2022-01-27
Mosca estende il suo peso nel Sahel il vero fronte di guerra con la Ue
Mali e Burkina Faso: due golpe filorussi in pochi mesi. Riunione d’urgenza dell’Unione.Mentre l’attenzione mondiale si concentra comprensibilmente sulla crisi ucraina, c’è in realtà un altro fronte in cui la Russia si sta mostrando iperattiva: il Sahel. Mosca sta infatti da tempo incrementando la propria influenza politica sull’area, a partire dal Mali. Proprio ieri, si è tenuto un summit tra l’Alto rappresentante per gli affari esteri dell’Unione europea, Josep Borrell, e i ministri degli Esteri del G5 Sahel: l’alleanza che riunisce Mali, Niger, Ciad, Mauritania e Burkina Faso (con quest’ultimo rappresentato ieri dall’ambasciatrice Jacqueline Marie Zaba Nikiema).Ebbene, secondo quanto riferito dall’Associated Press, Borrell avrebbe espresso le proprie preoccupazioni per la situazione in Mali sotto due punti di vista. In primo luogo, il presidente maliano Assimi Goïta (che è salito al potere dopo un golpe avvenuto lo scorso maggio) auspica una transizione politica molto lenta verso le elezioni. In secondo luogo, intercorre un legame sempre più stretto tra Bamako e Mosca. A inizio gennaio, l’esercito del Mali ha fatto sapere che alcuni soldati russi sono pervenuti nella città di Timbuctù per addestrare le forze maliane in una base lasciata poco tempo prima dalle truppe francesi. Inoltre, a dicembre, vari Paesi occidentali avevano accusato il governo maliano di aver acconsentito al dispiegamento di mercenari russi del Wagner Group, arrivati nel Paese dalla Libia orientale. In tutto questo, Bamako ha chiesto alla Danimarca di ritirare «immediatamente» 100 suoi soldati dalla regione del Sahel, sostenendo che essi sarebbero stati schierati «senza il proprio consenso». Una versione, questa, che è stata tuttavia smentita dal governo di Copenaghen. Da sottolineare è che questi militari fanno parte della task force europea Takuba, promossa dai francesi. L’incidente potrebbe quindi in realtà rientrare nel quadro delle tensioni che intercorrono tra Bamako e Parigi: tensioni di cui sta non a caso approfittando Mosca. Del resto, dopo le sanzioni che laComunità economica degli Stati dell’Africa occidentale ha recentemente inflitto al Mali, il Paese è stato attraversato da nutrite proteste, in cui si sono gridati slogan contro Parigi. Non solo: Bamako ha anche chiesto una revisione dell’accordo di Difesa bilaterale, siglato con i francesi nel 2013. Segnali preoccupanti per l’Eliseo stanno arrivando anche dal Burkina Faso, dove – domenica scorsa – si è verificato un golpe militare che ha deposto il presidente Roch Kabore, portando al potere il tenente colonnello Paul-Henri Sandaogo Damiba. Al colpo di Stato sono seguite manifestazioni a sostegno dei golpisti. Stando a quanto riferito da Al Jazeera e dal New York Times, i dimostranti avrebbero mostrato sentimenti antifrancesi e sventolato al contrario bandiere russe. A tal proposito, è interessante sottolineare che, secondo il Daily Beast, Kabore aveva rifiutato la proposta, avanzata dallo stesso Damiba poche settimane fa, di assumere mercenari del Wagner Group per combattere i miliziani islamisti. Una circostanza che – se confermata – non proverebbe magari automaticamente che ci sia Mosca dietro il golpe, ma confermerebbe indubbiamente una simpatia di Damiba nei confronti dei russi. Basta del resto guardare alle differenti reazioni registratesi dopo il colpo di Stato. Se il presidente francese Emmanuel Macron ha condannato quanto accaduto, Mosca si è limitata a esprimere preoccupazione.Insomma, mentre l’attenzione internazionale resta concentrata sull’Ucraina, la Russia sta silenziosamente aumentando la propria influenza politica sul Sahel. Facciamoci caso, perché in loco sono schierati, nell’ambito della task force Takuba, anche 200 militari italiani.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)
13 agosto 2025: un F-35 italiano (a sinistra) affianca un Su-27 russo nei cieli del Baltico (Aeronautica Militare)
La mattina del 13 agosto due cacciabombardieri F-35 «Lightning II» dell’Aeronautica Militare italiana erano decollati dalla base di Amari, in Estonia, per attività addestrativa. Durante il volo i piloti italiani hanno ricevuto l’ordine di «scramble» per intercettare velivoli non identificati nello spazio aereo internazionale sotto il controllo della Nato. Intervenuti immediatamente, i due aerei italiani hanno raggiunto i jet russi, due Sukhoi (un Su-27 ed un Su-24), per esercitare l’azione di deterrenza. Per la prima volta dal loro schieramento, le forze aeree italiane hanno risposto ad un allarme del centro di coordinamento Nato CAOC (Combined Air Operations Centre) di Uadem in Germania. Un mese più tardi il segretario della Nato Mark Rutte, anche in seguito all’azione di droni russi in territorio polacco del 10 settembre, ha annunciato l’avvio dell’operazione «Eastern Sentry» (Sentinella dell’Est) per la difesa dello spazio aereo di tutto il fianco orientale dei Paesi europei aderenti all’Alleanza Atlantica di cui l’Aeronautica Militare sarà probabilmente parte attiva.
L’Aeronautica Militare Italiana è da tempo impegnata all’interno della Baltic Air Policing a difesa dei cieli di Lettonia, Estonia e Lituania. La forza aerea italiana partecipa con personale e velivoli provenienti dal 32° Stormo di Amendolara e del 6° Stormo di Ghedi, operanti con F-35 e Eurofighter Typhoon, che verranno schierati dal prossimo mese di ottobre provenienti da altri reparti. Il contingente italiano (di Aeronautica ed Esercito) costituisce in ambito interforze la Task Air Force -32nd Wing e dal 1°agosto 2025 ha assunto il comando della Baltic Air Policing sostituendo l’aeronautica militare portoghese. Attualmente i velivoli italiani sono schierati presso la base aerea di Amari, situata a 37 km a sudovest della capitale Tallinn. L’aeroporto, realizzato nel 1945 al termine della seconda guerra mondiale, fu utilizzato dall’aviazione sovietica per tutti gli anni della Guerra fredda fino al 1996 in seguito all’indipendenza dell’Estonia. Dal 2004, con l’ingresso delle repubbliche baltiche nello spazio aereo occidentale, la base è passata sotto il controllo delle forze aeree dell’Alleanza Atlantica, che hanno provveduto con grandi investimenti alla modernizzazione di un aeroporto rimasto all’era sovietica. Dal 2014, anno dell’invasione russa della Crimea, i velivoli della Nato stazionano in modo continuativo nell’ambito delle operazioni di difesa dello spazio aereo delle repubbliche baltiche. Per quanto riguarda l’Italia, quella del 2025 è la terza missione in Estonia, dopo quelle del 2018 e 2021.
Oltre ai cacciabombardieri F-35 l’Aeronautica Militare ha schierato ad Amari anche un sistema antimissile Samp/T e i velivoli spia Gulfstream E-550 CAEW (come quello decollato da Amari nelle immediate circostanze dell’attacco dei droni in Polonia del 10 settembre) e Beechcraft Super King Air 350ER SPYD-R.
Il contingente italiano dell'Aeronautica Militare è attualmente comandato dal colonnello Gaetano Farina, in passato comandante delle Frecce Tricolori.
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