2022-10-26
Mulé va alla carica sulla giustizia ma Berlusconi porge il ramo d’ulivo
Giorgio Mulè (Imago economica)
Dal vicepresidente della Camera di Forza Italia arriva l’allerta azzurra sulle turbolenze governative. Avanti sulla separazione delle carriere. La partita delle nomine. Il Cav: «Da noi contributo serio e leale».Riccardo Molinari: «Matteo Salvini come vicepremier è un impegno ad attuare il programma».Il leader di Azione critica il discorso paragonandolo alle supercazzole di Giuseppe Conte.Lo speciale contiene tre articoliGiorgia Meloni conosce bene le sottigliezze del linguaggio politico. Leggendo le reazioni degli esponenti di Forza Italia al suo discorso alla Camera di ieri, ne ha certamente tratto la conclusione che bisognerà mantenere alta l’attenzione su quel fronte all’interno della maggioranza, per evitare pericolose turbolenze. Dalla questione più immediata del completamento della squadra di governo, dove non sono state ancora smaltite le tossine accumulate al momento della scelta dei ministri, fino a quella dell’agenda dell’esecutivo, nella quale sono stati posti in maniera esplicita dei paletti relativi ad alcune riforme. In una ipotetica gradazione di «allerta azzurra» per la leader di Fdi, l’allarme giallo/arancione alla stabilità di governo è arrivato anche ieri dal vicepresidente della Camera Giorgio Mulé, le cui parole di apprezzamento per la neopremier sono andate a braccetto con un gentile ma indubbio monito: «Noi di Forza Italia», ha detto in aula Mulé, «che siamo i fondatori di questo centrodestra, le diciamo che saremo convintamente a suo fianco ma non ci presteremo a tergiversare sulle riforme». Poi, però, il deputato azzurro è passato alla parte più sapida dell’intervento, additando una serie di riforme (che sostanzialmente partono da quella già reclamata dal Cavaliere sulla giustizia) che dovranno essere realizzate dal nuovo presidente del Consiglio inserendole nelle priorità dell’azione di governo: «Noi dovremo iniziare a realizzare oggi», ha aggiunto Mulé, «la macchina che dovrà far ripartire domani l’Italia, con quelle riforme che daranno lavoro, pane e benessere agli italiani, togliendo l’aceto di uno Stato bulimico e asfissiante. Non inseguiremo», ha detto ancora, «il “riformismo delle necessità”, ma quello che proietta il domani: lo faremo mentre diamo quelle risposte urgenti, necessarie, obbligatorie sulla crisi energetica che rischia di mandare sul lastrico famiglie, lavoratori, imprese». A questo punto, l’avvertimento più diretto: «Guai se pensassimo solo all’oggi. E allora sia detto con il linguaggio che impone la lealtà: daremo la svolta solo se insegneremo a far conoscere la nostra velocità». Declinando nello specifico ciò su cui si concentrerà il pressing forzista, il vicepresidente di Montecitorio si è rivolto al banco del premier chiedendo «una vera riforma della giustizia, dal Csm alla separazione delle carriere, scolpita nel nostro programma, che sia effettiva, non il solito compromesso schiavo del corporativismo. Penso», ha proseguito, «alla riforma del processo civile e penale, dove grande importanza riveste la ragionevole durata dei processi, un intervento che avrà evidenti ripercussioni anche sull’economia del Paese, che diventerebbe finalmente attrattivo». Ma come si diceva, sotto il tavolo c’è anche la partita delle nomine dei vicemininistri e dei sottosegretari, che ovviamente viene vista dal gruppo dirigente azzurro come uno strumento di compensazione per quello che, a torto o a ragione, si ritiene di non aver ottenuto al «primo giro». A questa, però, sono rivolte anche le pressanti attenzioni della pattuglia centrista della coalizione, che non ha ottenuto alcun ministro, pur essendo stato il leader di Noi moderati, Maurizio Lupi, in ballo fino all’ultimo momento per un posto nel governo. I posti da assegnare dovrebbero essere 32 e lunedì scorso si è svolto un vertice di maggioranza per arrivare rapidamente alla quadra, anche se attualmente balla più di una casella. Di questo, sempre dentro Fi, ha parlato esplicitamente il capogruppo alla Camera Alessandro Cattaneo, affermando che il suo partito è «interessato» in particolare a via Arenula. In generale, dalla sponda azzurra ieri hanno prevalso messaggi concilianti, se è vero che la presidente dei senatori Licia Ronzulli, al termine del discorso programmatico della Meloni, ha diffuso una nota in cui ha sottolineato che «Forza Italia è pronta a lavorare con gli alleati del centrodestra per tradurre in fatti il programma con il quale la coalizione si è presentata agli elettori». Su questo, però, i fari sono tutti puntati su quello che dirà oggi al Senato Silvio Berlusconi, dopo le polemiche dei giorni scorsi e l’incidente del non-voto azzurro per Ignazio La Russa, soprattutto in un contesto come quello di Palazzo Madama, dove la presenza di nove senatori al governo e la stessa prevedibile non assiduità del Cavaliere alle votazioni, rende più fragile la maggioranza del centrodestra. Intanto, Berlusconi ha mostrato il ramoscello d’ulivo col suo articolato commento di ieri al discorso meloniano, definito «assai pregevole» e capace di individuare «le priorità