2024-11-18
Torna l’incubo delle multe ai no vax
L’emendamento Bagnai alla manovra perde pure il ricorso. Il leghista però assicura: rimedieremo. La strategia possibile è proporre un altro rinvio dentro il Milleproroghe.Non è la prima volta che succede e, dunque, non è il caso di allarmarsi troppo. Al momento, però, la notizia secca è questa: dal primo gennaio, chi non ha rispettato l’obbligo di vaccinazione anti Covid sarà di nuovo tenuto a pagare la multa. L’emendamento 52.06 alla legge di bilancio, promosso dal deputato leghista Alberto Bagnai, avrebbe prorogato per un altro anno lo stop alle sanzioni, ma è stato definitivamente cassato. Già giudicato inammissibile dalla commissione Bilancio della Camera non ha superato nemmeno il successivo ricorso.Nel testo con cui l’onorevole del Carroccio ne proponeva il ripristino, si leggeva che la sospensione era stata «introdotta per permettere una valutazione complessiva dell’impatto e sull’impiego delle sanzioni medesime. Oltremodo, con il mutare del contesto pandemico, l’efficacia e la necessità delle misure obbligatorie, come le sanzioni per il mancato rispetto dell’obbligo vaccinale, sono state oggetto di contrasto giurisprudenziale. Ne conviene che la proroga della sospensione permette alle autorità di riconsiderare le politiche attuate nel periodo emergenziale e valutarne la coerenza con la situazione attuale e, soprattutto, futura». Tradotto: il tumulto è passato, tendiamo la mano a un milione e 700.000 italiani ultracinquantenni ancora inseguiti dall’erario. Tagliando i ponti con l’eredità avvelenata di quel periodo di dure contrapposizioni sociali e politiche. Una sorta di piccola amnistia. «Da ultimo», sottolineava Bagnai, «si rammenta che il presente emendamento ha superato il vaglio di ammissibilità in altre occasioni».problema e soluzioniMissione fallita, per ora. Nonostante il vento sia cambiato. Nonostante la maggioranza parlamentare di centrodestra sia trainata da Fratelli d’Italia, l’unico partito che restò all’opposizione del governo Draghi, il fautore delle iniezioni coatte. Dalla manovra è sparita la sanatoria per i cosiddetti «no vax».Niente panico, comunque. Già a inizio 2024, l’intoppo fu superato in una sede diversa: il decreto Milleproroghe. E come fa sapere alla Verità l’onorevole Bagnai, si spera che anche il 2025 porti con sé lo stesso mite consiglio.Ricordiamo in breve le puntate precedenti. Il 7 gennaio 2022, in pieno scenario Omicron, la variante più contagiosa, capace di bucare bellamente lo scudo vaccinale, in Gazzetta ufficiale fu pubblicato il decreto dell’esecutivo di Mario Draghi, che introduceva l’inoculazione forzata per tutti gli over 50. La norma era stata oggetto di un mercanteggiamento poco scientifico: i rigoristi spingevano per abbassare la soglia fatidica a 40 anni, i meno fanatici si sarebbero concentrati solo sugli ultrasessantenni; alla fine, si optò per la via di mezzo. L’imposizione sarebbe rimasta in vigore fino al 15 giugno dello stesso anno e, a chi avesse rifiutato di recarsi negli hub, sarebbe stata recapitata una contravvenzione da 100 euro. Comunque, un trattamento meno severo di quello riservato a sanitari e forze dell’ordine: costoro, senza green pass, si ritrovavano sospesi senza stipendio.Tra le primissime promesse del governo di Giorgia Meloni, insediatosi a ottobre 2022, c’era proprio l’eliminazione delle restrizioni per medici e infermieri (scattata a novembre, con un mese d’anticipo rispetto alla scadenza naturale) e delle sanzioni per gli over 50 non vaccinati. Un gesto simbolico di riconciliazione tra lo Stato e i cittadini. La battaglia, alla quale si era molto dedicata pure una deputata di Fdi, Ylenia Lucaselli, in commissione Bilancio a Montecitorio, aveva però incontrato subito vari ostacoli. gli intralciLa possibilità di abrogare le sanzioni si era infranta sui timori di incostituzionalità: si sarebbe dovuto «cancellare retroattivamente un obbligo sancito da una legge dello Stato», si rese conto la Lucaselli. Ma c’era anche e soprattutto un problema economico: per abolire tout court le contravvenzioni, sarebbe necessario stanziare una cifra che si aggira attorno ai 140 milioni di euro. È lo scoglio che tuttora costringe il centrodestra a procedere per successive proroghe: «Finché non si interverrà in legge di bilancio con una copertura “a decorrere”», conferma Bagnai, «avremo solo rinvii». Ecco: l’importante è garantire almeno quelli.
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