2025-03-10
Musk: l’Ucraina crolla senza Starlink. E spinge gli Stati Uniti fuori dalla Nato
Il tycoon parla di addio degli Usa all’Alleanza e ricorda che senza il sistema satellitare per Kiev sarebbe la fine. Poi, assieme a Rubio, smentisce l’ipotesi. La Schlein attacca il governo. Sul campo la Russia avanza.Dopo aver invocato, nei giorni scorsi, nuove elezioni in Ucraina - che Volodymyr «Zelensky perderebbe con una valanga di voti contro» -, Elon Musk prosegue nelle sue provocazioni su Kiev, come sempre affidate al suo profilo X. «Il mio sistema Starlink è la spina dorsale dell’esercito ucraino», ha scritto ieri in un post. «L’intera linea del fronte crollerebbe se lo spegnessi». La constatazione è accompagnata anche da alcune considerazioni sul conflitto: «Quello che mi disgusta», continua, «è anni di massacro in una situazione di stallo che l’Ucraina inevitabilmente perderà. Chiunque si preoccupi davvero, pensi davvero e capisca davvero vuole che questa carneficina si fermi. Pace ora!».Starlink può contare su oltre 8.000 satelliti in orbita a un’altezza di 500 chilometri, e i suoi terminali, riporta Sky News, hanno svolto un ruolo fondamentali per le comunicazioni ucraine durante la guerra. Solo l’anno scorso, Kiev ha reso noto di 42.000 terminali operativi tra militari, ospedali, aziende e organizzazioni umanitarie. Il ministro degli Esteri polacco, Radosław Sikorski, ha replicato a Musk sostenendo che Varsavia è pronta a cercare un’alternativa al servizio internet di Starlink qualora la società si rilevasse inaffidabile. «Starlink per l’Ucraina è pagato dal ministero polacco della digitalizzazione al costo di circa 50 milioni di dollari all'anno», ha affermato su X. «A parte l’etica di minacciare la vittima di un’aggressione, se Space X si dimostra un fornitore inaffidabile saremo costretti a cercare altri fornitori». Al polacco ha risposto direttamente il segretario degli Stati Uniti, Marco Rubio, commentandone il tweet: «Sta solo inventando cose. Nessuno ha mai minacciato di tagliare l’Ucraina da Starlink. E dite grazie, perché senza Starlink l’Ucraina avrebbe perso questa guerra molto tempo fa e i russi sarebbero ora al confine con la Polonia». Mentre Musk ha prima risposto Sikorski: «Stai zitto, piccolo uomo. Pagate una frazione minuscola del costo». E poi ha precisato: «Starlink non spegnerà mai i terminali che servono l’Ucraina». E comunque le decisioni riguardanti il sistema di Musk non vengono prese arbitrariamente dal magnate, ma tutto avviene di concerto con l’amministrazione Usa. Critica a prescindere Elly Schlein: «Elon Musk sta dimostrando che l’unica cosa che vuole è estendere il proprio impero economico, anche se questo vuol dire farlo sulla pelle di un popolo aggredito che in queste ore sta subendo l’ennesima offensiva», ha commentato. «Come fa Giorgia Meloni a voler consegnare le chiavi della sicurezza nazionale italiana a Musk anche dopo aver sentito le sue ultime gravissime parole?».Ma le invettive, ieri, non si sono limitate alla guerra russo-ucraina. Secondo il patron di Tesla, gli Stati Uniti dovrebbero anche uscire dalla Nato: «Non ha senso», ha dichiarato, «che l’America paghi per la difesa dell’Europa». Una posizione sostenuta da Musk anche in passato, così come dallo stesso Donald Trump, che però, più che una reale intenzione, cela probabilmente soltanto una tattica per spingere gli Stati europei a investire di più in armi, di cui Washington è il primo esportatore mondiale. Secondo il Financial Times, investitori cinesi stanno occultamente acquistando quote delle società di Elon Musk. Le fonti consultate dal più importante quotidiano economico del mondo riportano, da quando il magnate è diventato una figura centrale nella nuova amministrazione Trump, di decine di milioni di dollari cinesi indirizzati verso società non quotate quali xAI, Neuralink e SpaceX. Tali investimenti avvengono tramite «special-purpose vehicle», traducibili in italiano come società veicolo: si tratta di società create per specifici scopi finanziari, che consentono di nascondere l’identità degli investitori aggirando così i malumori delle autorità statunitensi.Per quanto riguarda la situazione sul campo, continua l’offensiva della Russia, che ieri ha annunciato la conquista del villaggio di Novenkoye, nella regione di Sumy, di Lebedevka nel Kursk e di Kostyantynopil nel Donetsk (Donbass). Nei giorni scorsi sono circolate notizie (sostenute anche dal Telegraph) su un possibile ritiro delle forze ucraine dalla regione russa, dove i soldati ucraini rischiano l’accerchiamento, ma fonti di Kiev hanno per ora smentito. La posizione nell’area risulta particolarmente compromessa dall’interruzione delle informazioni di intelligence fornite dagli Stati Uniti.«Nell’ultima settimana», scrive Zelensky sui suoi canali, «la Russia ha effettuato centinaia di attacchi contro il nostro popolo con vari tipi di armi: circa 1.200 bombe aeree guidate, quasi 870 droni d'attacco e più di 80 missili di vario tipo». «Ogni “shaheed”», continua, «ogni bomba aerea utilizzata dalla Russia, contiene componenti forniti in violazione delle sanzioni. Queste armi contengono oltre 82.000 componenti stranieri». Solo nella notte tra sabato e domenica, l’aeronautica ucraina parla di 119 droni lanciati, di cui 73 abbattuti. Le forze russe, invece, sostengono di aver neutralizzato 88 droni ucraini in 24 ore.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)