se servono a comprare alloggi che inquinano poco. Lo stesso discorso vale per ristrutturazioni e surroghe. Le differenze non possono che aumentare.Tutto è partito nel 2021, quando i primi deliri green dell’Europa hanno iniziato a prendere corpo. Deliri intesi nel senso di scadenze ravvicinate che imponevano ai cittadini dell’Ue di dotarsi di immobili con le classi energetiche più alte in modo da inquinare il meno possibile. Ideologicamente apprezzabile, ma realisticamente impossibile. Perché numeri alla mano la direttiva costerebbe circa 60.000 euro ad abitazione. Chi ce li mette? Ma se la tendenza è questa, inevitabilmente le banche, che per mestiere confezionano prodotti su misura per le rinnovate necessità della clientela, ci si buttano a pesce. E così sono nati i mutui green. Inizialmente li proponevano pochi istituti. Ora quasi tutti e si differenziano da quelli brown, evidentemente brutti e cattivi, perché sono finalizzati alla compravendita di un immobile che rientri nelle classi energetiche «A» e «B». I mutui per l’acquisto di una casa green costano di meno. Quanto? mediamente la differenza viaggia tra i 0,20 e i 0,25 punti, ma si può arrivare a picchi dello 0,50%. Detta così può significare poco, messa in soldoni rende di più l’idea. Se io infatti acquisto una casa da 300.000 mila euro e ne finanzio 200.000 a 30 anni, con un mutuo green arrivo a risparmiare circa 8.000 euro (nella tabella di MutuiSupermarket.it i migliori fissi con le simulazioni). O meglio, se sono costretto a farne uno brown spenderò 8.000 euro in più. Ai quali vano aggiunti i circa 2.000 euro di istruttoria, che di solito in caso di finanziamento ambientalmente sostenibile sono abbonati. Non solo. Perché stando a una simulazione del Corriere della Sera se si considera un finanziamento da 140.000 euro e oltre alla casa green si differenzia il prestito anche per età (gli under 35 pagano meno) e loan to value (la percentuale del valore della casa che si finanzia, se è del 100% costa ovviamente di più) il confronto sui 25 anni porta a un salasso (per chi fa un mutui non green) di 43.000 euro. Il punto è che il nuovo corso, per forza di cose avvantaggerà chi una casa verde e quindi più costosa può permettersela e rappresenterà una nuova stangata per chi a malapena riesce ad acquistare un’abitazione certificata da una classe energetica che va dalla «C» in giù.Non solo. Perché lo stesso discorso vale per i mutui finalizzati a ristrutturare casa. E del resto se l’andazzo è questo sarebbe stato strano il contrario. «Basta che i lavori di ristrutturazione», spiega alla Verità il responsabile business development di MutuiSupermarket Guido Bertolino, «portino al miglioramento di una classe energetica (il passaggio da «C» a «B» per esempio) per ottenere uno sconto che può arrivare nel migliore dei casi a 0,35 punti, ma in media si attesta comunque intorno allo 0,20-0,25%. A oggi sono pochi gli istituti che offrono contratti di ristrutturazione green (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Webank e Mediobanca Premier) per un semplice motivo, fino a poco tempo fa esistevano tutta una serie di bonus, non solo il Superbonus 110%, che rendevano superflui i finanziamenti per fare dei lavori sulla casa». E poi ci sono le surroghe. Perché l’ultima tendenza (partita a fine 2023) è questa. Se io chiedo di cambiare mutuo e passo da una banca a un’altra, pagherò di meno se la casa rientra nelle classi energetiche più alte: la «A» e la «B». Quanto? «Alcuni istituti», continua l’esperto, «considerano anche la classe C. Parliamo di Crédit Agricole, Intesa Sanpaolo, Ing, Credem e Banca Sella. Siamo in una forchetta tra i 20 e i 35 punti base. Chiaramente la tendenza è quella di andare verso prodotti sempre più personalizzati e tarati sulle esigenze dei clienti. Elementi come il loan to value e la capacità di reddito del richiedente, hanno sempre avuto un peso. Ma oggi la differenza la fanno l’età della persona che chiede il mutuo e la caratteristica della casa che si va ad acquistare, se è green o meno. Oggi l’offerta verde poi riguarda solo i fissi, i migliori sono intorno al 2,50% e non i variabili che sono quasi spariti dal mercato. Motivo? Stranamente in questa congiuntura finanziaria costano molto di più dei fissi, per i prodotti più convenienti siamo tra il 3,50% e il 4%». E in futuro la situazione non potrà che peggiorare. Perché l’input parte dall’Europa e se le regole volute da Bruxelles prevedono che gli istituti di credito possano accantonare meno capitale quando fanno sottoscrivere ai loro clienti un mutuo green è ovvio che le banche spingeranno sempre di più verso questi prodotti penalizzando gli altri. Così come va da sé che da quando il bilancio di sostenibilità si è trasformato da elemento accessorio a documento indispensabile, è partita la corsa dei banchieri a mettere in mostra il gruzzoletto più alto possibile di finanziamenti ambientalmente inattaccabili. E se poi questo meccanismo è destinato a mandare in verde una sola cosa, la classe media europea, a Bruxelles importa poco o nulla.
