2020-01-03
Il Conte bis? È un paradiso. Parola di Mario Monti
Sul Corriere un surreale editoriale zeppo di dimenticanze. Con un solo imperativo categorico: dare più soldi all'Europa. Chiedereste la ricetta di una torta a Lucrezia Borgia? O la ricetta per diventare buoni a Lupo Ezechiele? O la ricetta per navigare in sicurezza a Francesco Schettino? Immagino di no. Eppure c'è chi si ostina a chiedere la ricetta per risollevare l'Italia a Mario Monti. Che infatti ieri sul Corriere della Sera ha scritto un editoriale per suggerire al Paese come fare a non immiserirsi e a riprendere a crescere. Consigli che ovviamente sarebbero del tutto apprezzabili, se non portassero con sé una inevitabile domanda: ma se il professor Monti ha davvero la ricetta giusta per risollevare il nostro Paese, perché, per dire, non l'ha applicata quando era al governo? L'editoriale dell'ex premier, in effetti, ricorda un po' quegli ex calciatori che affollano gli studi tv: sul campo erano emerite pippe, ma a dispensare giudizi sono dei fenomeni. «Lì doveva tirare così, là doveva passare cosà…». Verrebbe da dire: ma perché non lo facevi tu quando giocavi? Ecco: la reazione nel leggere i consigli di Monti è più o meno la stessa: ma come? Hai steso l'Italia. Hai propinato un'austerity massiccia e letale. Ci ha massacrato a suon di legge Fornero e patrimoniali. E adesso vieni qui a dire che c'è un «problema serio» perché «bisogna interrogarsi sulla inadeguatezza della crescita italiana»? Ma la faccia tosta l'hai imparata alla Bocconi o sei nato proprio così? Ovviamente il primo pensiero del senatore a vita va alla sua amata Europa cui bisogna (pensate un po') dare più soldi e più potere in modo da poterci difendere dai mostri cattivi. E per l'amor del cielo, noi abbiamo sempre paura dei mostri cattivi, ma è lo stesso Monti, nel corso del suo editoriale, a citare e a condividere un'affermazione di Carlo Cottarelli, secondo cui occorre una «rivoluzione economica» perché «l'Italia ha cominciato a perdere terreno in termini di reddito pro capite dalla fine degli anni Novanta e in termini di reddito complessivo dalla fine degli anni Ottanta». Acuta osservazione di entrambi i dotti docenti. Ma ci chiediamo: che cosa è successo in quegli anni? Non sarà che nel 1992 c'è stato Maastricht? E nel 2002 è entrato in vigore l'euro? E allora chi sono davvero i mostri cattivi? E la «rivoluzione economica», per il bene dell'Italia, dove deve andare? Nella direzione di dare più soldi e poteri all'Europa? O in quella opposta? Il fatto è che Monti non appare lucidissimo sull'Europa. E ci dispiace vederlo perdere colpi persino nella sua materia, proprio ora che il Corrierone ha deciso di ripubblicarlo nello spazio più prestigioso, quello dell'editoriale. «La vera cartina di tornasole sarà il negoziato sul bilancio dell'Ue 2021-2027», scrive infatti il professore. E sostiene che bisogna dare molti più quattrini ai signori di Bruxelles perché dovranno avere risorse per contrastare le forze oscure del male, che non c'erano ancora quando fu deciso l'ultimo bilancio (2014-2020), cioè nel 2013. Ma quali sarebbero, secondo Monti, queste forze oscure del male che nel 2013 non c'erano ancora? Donald Trump, innanzitutto. La Brexit, e va beh. Il «risorto nazionalismo» di Vladimir Putin. La Via della Seta. Infine, le «massicce immigrazioni». E il «terrorismo in Europa». E qui casca l'asino, pardon il professore: che le «massicce immigrazioni» nel 2013 non ci fossero ancora, infatti, è piuttosto discutibile (c'erano già state le drammatiche ondate del 2011, se non altro). Ma soprattutto: come fa a dire Monti che nel 2013 l'Europa non aveva conosciuto il terrorismo? E l'attentato di Atocha in Spagna del marzo 2004? E quello del metro di Londra del luglio 2005? Per l'amor del cielo, a una certa età può capitare di dimenticare le cose. Anche 192 morti a Madrid. O 52 morti a Londra. Si cancella tutto facilmente, quando si insegue un teorema. Ma non è un po' troppo voler cancellare direttamente la realtà? Per carità: sappiamo che quest'ultima è sempre stata piuttosto aliena dai ragionamenti altissimi del professore. Lo ha dimostrato anche nell'editoriale di ieri, dove, dopo essersi concentrato (a modo suo) sull'Europa, si è concentrato (sempre a modo suo) sull'Italia. Per dire cosa? Semplice: che l'Italia rischia di diventare «il ventre molle del vaso continentale, in particolare se l'Ue non riuscisse a rafforzarsi». Chiaro? Se l'Ue non si rafforza diventeremo il ventre molle. Se si rafforza, invece, continueremo a essere il ventre vuoto. Come ora. Scegliete voi. E qui, però, il professor tocca il vertice sublime del suo editoriale perché ci spiega come mai oggi, grazie al governo giallorosso, lui si senta «quasi in paradiso». Nientemeno. Il motivo è semplice, ed è quello che va per la maggiore nel Pud, Pensiero unico dominante, sostenuto dal coro dei giornaloni e ovviamente rilanciato in grande stile l'altra sera dal Quirinale. E cioè: il governo di prima faceva schifo, adesso è tutt'un'altra cosa. Anzi: un paradiso. Ma dove? Come? Perché? Che cosa fa di così rilevante, il Conte II rispetto al Conte I, a parte inginocchiarsi cinque volte al giorno verso la mecca di Bruxelles? Niente. Il premier è lo stesso. Le politiche più discusse (reddito di cittadinanza e quota cento) pure. Di rilancio del Paese manco l'ombra. Solo qualche tassa in più e un po' di bacetti alle pantofole che contano. Però: è tutto diverso, non ve ne accorgete? Ma sì: il senatore a vita (a proposito: ma perché senatore a vita? E fino a quando?) si sente molto sollevato per lo «scampato pericolo» del Conte I, che era tutto brutto, a cominciare dal premier, che ora è lo stesso, però è diventato bellissimo. E infatti dice che il governo precedente era «goffo, incapace e rissoso». Invece, come è noto, in questo governo vanno tutti d'amore e d'accordo, non ci sono discussioni, non ci sono tensioni, dalla prescrizione alle autostrade c'è pieno accordo su tutto, non ci sono ministri che si dimettono, non c'è nemmeno bisogno di fare dei vertici notturni, dall'Alitalia all'Ilva si trova sempre una soluzione per ogni cosa e brillano personalità così rilevanti che al confronto Albert Einstein e Pico della Mirandola non potrebbero nemmeno essere sottosegretari. Non ci credete? Strano. Quando Monti parla di governo ci si può sempre fidare. Come quando parla di terrorismo in Europa. E dà le ricette per risollevare il Paese.