2024-07-02
Addio alla Omaggio, la Fallaci del cinema. Non aveva paura di essere sé stessa
Maria Rosaria Omaggio (Getty Images)
Come Oriana era libera e indipendente, fuori dal pensiero unico. E con lei condivideva il grande dolore per la mancata maternità.Nel 2013 Maria Rosaria Omaggio interpretò in modo del tutto convincente Oriana Fallaci nel film Walesa - L’uomo della speranza, diretto dal regista polacco Andrzej Wajda, tanto da ricevere tre diversi riconoscimenti per quella sua notevole performance. Merito della bravura attoriale dell’attrice romana, scomparsa ieri nella sua città natale all’età di 67 anni dopo una grave malattia, e di una certa somiglianza fisica fra le due donne. Ma tra Maria Rosaria e Oriana c’erano anche affinità più profonde. Entrambe erano persone fuori dai canoni: libere, indipendenti, ambiziose, temerarie (e a volte spregiudicate) nelle scelte professionali. Tutte e due hanno avuto vari uomini, vivendo con ognuno di essi storie intense e appassionate anche se, per un motivo o per l’altro, quasi mai di lunga durata. Tutte e due non temevano di esprimere opinioni non conformi rispetto al pensiero dominante. E soprattutto erano accomunate da un medesimo dolore, sia per l’una che per l’altra il dolore più grande: la mancata maternità. La Omaggio, in particolare, ne parlava in tutte le interviste, anche nell’ultima, rilasciata a Stefano Lorenzetto del Corriere della Sera meno di un mese fa: «Ho fatto di tutto per rimanere incinta, incluso un intervento all’utero. A 25 anni persi la mamma. Mi restava Antonio, il mio fratello maggiore, medico, ma di recente se n’è andato per un linfoma. Oggi ho solo un nipote di 46 anni e il ruolo di goodwill ambassador per i bimbi dell’Unicef. Un figlio è un’assicurazione affettiva. Speri che ti voglia bene, no? Il richiamo del sangue conta. La famiglia si sente, esiste, vibra». A proposito di gravidanze e di scelte controcorrente, in una conversazione con Monica Setta andata in onda lo scorso febbraio all’interno del programma di Rai 2 Storie di donne al bivio, Maria Rosaria aveva anche raccontato la sua decisione di non ricorrere alla maternità surrogata pur avendone la possibilità.Nata a Roma l’11 gennaio del 1957, di origini napoletane, Maria Rosaria Omaggio esordisce nel mondo dello spettacolo giovanissima, partecipando nella stagione 1973/1974 alla trasmissione televisiva Canzonissima, condotta in quella circostanza da Pippo Baudo e Mita Medici. Talmente giovane da avere mentito, ai provini, circa la sua età e attribuendosi tre anni in più di quelli che effettivamente aveva. Un equivoco trascinatosi fino a poco tempo fa, come dimostra il fatto che la pagina di Wikipedia a lei dedicata abbia modificato solo di recente la data «1954» in «1957». D’altronde è vero che, a 19 anni, Maria Rosaria appariva un po’ più grande, come comprova il primo dei tre servizi che complessivamente le dedicherà la rivista Playboy, uscito nel maggio del 1976. Nel numero in questione, di cui occupa anche la copertina, la Omaggio, fotografata da Angelo Frontoni, compare integralmente nuda in tutta la sua radiosa bellezza postadolescenziale. E viene appunto definita ventiduenne, benché di anni ne avesse in quel momento 19. Ma nell’intervista che accompagna le artistiche fotografie di nudo, Maria Rosaria dà anche prova di avere le idee piuttosto chiare e un carattere già deciso: «La mia aspirazione è quella di diventare un’attrice completa senza essere considerata un sex symbol», dice all’intervistatore di Playboy. E ancora: «Le femministe sono delle esaltate ma io le stimo per il loro grande e indiscutibile coraggio», «Il sesso è per me molto importante, perché è l’espressione istintiva e inconscia dei nostri sentimenti», «Il divorzio è stato introdotto, d’accordo, ma i partiti si sono impadroniti della battaglia per il referendum come se fosse un Carosello televisivo e se ne sono serviti per contrabbandare altre tesi […]. Se mi fosse data la possibilità di salvare dal rogo solo tre personaggi politici italiani offrirei questa possibilità a Fanfani perché mi è simpatico, a Berlinguer perché è un uomo d’azione e ad Almirante perché è un grandissimo attore».Dopo l’esordio in tv, la Omaggio inizia nel 1976 (con il film Squadra antiscippo di Bruno Corbucci, seguito lo stesso anno da Roma a mano armata di Umberto Lenzi e da altre due pellicole, di cui una spagnola) una dignitosa carriera cinematografica in cui viene diretta, tra gli altri, da Pasquale Festa Campanile, Alessandro Benvenuti e il già citato Andrzej Wajda, senza dimenticare la breve apparizione in To Rome with Love (2012) di Woody Allen. Molto fitta l’attività teatrale, che l’ha vista lavorare con numerosi registi fra cui Mario Scaccia, Claudio Boccaccini, Gabriele Lavia e Pino Quartullo. Era forte anche il suo interesse per la medicina alternativa e la spiritualità, temi su cui ha scritto ben sei libri - citiamo almeno Viaggio nell’incredibile, pubblicato nel 1994 dalle Edizioni Mediterranee - e che le avevano fatto stringere una sincera amicizia con Franco Battiato.Avrebbe meritato una vita più lunga, Maria Rosaria, ma purtroppo quei tre anni in più di cui già abbiamo detto erano soltanto una sua piccola e innocente bugia.
Ursula von der Leyen (Ansa)