Elly Schlein (Ansa)
La leader Pd dice che la manovra «favorisce solo i ricchi», come se avere un reddito da 50.000 euro lordi l’anno fosse da nababbi. In realtà sono fra i pochi che pagano tasse dato che un contribuente su due versa zero Irpef. Maurizio Landini & C. insistono con la patrimoniale. Giorgia Meloni: «Con me mai». Pure Giuseppe Conte non ci sta.
Di 50.000 euro lordi l’anno quanti ne finiscono in tasca a un italiano al netto di tasse e contributi? Per rispondere è necessario sapere se il contribuente ha moglie e figli a carico, in quale regione viva (per calcolare l’addizionale Irpef), se sia un dipendente o un lavoratore autonomo. Insomma, ci sono molte variabili da tener presente. Ma per fare un calcolo indicativo, computando i contributi Inps al 9,9 per cento, l’imposta sui redditi delle persone fisiche secondo i vari scaglioni di reddito (al 23 per cento fino a 28.000 euro, al 35 per la restante parte di retribuzione), possiamo stimare un netto di circa 35.000 euro, che spalmato su tre dici mensilità dà un risultato di circa 2.600 euro e forse anche meno. Rice vendo un assegno appena superiore ai 2.500 euro al mese si può essere iscritti d’ufficio alla categoria dei ricchi? Secondo Elly Schlein e compagni sì.
Elly Schlein e Vincenzo De Luca (Ansa)
Dopo aver sfidato lo «sceriffo di Salerno» il segretario dem si rimangia tutto. E per Roberto Fico conta sui voti portati dal governatore, che impone ricompense per il figlio. Sulla partita veneta, Ignazio La Russa apre a Luca Zaia nel governo.
«Vinciamo»: il coordinatore regionale di Forza Italia in Campania, Fulvio Martusciello, capodelegazione azzurro al Parlamento europeo, lo dice alla Verità e sembra convinto. L’ennesima manifestazione elettorale di Fi al centro di Napoli è un successo clamoroso: centinaia di persone, il ritratto di Silvio Berlusconi troneggia nella sala. Allora crede ai sondaggi più ottimisti? «No», aggiunge Martusciello, «credo a quello che vedo. Siamo riusciti a entrare in tutte le case, abbiamo inventato il coordinatore di citofono, che si occupa di curare non più di due condomini. Parcellizzando la campagna, riusciremo a mandare a casa una sinistra mai così disastrata». Alla remuntada in Campania credono tutti: da Giorgia Meloni in giù. Il candidato presidente del centrodestra, Edmondo Cirielli, sente aria di sorpasso e spinge sull’acceleratore.
Matteo Zuppi (Ansa)
Il cardinale Matteo Zuppi, in tv, svela la fonte d’ispirazione della sua dottrina sociale sui migranti: gli «industriali dell’Emilia-Romagna». Ai quali fa comodo la manodopera a buon mercato, che riduce le paghe medie. Così poi la sinistra può invocare il salario minimo...
Parafrasando Indro Montanelli, viene da pensare che la Chiesa ami talmente i poveri da volerne di più. Il Papa ha appena dedicato loro un’esortazione apostolica, ma le indicazioni di politica economica ai cattolici non arrivano da Leone XIV, bensì dai capitalisti. E vengono prontamente recepite dai vescovi. Bastava ascoltare, venerdì sera, il presidente della Conferenza episcopale italiana, Matteo Zuppi, intervistato a Propaganda live: l’immigrazione, ha insistito il cardinale su La 7, «è necessaria. Se si parla con qualsiasi industriale in Emilia-Romagna dice che non c’è futuro senza».
Il Carroccio inchioda i sindacati: «Sette mobilitazioni a novembre e dicembre. L’80% delle proteste più grosse si è svolto a ridosso dei festivi. Rispettino gli italiani».
È scontro politico sul calendario degli scioperi proclamati dalla Cgil. La Lega accusa il segretario del sindacato, Maurizio Landini, di utilizzare la mobilitazione come strumento per favorire i cosiddetti «weekend lunghi», sostenendo che la maggioranza degli scioperi generali indetti nel 2025 sia caduta in prossimità di giorni festivi o di inizio e fine settimana.





