2024-05-05
Monti si riscopre berlusconiano per amor di poltrona
Mario Monti e Silvio Berlusconi (Getty Images)
L’ex premier vuol proporsi per un ruolo in Ue con una carta a sorpresa. «Il Cavaliere mi chiese di guidare il centrodestra».«Nel febbraio 2012 sul Giornale Silvio Berlusconi rivendicò il merito di aver indicato lui a Napolitano il mio nome. E nell’ottobre 2012 mi propose di guidare il centrodestra alle elezioni», rivela l’ex premier Mario Monti al Corriere della Sera. Cosa rispose? «Che apprezzavo la proposta, e probabilmente avremmo vinto. Ma che, fino a quando Berlusconi fosse stato in vita, nessuno avrebbe potuto guidare il centrodestra al di fuori di lui. E poi avevamo idee troppo diverse». Monti ha fatto una lunga chiacchierata con Aldo Cazzullo sul Corriere che gli dedica due pagine, la 18 e la 19 (quasi 15.000 battute, spazi e domande inclusi). Così come lo scorso 29 aprile aveva ospitato in prima pagina un commento del professore dal titolo «Un’Italia senza limiti» (con sotto l’amletica domanda «è l’Europa prevenuta o siamo noi italiani ad assumere comportamenti sciatti e controproducenti?»). Dobbiamo interpretare questo rinnovato attivismo come autocandidatura al timone del Ppe? O come desiderio di partecipare al valzer di nomine che ci sarà presto in Europa (altrimenti sui giornali si parla solo di Draghi e Letta), a cominciare da quella di commissario? O forse è solo una questione di marketing (con una «t» sola) visto che il suo libro esce il 7 maggio ed è edito da Solferino, controllata da Rcs che controlla anche il Corriere? Chissà. Di certo, Berlusconi non lo può smentire. E lui continua con il racconto: «Nel 1994 Berlusconi l’ho pure votato. E scrissi un articolo sul Corriere in cui auspicavo un liberismo disciplinato e rigoroso. Non abbiamo avuto né il liberismo, né il rigore. E non ho mai sbraitato contro di lui. Però ho risolto una crisi che aveva contribuito a provocare; ho rifiutato la sua offerta di guidare il centrodestra; il mio governo ha varato la legge che, nonostante non fosse certo pensata per lui, lo costrinse a lasciare il Senato; gli ho impedito di diventare presidente della Repubblica. E malgrado questo abbiamo sempre avuto buoni rapporti». Ma cosa ha detto al Corriere oltre allo scoop sull’offerta di Silvio e l’allarme per l’«Italia che è di nuovo a rischio»? Nell’intervista il senatore a vita parla di calcio, di Formula Uno, della sua famiglia, di sua moglie, del suo libro (dall’avvincente titolo Demagonia), di due Papi, di cosa dovrebbe fare Giorgia Meloni (spoiler: un accordo con Schlein e Conte) e di cosa non dovrebbe fare (spoiler: il premierato), parla molto del suo passato e un po’ del futuro: «Dovremmo recuperare una parola desueta: sacrifici. Davvero possiamo avanzare nell’integrazione europea, reggendo due guerre sulle nostre frontiere, senza sacrifici? L’Italia non si è fatta senza spargimenti di sangue: non sarebbe bastata la finezza di Cavour». Ecco la lezione del professore, ovvero di colui che per accettare di fare il presidente del consiglio su mandato Ue ha voluto il pagamento anticipato e la nomina a senatore a vita: i sacrifici. Come quelli chiesti agli italiani con le patrimoniali. Per Monti il Superbonus «è una patrimoniale al contrario: si tassano i contribuenti a favore dei proprietari di immobili. Oppure si aumenta il debito pubblico, quindi sulle spalle dei nostri figli e nipoti. E non è stato un errore soltanto del governo Conte». Lei di patrimoniali è considerato un grande esperto, gli ricorda Cazzullo. «Un’imposta sui patrimoni c’è in quasi tutti i Paesi. A dispetto dei proclami, l’Imu che fu necessario introdurre nel 2011 è grosso modo ancora in vigore. Ma quando Enrico Letta ha proposto una modesta tassa di successione per aiutare gli studi dei giovani dei ceti popolari, il premier disse che era il momento di dare, non di prendere». Una risposta, ha commentato su «X» il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, «in cui l’ex presidente della Bocconi si occupa di una delle sue passioni: tassare gli immobili. Lo fa, da un lato, dicendo che la patrimoniale da lui introdotta, l’Imu, è “grosso modo” ancora in vigore (22 miliardi l’anno rispetto ai 9 dell’Ici: alla faccia del “grosso modo”) e, dall’altro, parlando positivamente di una delle proposte più ridicole (e ridicolizzate) degli ultimi trent'anni (incrementare la tassa sui morti per dare la paghetta ai diciottenni). Non ci delude mai», chiosa Spaziani Testa. Ricordando al professore che «a) la contrapposizione fra contribuenti e proprietari è ridicola, specie nel Paese in cui quasi l’80% dei cittadini è proprietario b) il Superbonus era previsto anche per i non proprietari». Quale lezione (liberale) potrebbe poi dare il professore sul patto di stabilità? Che potrebbe terminare il lavoro da lui avviato nel lontano 2011 quando travolse il Paese con la peggior legge Finanziaria di sempre chiamata a spregio «Salva Italia»? Monti inserì tasse sul lusso, sugli aerei, il superbollo, imposte sui natanti e sulle transazioni finanziarie. L’effetto complessivo fu di causare una perdita al Pil di almeno tre miliardi in soli due anni. Monti ha inventato pure il primo balzello che fa perdere soldi allo Stato. È la Tobin tax, o meglio la versione nostrana e unica dello schema inventato dal premio Nobel James Tobin. Tanto unico che solo il nostro Paese l’ha adottata (la Svezia l’ha sperimentata negli anni Ottanta, salvo poi pentirsene). A proposito di amarcord, nel 2020 Monti venne scelto all’unanimità per un incarico all’Oms come presidente della Commissione istituita per stabilire le priorità di spesa a seguito del Covid. Del lavoro svolto da quella commissione e delle raccomandazioni non si ha memoria. Ci ricordiamo, però, che la legge finanziaria del suo governo, approvata a dicembre del 2012, mise in piedi tagli che tra il 2013 e il 2015 valsero la bellezza di 8 miliardi, ricadendo sugli esecutivi successivi.
(Ansa)
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Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)