del Paese e tracciare una rotta chiara, nel solco del lavoro fatto fino ad oggi dal centrodestra». Per il Cavaliere «il presidente Meloni ha detto parole definitive e totalmente condivisibili sui diritti, sulle libertà, sulla necessità di abbassare le tasse e di promuovere una pace fiscale, con l’impegno ad affrontare oggi le grandi emergenze a partire dalla necessità di abbassare i costi dell’energia per famiglie e imprese, riprendendo una politica energetica non più condizionata dal “partito dei no” e dall’ambientalismo ideologico. Forza Italia», ha concluso, «darà un contributo qualificato, serio e leale, con tutte le sue idee e le sue migliori energie perché il nuovo governo di centrodestra, il primo guidato da una donna, abbia la forza di affrontare i grandi problemi del Paese e disegnare l’Italia del futuro».<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/mule-va-alla-carica-sulla-giustizia-ma-berlusconi-porge-il-ramo-dulivo-2658506347.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="la-lega-incassa-i-buoni-propositi-su-tutti-i-temi-cari-al-carroccio" data-post-id="2658506347" data-published-at="1666768166" data-use-pagination="False"> La Lega incassa i buoni propositi su tutti i temi cari al Carroccio Giustizia e famiglia sono due dei punti più apprezzati del discorso del premier Giorgia Meloni - che nel suo discorso ha dato spazio a temi cari alla Lega come flat tax, immigrazione, pensioni e reddito di cittadinanza, Covid - da parte di parlamentari della Lega per Salvini premier. «Finalmente nasce un governo di centrodestra che darà a famiglie e imprese le risposte che chiedono al Parlamento», ha dichiarato Alberto Bagnai. Una soddisfazione condivisa dal capogruppo Riccardo Molinari che, nelle dichiarazioni di voto, ha sottolineato, rivolto alla Meloni, come il fatto che Matteo Salvini «è accanto a lei come vicepremier è il principale impegno che alle promesse fatte seguiranno i fatti. È un vincolo di sincerità e lealtà verso il popolo italiano e verso gli elettori. LaLega sarà colonna e pungolo del governo». «Credo che il Paese abbia dato un segnale forte e chiaro sulla strada riformatrice da intraprendere e sono convinto che la risposta del nuovo governo sarà altrettanto forte e chiara sul tema giustizia e sulle riforme strutturali che la Lega considera non più rinviabili» ha dichiarato Jacopo Morrone. Definisce invece un «primo passo importante per il nuovo governo le parole del presidente Meloni su famiglia, natalità, e asili nido gratuiti Simona Baldassarre, europarlamentare e responsabile del Dipartimento famiglia della Lega. «Questo esecutivo ha l’onere di tradurre in realtà le proposte in cui abbiamo sempre creduto per aiutare il Paese ad uscire da un pericoloso inverno demografico. Bene l’impegno per gli asili nido gratuiti, perché un figlio è un bene comune e bisogna emancipare le donne dalla ignobile scelta fra genitorialità e lavoro». <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/mule-va-alla-carica-sulla-giustizia-ma-berlusconi-porge-il-ramo-dulivo-2658506347.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="calenda-riesuma-anche-i-fantasmi-non-fa-i-conti-con-il-passato" data-post-id="2658506347" data-published-at="1666768166" data-use-pagination="False"> Calenda riesuma anche i fantasmi: «Non fa i conti con il passato» Il commento di Carlo Calenda alla richiesta di fiducia di Giorgia Meloni è l’occasione per un attacco a largo raggio, da Giuseppe Conte a Walter Veltroni. «Abbiamo anche scoperto che così come Veltroni non era mai stato comunista la Meloni non è mai stata fascista. Mai che in questo Paese si faccia un discorso serio sui percorsi politici personali o del proprio partito. Risolviamo sempre citando il Papa e il Made in Italy». Eppure in un passaggio del discorso (parole dette in campagna elettorale e ripetute ieri) la neo presidente del Consiglio era stata chiara: «Non ho mai provato simpatia o vicinanza nei confronti dei regimi antidemocratici. Per nessun regime, fascismo compreso. Esattamente come ho sempre reputato le leggi razziali del 1938 il punto più basso della storia italiana, una vergogna che segnerà il nostro popolo per sempre». Ma il «manifesto programmatico» del neogoverno è stato bollato dal leader di Azione come una lista della spesa: «Il discorso di Giorgia Meloni è una infinita lista della spesa condita con quintali di retorica ma nessuna traccia sul “come” fare le cose. Nessuna scelta o idea di Paese. È tutto un “ma anche”. Sembrava un intervento di Conte, altro che rivoluzione sovranista. Una noia mortale. Altro che allarme democratico, qui c’è un concreto rischio di galleggiamento». E ancora: «Vaghi accenni su politica energetica, poco o nulla su scuola, cultura e sanità. Bene su Rdc e posizionamento internazionale dell’Italia. Bella la parte sulle donne. Il resto è fuffa».
Nucleare sì, nucleare no? Ne parliamo con Giovanni Brussato, ingegnere esperto di energia e materiali critici che ci spiega come il nucleare risolverebbe tutti i problemi dell'approvvigionamento energetico. Ma adesso serve la volontà politica per ripartire.
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