2024-11-16
Musk assume, Trump denuncia il «Ny Times»
Al via la selezione per il dicastero del magnate (riservata a chi paga l’iscrizione a X). Il presidente eletto chiede miliardi al giornale per diffamazione. L’Iran nega trame per ucciderlo. Nomine: il portavoce di Donald Trump sarà capo comunicazione, Bessent verso il Tesoro.L’Iran comincia ad avere paura. Ieri, il Wall Street Journal ha rivelato che, un mese fa, il regime khomeinista aveva inviato un messaggio all’amministrazione Biden, negando di aver ordito un complotto per uccidere Donald Trump. Ricordiamo che, la scorsa settimana, il Dipartimento di Giustizia ha formalmente accusato un uomo di essere stato coinvolto in un piano, organizzato dalle Guardie della Rivoluzione, per eliminare l’allora candidato repubblicano. L’Fbi ha anche rivelato che, tra giugno e luglio, Teheran aveva hackerato la campagna di Trump. Del resto, gli ayatollah avevano sempre scommesso contro un ritorno del tycoon alla Casa Bianca. Trump non ha mai fatto mistero di voler ripristinare la logica degli Accordi di Abramo: la sua idea è sempre stata quella di promuovere l’avvicinamento tra israeliani e sauditi, facendo leva sulla loro comune ostilità verso le ambizioni nucleari di Teheran. È per questo che, pur non mirando a un cambio di regime in Iran, il presidente in pectore potrebbe rispolverare la politica della «massima pressione» sugli ayatollah. Ed ecco che, a fronte di questa impostazione di fondo, Trump sta comunque tenendo un approccio articolato. Da una parte, ha nominato una serie di falchi anti iraniani in posizioni chiave: Marco Rubio segretario di Stato, Mike Waltz consigliere per la sicurezza nazionale, John Ratcliffe direttore della Cia e Pete Hegseth capo del Pentagono. Dall’altra, il tycoon non sembra però totalmente chiuso al dialogo. Il New York Times ha infatti riferito di un incontro, lunedì, tra Elon Musk e l’ambasciatore iraniano all’Onu, Amir Saeid Iravani. Non è dunque escluso che il presidente eletto sia aperto a una trattativa con la proverbiale pistola poggiata sul tavolo. Il suo principale obiettivo è infatti quello di rinegoziare radicalmente, da una posizione di forza, il controverso accordo sul nucleare iraniano, da cui lui stesso si era ritirato nel 2018. E a tale obiettivo guardano con interesse anche Gerusalemme e Riad. «Diplomazia», d’altronde, non significa «appeasement». E, con ogni probabilità, Trump vuole trattare, sì, ma mettendo al contempo sotto pressione gli ayatollah: ecco il senso dell’aver nominato quei numerosi falchi anti iraniani. Il tycoon ha del resto bisogno di ripristinare la deterrenza che Joe Biden aveva azzoppato, designando per i posti chiave della sua amministrazione varie colombe pro Teheran. Nel 2021, scelse Wendy Sherman come vicesegretario di Stato e Robert Malley come inviato speciale per l’Iran: entrambi, nel 2015, erano stati negoziatori dell’accordo sul nucleare. Non a caso, ieri il Washington Post riferiva di un serrato dibattito in seno alla classe dirigente iraniana tra chi auspica la linea morbida e chi quella dura verso l’amministrazione Usa entrante. Trump, che ha chiesto al New York Times miliardi di dollari di risarcimento per diffamazione a causa di articoli critici, prosegue intanto con le nomine. Il tycoon ha scelto il governatore del North Dakota, Doug Burgum, come prossimo capo del Dipartimento degli Interni (dicastero da non confondersi con il nostro Viminale, visto che si occupa di gestire i terreni federali e le loro risorse naturali). Grande attesa si registra inoltre per il prossimo segretario al Tesoro: secondo The Hill, in shortlist sarebbero finiti il Ceo di Cantor Fitzgerald, Howard Lutnick, e il fondatore di Key Square Group, Scott Bessent (che avrebbe avuto un faccia a faccia ieri con The Donald). Frattanto Musk sta cercando candidati, con alto quoziente intellettivo e abbonati a X, per lavorare nel suo nuovo dicastero per l’efficienza governativa. Il portavoce di Trump, Steven Cheung, sarà capo comunicazione della Casa Bianca. Non si placano nel frattempo i malumori tra i repubblicani per la nomina a procuratore generale di Matt Gaetz: tanto che la strada per la sua ratifica al Senato sembra farsi in salita. Il senatore del Gop, John Cornyn, ha detto di voler visionare il rapporto della commissione etica della Camera dedicato alle accuse di comportamenti sessuali illeciti che erano state rivolte a Gaetz. «A volte un presidente nomina per premiare una persona, pur sapendo che la nomina non andrà a buon fine. Quando non va a buon fine, possono nominare il sostituto e hanno una copertura per farlo», ha inoltre confidato a Politico un parlamentare repubblicano sotto anonimato. Se avesse ragione, Trump potrebbe aver designato Gaetz per accontentare la parte di più dura della sua base, pur sapendo di mandarlo a sbattere in sede di ratifica senatoriale. Anche Wall Street sarebbe preoccupata per questa nomina. Grandi manovre, infine, in vista della stretta all’immigrazione clandestina promessa dal tycoon: secondo il Wsj, i i trafficanti di esseri umani starebbero cercando di convincere quanti più migranti irregolari possibile a dirigersi verso la frontiera Usa prima dell’insediamento di Trump.
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