2023-04-26
Mosca avverte: «Pronti a usare il nucleare»
Dmitry Medvedev minaccia l’Occidente e sfotte il capo degli Usa: «Nonno disperato». Sergej Lavrov attacca ancora Antonio Guterres: «Zero progressi sull’accordo sul grano». Esercitazioni russe sul Baltico. Volodymyr Zelensky: «Attaccato il museo di Kupyansk: due morti e dieci feriti».Gli avversari della Russia «non devono sottostimare» la possibilità dell’uso di armi nucleari da parte di Mosca, «che non esiterà se fossero necessarie». Parola dell’ex presidente russo, Dmitry Medvedev, attuale vicecapo del Consiglio di sicurezza nazionale. Secondo Medvedev in Ucraina la Russia «sta combattendo con l’intera Nato e tutto dev’essere fatto per la vittoria». Poi gli strali di Medvedev hanno colpito Joe Biden , definito «un nonno disperato» dopo che il presidente americano ha annunciato la sua ricandidatura alle presidenziali del 2024. Dopo la Germania, che negli scorsi giorni ha espulso almeno 50 diplomatici russi (Mosca ha reagito espellendo 20 diplomatici tedeschi) anche la Svezia ha deciso di allontanare cinque diplomatici dello zar, come ha confermato alla televisione Svt il ministro degli Esteri, Tobias Billstrom. All’agenzia Tass, una fonte del ministero degli Esteri russo ha assicurato che «certamente seguirà una nostra risposta». Così come la guerra non conosce sosta, nemmeno gli attacchi verbali si fermano e ancora una volta il protagonista è il ministro degli esteri russo, Sergej Lavrov , che ieri dopo l’incontro all’Onu con il segretario generale, Antonio Guterres, ha dichiarato alla Tass che Mosca non vede progressi sull’attuazione dell’accordo del grano, che riguarda i prodotti russi. Per Lavrov «il segretario generale dell’Onu ha parlato degli sforzi che sta facendo per portare avanti il più possibile la parte russa dell’accordo. Finora i progressi, francamente, non sono molto evidenti. Ci ha comunicato i suoi pensieri in una lettera che delinea le idee su come procedere. Naturalmente, la lettera deve essere studiata. Finora, come ho già detto, e l’ho detto onestamente a Guterres, non vediamo il desiderio dei Paesi occidentali di realizzare veramente ciò che è necessario per la riuscita dell’iniziativa del segretario su un approccio a pacchetto per l’esportazione di prodotti agricoli dall’Ucraina e dalla Federazione russa». Del tema ha parlato anche il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov: «Le circostanze non sono ancora favorevoli a un’estensione dell’accordo per l’esportazione del grano ucraino dai porti sul Mar Nero, che scadrà a metà maggio». Anche di questi temi si parlerà da oggi alla conferenza bilaterale sulla ricostruzione dell’Ucraina che si svolge a Roma, presso il Palazzo dei Congressi. Il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha affermato alla vigilia: «Le aziende italiane, con il loro spirito imprenditoriale e il loro saper fare in settori come infrastrutture, energia, agribusiness, salute, digitale, spazio e siderurgia, potranno dare un contributo essenziale alla ricostruzione del Paese. Un processo che può, anzi che deve essere avviato senza attendere la fine della guerra. Non si tratta semplicemente di riedificare l’Ucraina, ma di ricostruirla meglio, secondo una logica di build back better, accelerandone il cammino verso un percorso europeo». Molto preoccupanti invece le affermazioni fatte ieri dal direttore del Dipartimento per la non proliferazione e il controllo degli armamenti del ministero degli Esteri russo, Vladimir Yermakov, che alla Tass ha affermato che la Russia starebbe valutando di ritirarsi dalla moratoria sul dispiegamento di sistemi missilistici a corto e medio raggio. Durante l’intervista, Yermakov ha detto che «per quanto riguarda le armi missilistiche di fabbricazione americana, potenzialmente in grado di apparire nella regione Asia-Pacifico (regione Asia-Pacifico), compreso il territorio del Giappone, le loro caratteristiche di velocità sono tutt’altro che l’unico criterio in base al quale valuteremo tali dispiegamenti, mentre meno importante è la portata dei sistemi missilistici». Poi l’alto funzionario russo ha ammonito sul fatto che «già ora possiamo affermare con sicurezza che i programmi militari destabilizzanti degli Stati Uniti e dei loro alleati stanno rendendo sempre più fragile la nostra moratoria, sia nella regione Asia-Pacifico che in Europa». Venti di guerra intanto sul Mar Baltico, dove una decina di caccia russi hanno partecipato ieri a una esercitazione nella quale è stato simulato un tentativo di attacco di aerei nemici alla Federazione russa. Nella tarda mattinata all’agenzia Ria Novosti, alcune fonti dei servizi d’emergenza russi hanno affermato che sono tre i droni ritrovati tra domenica e ieri nel distretto di Bogorodsky, a Est di Mosca, ma solo uno di essi era carico di esplosivo. Un drone con a bordo almeno 18 chilogrammi di esplosivo era stato trovato domenica vicino a una cooperativa di giardinaggio. Un altro, con un motore di fabbricazione americana, e un terzo, di cui si è saputo ieri, sono stati ritrovati nella stessa zona, ma entrambi erano non armati. La vicenda è seguita con molto interesse (e notevole fastidio) a Washington, che ha più volte proibito agli invasi di attaccare al cuore la Russia, onde evitare che durante il conflitto qualcuno possa superare quella linea rossa più volte evocata. Gli ucraini intanto contano i morti dell’attacco al museo della storia di Kupyansk, nella regione orientale di Kahrkiv, colpito e distrutto ieri mattina da un missile russo. Per ora il bilancio provvisorio registra la morte di due dipendenti, mentre i feriti dovrebbero essere almeno una decina.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.