Roberto Colaninno (Ansa)
Raffica di rinvii a giudizio per la bancarotta dell’azienda che perdeva 2 milioni al giorno e cedeva i «gioielli» agli arabi.
Mentre i situazionisti incendiano il mondo, Mourre si dedica allo studio. E, con l'ex segretario di Jünger, fa arrabbiare delle ex Ss.
Stupri, suora pestata in chiesa, controllore accoltellato in treno: è il bollettino delle «imprese» compiute da stranieri in sole 48 ore. Eppure i magistrati si ostinano a boicottare i rimpatri. Il tribunale di Catania straccia il decreto del governo: «L’Egitto non è Paese sicuro». E anche Roma si rivolge alla Corte europea.
La Corte dei conti dovrebbe vigilare per impedire lo spreco di denaro pubblico, ma invece di essere il baluardo della buona amministrazione è diventata essa stessa il simbolo di come in Italia si buttano i soldi dei contribuenti. Bastano pochi numeri per capirlo. Le 26 sezioni giurisdizionali (ne esiste una in ogni regione, più quattro di appello e una sezione riunita) producono in media poco più di due sentenze al mese in materia di conti.